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Sostenibilità, Enrico Letta: è necessario ammorbidire le norme e allungare i tempi per la transizione

In tempi di incertezza gli investimenti rallentano ed entro breve, con l’esaurimento delle risorse del Next Generation Eu, si dovrà ricorrere a risorse private per proseguire nella missione green

di Paolo Gila 5 Settembre 2025 10:01

financialounge -  Enrico Letta investimenti sostenibilità Transizione
“La sostenibilità è una linea politica del futuro”, Enrico Letta usa un tono morbido per declamare un cambio di passo nella visione del modello produttivo da adottare, ma l’esclamativo, sotteso, è potente e racchiude in sé un misto di determinazione e di rassegnazione. Il presente mostra cortocircuiti che impensieriscono. Shell ha annunciato di abbandonare il piano per uno stabilimento di biodiesel a Rotterdam. A Milano è stata avanzata la proposta di far pagare l’ingresso nell’area C anche ai veicoli elettrici e a quelli ibridi, finora esclusi dal balzello per favorire la diffusione di una mobilità senza emissione di anidride carbonica. La sostenibilità dei bilanci, di gruppi privati e delle amministrazioni, spesso si scontra con la sostenibilità ambientale.

NON UNA MA TANTE SOSTENIBILITÀ


Enrico Letta si è presentato a Milano, nella sede di PWC Italia, in qualità di presidente di Arel, l’Agenzia di Ricerche e Legislazione, un think tank fondato dall’economista Nino Andreatta con lo scopo di affrontare i problemi grazie alle competenze di politici e di esponenti del mondo imprenditoriale e finanziario. Con PWC e JTI Italia Arel ha compiuto un sondaggio per rilevare quanto e come è percepita la sostenibilità nella società italiana. Senza elencare la vastità dei dati della ricerca per non annoiare, basta osservare che solo un italiano su due è consapevole del problema, ma solo uno su tre adotta di fatto comportamenti virtuosi.

IL BICCHIERE È MEZZO PIENO


La sostenibilità è quindi molto comunicata, con i canali dell’informazione e della pubblicità, ma in definitiva, ancora poco nota. Ecco perché l’analisi della sua percezione diventa fondamentale per comprendere le tendenze evolutive in atto. L’opinione pubblica è divisa in funzione dell’età: ogni generazione ha le sue convinzioni. Gli over 60 sono parsimoniosi e non sono disposti a pagare un premio per avere prodotti e servizi green, mentre i giovani sono più disponibili a fare acquisti mirati e ad adottare pratiche adeguate. “Bisogna pensare – sottolinea Letta – a un ammorbidimento delle norme e a un allungamento dei tempi per la transizione”. Perché il processo è più lento del previsto e richiede accomodamenti, anche se l’obiettivo resta immutato.



CONTANO ANCHE LE RAGIONI TATTICHE


La visione strategica di lungo periodo non è destinata a cambiare. I 17 principi dell’Agenda 2030 restano il fulcro centrale di riferimento. Piuttosto è da modificare l’approccio allo studio e alla soluzione dei problemi. “La geopolitica, la pandemia, la crisi economica, la recessione e l’inflazione – evidenzia Giovanni Andrea Toselli, presidente e amministratore delegato di PWC Italia – sono fattori che hanno rallentato l’affermazione della sostenibilità come criterio adottato a livello di imprese e di consumatori”. Da qui la voglia di ripensare il percorso, se il sentiero mostra ora una salita impervia.

L’INDUSTRIALIZZAZIONE EUROPEA A RISCHIO


I ritardi e le grandi incertezze, derivanti da cause come la complicazione normativa, ricadono sulle imprese e sul ciclo economico. I gruppi modificano i loro piani di investimento, tolgono risorse dai progetti di innovazione, incrociano le braccia e si mettono alla finestra, in attesa di un quadro più chiaro e sicuro. “La semplificazione dell’apparato normativo – illustra Irene Tinagli, membro del Parlamento Europeo in videocollegamento – è un altro passo da compiere”. Senza un ricomponimento degli aspetti burocratici, da snellire e rendere più comprensibili, si potrebbe rischiare una riduzione della capacità manifatturiera. E questo è un altro grande problema all’orizzonte, che riguarda l’intero Vecchio Continente e non solo il nostro Paese. Come dire che la sostenibilità da difendere è anche quella produttiva.

LA CULTURA DEGLI INVESTIMENTI


I valori che si traducono in buone pratiche sono nulla se l’architettura complessiva non attrae risorse. E queste finora sono state garantite da interventi comunitari come il Next Generation Eu, o da pilastri come il Pnrr. Ma questi hanno un termine. E per il futuro? “I costi della transizione verso un modello sostenibile – conclude Enrico Letta – dovranno essere condivisi”. Dovranno cioè essere spalmati, con la partecipazione attiva di tutti gli attori sociali. L’ambiente è un bene comune e ognuno dovrà fare la sua parte. Suggestioni per chi promuove i fondi Esg, destinati a seguire l’onda del progresso, con il suo altalenante andamento.

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