Risiko bancario
Orcel sfida Berlino: UniCredit vuole il 30% di Commerz nonostante il no del Governo
L'intenzione è di aumentare il diritto di voto nella seconda banca privata tedesca entro fine anno senza tener conto della contrarietà dell'esecutivo. Durante un forum in Germania dice: “Abbiamo un piano”
di Davide Lentini 4 Settembre 2025 14:25

Andrea Orcel, ceo di UniCredit, non sembra intenzionato a fare marcia indietro. Anzi. Durante un forum organizzato dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt il banchiere italiano ha annunciato di voler mantenere aperta la porta per una possibile acquisizione di Commerzbank nonostante l’esplicita contrarietà del governo tedesco. Governo che detiene ancora una partecipazione del 15% nell’istituto di Francoforte.
Orcel ha espressamente dichiarato che UniCredit sarebbe pronta ad acquistare fino a quasi il 30% di Commerz anche senza il consenso dell’esecutivo tedesco. Si tratta di una soglia strategica: al di sotto del 30% non è infatti richiesto lanciare un'offerta pubblica di acquisto sull'intera società. Il segnale lanciato da Orcel è molto chiaro: UniCredit sta valutando un ingresso aggressivo nel capitale, senza però forzare l’acquisizione totale, almeno nella fase iniziale.
Le dichiarazioni di Orcel arrivano in un momento in cui la politica tedesca appare particolarmente cauta sul fronte bancario. Il Ministero delle Finanze, pur non escludendo a priori scenari futuri di consolidamento, avrebbe già fatto sapere a Orcel che "non è il momento giusto" per una scalata con Commerzbank. Berlino teme possibili ricadute sull’occupazione e una perdita di influenza su uno dei pilastri storici del credito tedesco. Sui posti di lavoro l'ad di UniCredit ha però chiarito che dovranno essere fatte delle valutazioni. "Potrebbero esserci riduzioni, ma non nei numeri che girano". "Ma nei prossimi cinque anni - ha aggiunto- Commerzbank da sola taglierebbe molti più posti di lavoro di quanti ne taglierebbe consolidandosi con noi".
La visione del numero uno di UniCredit è chiara, soprattutto rispetto allo scenario futuro. "Tutti speculano su cosa succede prossimamente - ha spiegato - Nessuno sa davvero qual è il piano, ma questo non significa che non ce l'abbiamo. Perché noi abbiamo un piano". Secondo Orcel un’eventuale integrazione tra i due istituti rafforzerebbe la posizione di UniCredit in Europa, creando un player continentale con forte presenza in Germania, Italia e Austria. Sulla possibilità o meno di lanciare una opa, l'ad di Piazza Gae Aulenti ha spiegato che "la decisione spetta agli azionisti, al cda, e ai team". E su un eventuale posto in consiglio ha chiarito: "Dal punto di vista della normativa ci sono regole per garantire che un membro del consiglio di sorveglianza non possa agire contro gli interessi dell'azienda. Abbiamo speso miliardi per costruire la quota in Commerzbank e come per ogni altro azionista comporta dei diritti”. Il braccio di ferro tra UniCredit e Berlino è appena iniziato e promette di ridefinire gli equilibri del settore bancario europeo.
UNICREDIT VUOLE ARRIVARE AL 30% DI COMMERZ
Orcel ha espressamente dichiarato che UniCredit sarebbe pronta ad acquistare fino a quasi il 30% di Commerz anche senza il consenso dell’esecutivo tedesco. Si tratta di una soglia strategica: al di sotto del 30% non è infatti richiesto lanciare un'offerta pubblica di acquisto sull'intera società. Il segnale lanciato da Orcel è molto chiaro: UniCredit sta valutando un ingresso aggressivo nel capitale, senza però forzare l’acquisizione totale, almeno nella fase iniziale.
PER IL GOVERNO TEDESCO "NON È IL MOMENTO GIUSTO"
Le dichiarazioni di Orcel arrivano in un momento in cui la politica tedesca appare particolarmente cauta sul fronte bancario. Il Ministero delle Finanze, pur non escludendo a priori scenari futuri di consolidamento, avrebbe già fatto sapere a Orcel che "non è il momento giusto" per una scalata con Commerzbank. Berlino teme possibili ricadute sull’occupazione e una perdita di influenza su uno dei pilastri storici del credito tedesco. Sui posti di lavoro l'ad di UniCredit ha però chiarito che dovranno essere fatte delle valutazioni. "Potrebbero esserci riduzioni, ma non nei numeri che girano". "Ma nei prossimi cinque anni - ha aggiunto- Commerzbank da sola taglierebbe molti più posti di lavoro di quanti ne taglierebbe consolidandosi con noi".
ORCEL: "ABBIANO UN PIANO PER COMMERZ"
La visione del numero uno di UniCredit è chiara, soprattutto rispetto allo scenario futuro. "Tutti speculano su cosa succede prossimamente - ha spiegato - Nessuno sa davvero qual è il piano, ma questo non significa che non ce l'abbiamo. Perché noi abbiamo un piano". Secondo Orcel un’eventuale integrazione tra i due istituti rafforzerebbe la posizione di UniCredit in Europa, creando un player continentale con forte presenza in Germania, Italia e Austria. Sulla possibilità o meno di lanciare una opa, l'ad di Piazza Gae Aulenti ha spiegato che "la decisione spetta agli azionisti, al cda, e ai team". E su un eventuale posto in consiglio ha chiarito: "Dal punto di vista della normativa ci sono regole per garantire che un membro del consiglio di sorveglianza non possa agire contro gli interessi dell'azienda. Abbiamo speso miliardi per costruire la quota in Commerzbank e come per ogni altro azionista comporta dei diritti”. Il braccio di ferro tra UniCredit e Berlino è appena iniziato e promette di ridefinire gli equilibri del settore bancario europeo.
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