Lo scenario
E ora l'ops di Mps punta a raggiungere il 51% di Mediobanca. Ecco come
Ormai certo il raggiungimento della soglia minima del 35%, Siena potrebbe puntare a raggiungere il controllo di diritto di Piazzetta Cuccia. Decisive le mosse di diversi soci nelle prossime settimane
di Davide Lentini 3 Settembre 2025 13:04

L'ops lanciata dal Mps su Mediobanca sta vivendo una fase cruciale, e i numeri sembrano giocare sempre più a favore della banca senese. Con l’obiettivo minimo del 35% praticamente raggiunto, lo scenario si muove ora verso quote ben più ambiziose: il 51% per ottenere il controllo di diritto, fino al 66,67% per arrivare a una eventuale fusione. Ipotesi, quest'ultima, che a quanto pare non è sul tavolo, ma che di certo rappresenterebbe un grande successo per l'ad di Montepaschi, Lovaglio.
Al 3 settembre, le adesioni ufficiali all’ops di Mps hanno raggiunto il 30,125% del capitale di Mediobanca. A questo dato si sommano però altre adesioni già effettuate, ma non ancora contabilizzate, o in fase di finalizzazione. Sono quelle di Edizione (famiglia Benetton) col suo 2,2%, della Famiglia Tortora che porta in dote l'1,1%. C'è poi in 2% di Enpam, in arrivo nelle prossime ore. Con questi tre blocchi, l’offerta sale al 35,4%, superando così la soglia minima fissata dall'ad di Montepaschi, Lovaglio.
L'ops di Mps, però, potrebbe salire ancora e a questo punto superare il 51%. Vediamo come. A sostegno dell’offerta si è già schierato il grosso dei soci rilevanti. Primo tra tutti Delfin della famiglia Del Vecchio con la quota più ampia pari al 19,9%. Ci sono poi il Gruppo Caltagirone col 9,9% e gli enti previdenziali (Enpam, Enasarco e Cassa Forense) che complessivamente detengono il 5,5% (di cui 2% già conteggiato da Enpam, il resto potrebbe arrivare). A questi, come detto, si aggiungono il 2,2% di Edizione e l'1,1% della Famiglia Tortora. Inoltre, si stima che circa il 10% del capitale di Mediobanca sia ora nelle mani di fondi speculativi o arbitraggisti. Entrati durante l’estate, con ogni probabilità aderiranno all’ops attratti dal nuovo corrispettivo. E non è escluso che arrivino anche le sottoscrizioni di Unicredit, che detiene il 2%, e di Anima, Amundi e Tages con un 3% complessivo stimato. Se si aggiunge il residuo delle casse previdenziali, pari a circa il 3,5%, si arriva agevolmente a una quota complessiva del 53,6% da raggiungere entro la scadenza dell’8 settembre o nella riapertura dal 16 al 22.
Il 51% è il livello che garantisce il controllo di diritto di Mps su Piazzetta Cuccia. Con questa quota, Siena potrebbe consolidare Mediobanca nel proprio bilancio e ottenere benefici fiscali aggiuntivi: fino a 1,3 miliardi di crediti fiscali in più, rispetto agli 1,6 miliardi già sfruttabili singolarmente. Inoltre, il raggiungimento del 51% permetterebbe a Mps di guidare il passaggio di consegne, influenzare la governance e partecipare attivamente alla composizione del nuovo cda di Mediobanca, potenzialmente già nell’assemblea del 28 ottobre.
Se invece l'ops superasse il 66,67% delle sottoscrizioni, pari a due terzi del capitale, Mps avrebbe il controllo assoluto di Mediobanca, potendo portare avanti una fusione piena tra le due realtà. Questo permetterebbe di realizzare interamente i 700 milioni di sinergie promesse e accelerare il processo di integrazione industriale. Una soglia che pur non essendo condizione vincolante per il successo dell’ops, resta un obiettivo strategico nel medio termine. Nel frattempo, la seconda finestra di adesione dal 16 al 22 settembre sarà decisiva. Se anche i fondi passivi e gli investitori istituzionali ancora indecisi dovessero cedere le proprie quote, l’integrazione tra le due banche potrebbe diventare realtà già entro l’autunno.
PER ORA CONFERITO IL 30,1% DEL CAPITALE MEDIOBANCA
Al 3 settembre, le adesioni ufficiali all’ops di Mps hanno raggiunto il 30,125% del capitale di Mediobanca. A questo dato si sommano però altre adesioni già effettuate, ma non ancora contabilizzate, o in fase di finalizzazione. Sono quelle di Edizione (famiglia Benetton) col suo 2,2%, della Famiglia Tortora che porta in dote l'1,1%. C'è poi in 2% di Enpam, in arrivo nelle prossime ore. Con questi tre blocchi, l’offerta sale al 35,4%, superando così la soglia minima fissata dall'ad di Montepaschi, Lovaglio.
OPS DI MPS VERSO IL 51%, ECCO COME PUÒ ARRIVARCI
L'ops di Mps, però, potrebbe salire ancora e a questo punto superare il 51%. Vediamo come. A sostegno dell’offerta si è già schierato il grosso dei soci rilevanti. Primo tra tutti Delfin della famiglia Del Vecchio con la quota più ampia pari al 19,9%. Ci sono poi il Gruppo Caltagirone col 9,9% e gli enti previdenziali (Enpam, Enasarco e Cassa Forense) che complessivamente detengono il 5,5% (di cui 2% già conteggiato da Enpam, il resto potrebbe arrivare). A questi, come detto, si aggiungono il 2,2% di Edizione e l'1,1% della Famiglia Tortora. Inoltre, si stima che circa il 10% del capitale di Mediobanca sia ora nelle mani di fondi speculativi o arbitraggisti. Entrati durante l’estate, con ogni probabilità aderiranno all’ops attratti dal nuovo corrispettivo. E non è escluso che arrivino anche le sottoscrizioni di Unicredit, che detiene il 2%, e di Anima, Amundi e Tages con un 3% complessivo stimato. Se si aggiunge il residuo delle casse previdenziali, pari a circa il 3,5%, si arriva agevolmente a una quota complessiva del 53,6% da raggiungere entro la scadenza dell’8 settembre o nella riapertura dal 16 al 22.
COSA SUCCEDE SE L'OPS DI MPS SUPERA IL 51%
Il 51% è il livello che garantisce il controllo di diritto di Mps su Piazzetta Cuccia. Con questa quota, Siena potrebbe consolidare Mediobanca nel proprio bilancio e ottenere benefici fiscali aggiuntivi: fino a 1,3 miliardi di crediti fiscali in più, rispetto agli 1,6 miliardi già sfruttabili singolarmente. Inoltre, il raggiungimento del 51% permetterebbe a Mps di guidare il passaggio di consegne, influenzare la governance e partecipare attivamente alla composizione del nuovo cda di Mediobanca, potenzialmente già nell’assemblea del 28 ottobre.
CON IL 66,67% MPS AVREBBE IL CONTROLLO ASSOLUTO
Se invece l'ops superasse il 66,67% delle sottoscrizioni, pari a due terzi del capitale, Mps avrebbe il controllo assoluto di Mediobanca, potendo portare avanti una fusione piena tra le due realtà. Questo permetterebbe di realizzare interamente i 700 milioni di sinergie promesse e accelerare il processo di integrazione industriale. Una soglia che pur non essendo condizione vincolante per il successo dell’ops, resta un obiettivo strategico nel medio termine. Nel frattempo, la seconda finestra di adesione dal 16 al 22 settembre sarà decisiva. Se anche i fondi passivi e gli investitori istituzionali ancora indecisi dovessero cedere le proprie quote, l’integrazione tra le due banche potrebbe diventare realtà già entro l’autunno.
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