Lutto nella moda

Addio a Re Giorgio, icona del made in Italy nel mondo

Scompare, all’età di 91 anni, il maestro Armani, uno dei simboli del fashion system italiano. Quest'anno, nel corso della Milano fashion week, avrebbe celebrato i 50 anni della maison

di Annalisa Lospinuso 4 Settembre 2025 15:51

financialounge -  Armani fashion system Giorgio Armani Made In Italy moda Re Giorgio
È morto Giorgio Armani all’età di 91 anni. L’uomo che ha trasformato l’eleganza italiana in un linguaggio universale e ha portato Milano – e la sua moda – sotto i riflettori internazionali. Per tutti era semplicemente Re Giorgio, osannato in ogni parte del mondo come simbolo di eleganza e di stile. Una scomparsa dolorosa per tutto il fashion system e non solo, alla vigilia della Milano fashion week, che inizierà il prossimo 23 settembre, nel corso della quale Armani avrebbe festeggiato il 50esimo anniversario della nascita della maison con una mostra alla Pinacoteca di Brera.

GIORNO ARMANI: IL COMUNICATO DELLA SCOMPARSA


“Con infinito cordoglio – ha scritto in una nota il gruppo – il gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore. Il signor Armani, come è sempre stato chiamato con rispetto e ammirazione da dipendenti e collaboratori, si è spento serenamente, circondato dai suoi cari. Infaticabile, ha lavorato fino agli ultimi giorni”.
La camera ardente sarà allestita, a partire da sabato 6 settembre, e sarà visitabile fino a domenica 7 settembre, dalle ore 9 alle ore 18, a Milano, in via Bergognone 59, presso l'Armani/Teatro. Per espressa volontà del signor Armani, i funerali si svolgeranno in forma privata.

LA CARRIERA DI GIORGIO ARMANI


Armani è stato l’architetto di un’estetica nuova: linee pure, giacche decostruite, colori neutri e un’idea di eleganza essenziale che ha saputo unire rigore e sensualità. I suoi abiti hanno vestito generazioni di manager, attori, atleti, capi di Stato, proiettando il marchio nel mito.

ARMANI L'IMPRENDITORE


Dietro lo stilista, c’era l’imprenditore: in un settore dominato da conglomerati multinazionali, Armani ha difeso con tenacia l’indipendenza della sua azienda, guidandola fino all’ultimo giorno con rigore e disciplina. L’impero Giorgio Armani conta oggi moda, accessori, profumi, beauty, arredo, hotel: un universo coerente costruito intorno a un’idea precisa di lusso sobrio e senza tempo.
La sua figura ha incarnato un’Italia moderna, laboriosa, elegante. In oltre cinquant’anni di carriera non ha mai ceduto alle mode effimere, restando fedele alla sua visione: “L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”, amava ripetere. Una filosofia che ha attraversato passerelle, red carpet e uffici di tutto il mondo.

ARMANI, SIMBOLO DEL MADE IN ITALY


Con Armani se ne va l’ultimo dei grandi maestri della moda italiana nati nel Novecento, accanto a Valentino, Versace, Ferré. Ma resta la sua eredità: un brand globale, un archivio immenso appena reso disponibile al pubblico, e soprattutto uno stile che continua a parlare di misura, classe e libertà.

L'ULTIMO ACQUISTO


Una settimana fa, Armani aveva coronato il sogno di acquisire La Capannina di Franceschi srl di Forte dei Marmi, il leggendario locale fondato nel 1929 da Achille Franceschi. Lì, negli anni Sessanta, aveva conosciuto il suo amico e socio Sergio Galeotti.

RE GIORGIO E LA FINE DI UN'ERA


Re Giorgio lascia un’eredità creativa ed economica difficile da quantificare e apre la sfida della successione. A fine agosto, Armani era tornato sul tema del passaggio di consegne, nel corso di un’intervista al Financial Times parlando della sua fiducia nella famiglia e verso il “circolo magico” che lo accompagna da sempre, di cui fa parte anche il suo compagno, Leo Dell'Orco, responsabile del design maschile del gruppo. “Vorrei che la successione fosse organica e non un momento di rottura”, ha detto il maestro. Nel 2017, sempre al FT, aveva detto anticipato che per la successione “era tutto pronto”.

LA SUCCESSIONE DI ARMANI


Nel 2023, la Reuters era entrata in possesso di un documento privato nel quale lo stesso Armani aveva posto le condizioni del “dopo”. Le azioni del gruppo saranno divise secondo il piano conservato da un notaio milanese. Piano che stabilisce i futuri principi di governance. Lo statuto divide il capitale sociale in sei categorie con diritti di voto e poteri diversi, ed è stato modificato per crearne anche alcune senza diritto di voto. L’obiettivo di Re Giorgio sarebbe stato di trovare un'organizzazione che possa ridurre i margini di disaccordo tra gli eredi, con la distribuzione del 50% degli utili netti agli azionisti.

IL DOCUMENTO SULLA SUCCESSIONE


Tra le indicazioni lasciate in questo documento, il divieto di quotazione in Borsa per i primi cinque anni dopo la sua morte. E poi, eventuali m&a “dovranno avvenire con approccio prudente finalizzato unicamente a sviluppare competenze che non esistono internamente dal punto di vista del mercato, del prodotto o del canale”. Tra le indicazioni lasciate in questo documento, il divieto di quotazione in Borsa per i primi cinque anni dopo la sua morte. E poi, eventuali m&a “dovranno avvenire con approccio prudente finalizzato unicamente a sviluppare competenze che non esistono internamente dal punto di vista del mercato, del prodotto o del canale”. Una partita tutta da giocare, insomma. Ma ora si penserà alle celebrazioni che Re Giorgio merita.

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