Alleanza mediterranea

Al forum Ambrosetti la proposta di un’alleanza Italia-Spagna

La proposta è stata presentata durante la prima giornata del meeting di Cernobbio, grazie a una ricerca promossa congiuntamente da TEHA e Amazon Italia

di Paolo Gila 5 Settembre 2025 14:54

financialounge -  economia Forum Ambrosetti
Il tempo è maturo perché Roma e Madrid escano da incomprensioni e ambiguità. Il loro destino sarà più fruttuoso se uniranno gli sforzi per creare un’unità di intenti, nel rispetto delle diversità. Un po’ come hanno fatto nel Nord i Paesi Scandinavi che, grazie alle loro intese e alla visione comune sulle questioni continentali, esprimono oggi una forza compatta e sono in grado di influenzare le decisioni di Bruxelles. In sintesi è questo il messaggio emerso durante la presentazione alla stampa di una ricerca che ha visto in primo piano Amazon e TEHA.

L’UNIONE FA LA FORZA DEL SUD


“In prospettiva futura – precisa Enrico Letta, che ha supervisionato i risultati dell’analisi – la cooperazione tra i due Paesi è obbligatoria, non può e non deve essere una eventualità”. Occorre fermare la competizione. Le rivalità tra i due Paesi non servono. Il fattore demografico e di relazione con il resto del mondo da parte della Spagna può diventare una leva per il successo dei prodotti del Made in Italy. “La Spagna – spiega Letta, che in mattinata era intervenuto a Milano nel think tank Arel – ha un patrimonio di contatti con il Sud America e il trattato con il Mercosur può diventare un’interessante opportunità per le nostre imprese italiane legate all’agroindustria, ma non solo”.

LA LOGICA DELLE PIATTAFORME


L’alleanza mediterranea tra Italia e Spagna potrà essere supportata meglio se le loro piattaforme digitali andranno a integrarsi. In quest’ottica lavora sul medio-lungo periodo Amazon. Il gruppo presente in Italia dal 2010 ha investito finora nel nostro Paese 20 miliardi di euro, di cui 4 solo nell’ultimo periodo, con la creazione di oltre 19 mila posti di lavoro. “Ci sono progetti di espansione – conferma Giorgio Busnelli, Ceo di Amazon in Italia – e il nostro piano prevede l’avvio di 27 siti per la generazione di energia da fonti rinnovabili, sull’esempio di quanto è stato già realizzato in Sicilia”. Le piattaforme hanno dato visibilità e hanno incrementato le attività commerciali di 20 mila imprese solo in Italia. Ma sono un aggancio fondamentale per lo sviluppo dell’intera area mediterranea.

IL DILEMMA DELL’ENERGIA AL FORUM AMBROSETTI


I due Paesi lavorano insieme meno di quanto potrebbero e così hanno un potenziale di collaborazione che viene espresso solo in parte. Tra Italia e Spagna esistono differenze sostanziali, ma non sono insuperabili. Nella penisola iberica c’è una frammentazione degli aspetti amministrativi: ogni provincia autonoma ha le proprie leggi in materia di diritto del lavoro, ad esempio, mentre in Italia ci sono più leggi, ma queste valgono universalmente su tutto il territorio. La vera differenza è però sul costo dell’energia, perché in Spagna è di 166 euro il Megawattora. In Italia invece si superano ampiamente i 230 euro. “Il divario è eclatante – dice Busnelli – e in qualche modo si dovrà correre ai ripari per pareggiare le posizioni”. In questo senso è auspicabile che l’Europa attui al più presto il Mercato Unico dell’Energia, il vero fattore di unificazione dei sistemi manifatturieri sul Vecchio Continente.

UNA PROSPETTIVA SOLIDALE


Con 7 reattori nucleari operativi, e con una diffusa rete fotovoltaica, la Spagna è marginalmente dipendente dal gas, a differenza del nostro Paese che invece non ha ancora raggiunto un sufficiente grado di diversificazione. “Per questa ragione – recita il rapporto TEHA-Amazon – la competitività del sistema industriale spagnolo è cresciuto maggiormente rispetto all’analogo fattore italiano”. Tuttavia, l’occupazione è cresciuta di più in Italia rispetto alla Spagna e ciò lo si deve principalmente alla massiccia diffusione delle piccole e medie imprese, che sono la caratteristica predominante del nostro sistema produttivo. Ma se i due Paesi riuscissero a integrare le disponibilità e le forze, raggiungerebbero una massa critica di indubbio valore.

FATTORI ECONOMICI E POLITICI


Una più consapevole collaborazione strategica tra i due Paesi potrebbe dunque portare a una sorta di “Blocco del Sud” in grado di esprimere una comune visione su temi come l’internazionalizzazione dei marchi e dei prodotti verso l’America Latina, dal momento che, rispetto ai nostri, i porti spagnoli sono molto più efficienti nelle tratte atlantiche. Ci sarebbe anche una più forte visione mediterranea nelle questioni europee. Se ci fosse una stabile alleanza tra Roma e Madrid, il Meridione d’Europa avrebbe più voce in capitolo in materie come la navigazione, la difesa della produzione agricola, le politiche di sviluppo delle rinnovabili e del nucleare. Finora la politica non ha promosso l’avvio di progetti condivisi in grado di potenziare anche gli aspetti economici e commerciali. Adesso però i tempi sono maturi perché si cominci a marciare insieme.

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