Mercati

Ecco perché tanti investitori sono in fuga dai titoli di Stato

I “bond vigilantes”, insoddisfatti dalle politiche fiscali di molti Paesi e preoccupati per l’indipendenza della Fed, stanno vendendo le obbligazioni per fare spazio all’oro

di Antonio Cardarelli 4 Settembre 2025 12:05

financialounge -  mercati obbligazioni oro titoli di stato
L’appeal dei titoli di Stato come bene rifugio primario sembra essersi appannato. O almeno è quello che sta succedendo nelle ultime settimane, caratterizzate dal sell-off delle obbligazioni governative a lunga scadenza. Non a caso l’oro sembra aver conquistato lo scettro di bene rifugio preferito dagli investitori.

TITOLI DI STATO, COSA STA SUCCEDENDO


Ma cos’è cambiato nell’approccio degli investitori? Secondo diversi analisti a ridurre l’attrattività dei titoli di Stato – anche quelli di Paesi tradizionalmente considerati estremamente sicuri – sono stati numerosi fattori. Partendo dagli Stati Uniti, il primo elemento riguarda (come per gli altri Paesi) i dubbi sulla sostenibilità delle politiche fiscali. Come accaduto in precedenza per il governo Truss nel Regno Unito, le spese previste dall’amministrazione Trump vengono guardate con diffidenza dai cosiddetti “bond vigilantes”, gli investitori obbligazionari che cercano di imporre una disciplina fiscale ai governi ritenuti spendaccioni, facendo aumentare i costi di finanziamento.

LE INGERENZE DI TRUMP SULLA FED


Spese che, nel caso degli Stati Uniti, poggiano principalmente sugli introiti derivanti dai dazi, che a loro volta sono finiti nel mirino dei giudici Usa, portando incertezza su altra incertezza già presente. Inoltre, negli Usa gli investitori temono le ingerenze di Trump sulle politiche della Fed. Il presidente spinge per il taglio dei tassi, ma la Federal Reserve finora è rimasta cauta allo scopo di contrastare l’inflazione. Una Fed non indipendente non viene vista di buon occhio dai mercati, e anche questo elemento spiega il rendimento al 5% dei T-Bond Usa toccato nella giornata di ieri.

TITOLI DI STATO, RENDIMENTI IN AUMENTO


Aumenti che hanno caratterizzato anche i titoli di Stato del Giappone, con la scadenza trentennale che ha raggiunto un nuovo record dopo una crescita di 100 punti base dovuta a inflazione persistente, tassi reali negativi e instabilità politica. Discorso simile per Francia e Regno Unito, dove i tassi delle scadenze a 30 anni hanno toccato livelli che non si vedevano rispettivamente dal 2008 e dal 1998. Anche i titoli tedeschi, i solidissimi Bund, rifugio per eccellenza degli investitori, sono stati investiti dalle vendite con conseguente aumento dei rendimenti.

L’ORO CONQUISTA SPAZIO


Una situazione che ha visto l’oro toccare nuovi record. Nonostante i lingotti non paghino cedole, l’indipendenza dai fattori politici e fiscali ha determinato la “vittoria” dell’oro nella sfida tra beni rifugio. Mercoledì il metallo prezioso ha raggiunto un nuovo massimo a 3.578 dollari, favorito dal ruolo storico come copertura dall’inflazione. “Gli investitori tendono a seguire la tendenza del momento, e in questo momento l’oro ce l’ha. Ma le obbligazioni no”, ha spiegato a CNBC Ed Yardeni, presidente di Yardeni Research. E i “bond vigilantes”, in questo momento, non sono soddisfatti delle politiche fiscali e monetarie di molti Paesi.

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