Innovazione
Maxi accordo da 300 miliardi tra OpenAI e Oracle: nuova era per l’AI e il cloud computing
Scatto in avanti in un settore dominato da Amazon, Microsoft e Google. Previsti effetti a catena su produttività e occupazione. Le aziende Usa rafforzano così la loro leadership nell'intelligenza artificiale
di Davide Lentini 11 Settembre 2025 12:27

Un nuovo colosso tecnologico si profila all’orizzonte. OpenAI e Oracle hanno annunciato una partnership strategica pluriennale del valore di 300 miliardi di dollari in cinque anni, con l’obiettivo di rivoluzionare le infrastrutture dedicate all’intelligenza artificiale. L’accordo segna un punto di svolta per il settore, non solo per l’entità dell’investimento, ma anche per le implicazioni economiche e industriali che comporta a livello globale.
L’intesa prevede che Oracle fornisca a OpenAI l’accesso alla sua infrastruttura cloud ad altissime prestazioni, espandendo notevolmente la capacità computazionale necessaria per l’addestramento e l’esecuzione dei modelli di intelligenza artificiale, tra cui quelli alla base di ChatGPT. L’accordo si inserisce in una strategia più ampia che punta a sostenere l’aumento esponenziale della domanda di AI generativa nei prossimi anni. Oracle metterà a disposizione di OpenAI la sua Oracle Cloud Infrastructure (Oci) Supercluster, in grado di gestire centinaia di migliaia di Gpu Nvidia all’avanguardia. Questa mossa colloca Oracle in diretta concorrenza con altri giganti del cloud come Amazon Web Services, Microsoft Azure (che già collabora con OpenAI) e Google Cloud, creando un ambiente di competizione ancora più serrato nell’high-performance computing per AI.
Il maxi investimento tecnologico è uno dei più significativi degli ultimi anni in questo settore. A livello macroeconomico l’intesa potrebbe generare ulteriori sviluppi sia pubblici che privati nell'ambito AI, con effetti a catena su produttività, occupazione e innovazione. L’espansione dell’infrastruttura cloud porterà probabilmente a una maggiore domanda di competenze specialistiche, in particolare nei campi del machine learning, dell'ingegneria del software e della cybersecurity. Anche il settore dei semiconduttori potrebbe trarne vantaggio, considerando il massiccio impiego di Gpu avanzate per alimentare i supercluster di Oci. Inoltre, il potenziamento delle capacità di OpenAI potrebbe tradursi in una crescita della domanda di applicazioni AI da parte di aziende e governi, generando nuove opportunità di mercato in ambiti come sanità, finanza, istruzione e pubblica amministrazione.
Non meno importante è la dimensione strategico-politica dell’accordo. In un contesto di crescente tensione tecnologica tra Stati Uniti e Cina, la partnership rafforza la posizione di leadership americana nel settore dell’AI. Oracle, spesso rimasta ai margini rispetto ad altri player nel campo dell’AI generativa, fa ora il suo ingresso in prima linea con un ruolo infrastrutturale chiave. Da parte sua, OpenAI si assicura l’accesso a una piattaforma scalabile, riducendo potenziali colli di bottiglia legati alla capacità computazionale. Un elemento cruciale per sostenere la continua evoluzione dei modelli linguistici di nuova generazione. Con 300 miliardi sul piatto, OpenAI e Oracle stanno riscrivendo le regole del gioco.
MASSICCIO INVESTIMENTO DI OPENAI E ORACLE
L’intesa prevede che Oracle fornisca a OpenAI l’accesso alla sua infrastruttura cloud ad altissime prestazioni, espandendo notevolmente la capacità computazionale necessaria per l’addestramento e l’esecuzione dei modelli di intelligenza artificiale, tra cui quelli alla base di ChatGPT. L’accordo si inserisce in una strategia più ampia che punta a sostenere l’aumento esponenziale della domanda di AI generativa nei prossimi anni. Oracle metterà a disposizione di OpenAI la sua Oracle Cloud Infrastructure (Oci) Supercluster, in grado di gestire centinaia di migliaia di Gpu Nvidia all’avanguardia. Questa mossa colloca Oracle in diretta concorrenza con altri giganti del cloud come Amazon Web Services, Microsoft Azure (che già collabora con OpenAI) e Google Cloud, creando un ambiente di competizione ancora più serrato nell’high-performance computing per AI.
IMPATTO SU MERCATI, OCCUPAZIONE E INNOVAZIONE
Il maxi investimento tecnologico è uno dei più significativi degli ultimi anni in questo settore. A livello macroeconomico l’intesa potrebbe generare ulteriori sviluppi sia pubblici che privati nell'ambito AI, con effetti a catena su produttività, occupazione e innovazione. L’espansione dell’infrastruttura cloud porterà probabilmente a una maggiore domanda di competenze specialistiche, in particolare nei campi del machine learning, dell'ingegneria del software e della cybersecurity. Anche il settore dei semiconduttori potrebbe trarne vantaggio, considerando il massiccio impiego di Gpu avanzate per alimentare i supercluster di Oci. Inoltre, il potenziamento delle capacità di OpenAI potrebbe tradursi in una crescita della domanda di applicazioni AI da parte di aziende e governi, generando nuove opportunità di mercato in ambiti come sanità, finanza, istruzione e pubblica amministrazione.
LA SFIDA "POLITICA" DI OPENAI E ORACLE
Non meno importante è la dimensione strategico-politica dell’accordo. In un contesto di crescente tensione tecnologica tra Stati Uniti e Cina, la partnership rafforza la posizione di leadership americana nel settore dell’AI. Oracle, spesso rimasta ai margini rispetto ad altri player nel campo dell’AI generativa, fa ora il suo ingresso in prima linea con un ruolo infrastrutturale chiave. Da parte sua, OpenAI si assicura l’accesso a una piattaforma scalabile, riducendo potenziali colli di bottiglia legati alla capacità computazionale. Un elemento cruciale per sostenere la continua evoluzione dei modelli linguistici di nuova generazione. Con 300 miliardi sul piatto, OpenAI e Oracle stanno riscrivendo le regole del gioco.
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