Risiko bancario

Con l'arrivo di Montepaschi ci sarà la fuga di banker da Mediobanca?

Secondo quanto riporta Repubblica, nel fortino di Piazzetta Cuccia si respira aria di resa. Dopo il rilancio all'ops da parte di Mps tra consulenti e dipendenti serpeggia il timore di un futuro incerto

di Davide Lentini 3 Settembre 2025 10:31

financialounge -  Alberto Nagel investment banker luigi lovaglio Mediobanca Ops Mps su Mediobanca Piazzetta Cuccia
Il rischio, in base a quanto scrive oggi Repubblica, è di un fuggi-fuggi generale da Mediobanca, dopo il rilancio deciso dal cda di Mps all'ops, che di fatto ha spianato la strada alla scalata. Nel fortino di Piazzetta Cuccia pare lo chiamino “rilancino”, ma di fatto ha segnato il passaggio decisivo: non tanto per convincere i vertici della banca guidata da Alberto Nagel, che domani in cda ribadiranno il giudizio di ostilità, ma per dare un segnale ai grandi investitori che stanno progressivamente mollando la presa.

IL RISCHIO FUGA DEI BANKER DA MEDIOBANCA


Se quindi Luigi Lovaglio, ad di Montepaschi, vede raggiungere il traguardo del 35%, e forse pure superarlo fino al 50%, il nodo vero riguarda ora le persone. Mediobanca conta 6.700 dipendenti e, come sottolinea Repubblica, tra banker, consulenti Premier e specialisti del corporate and investment banking serpeggia il timore di un futuro incerto. I primi segnali ci sono già stati: ad aprile il banker Gianluca Piacenti è passato a Fideuram portando con sé un portafoglio da 1,5 miliardi. E questa estate i rumor su nuove uscite si sono moltiplicati. Una sorta di “opa nell’opa”, con la concorrenza pronta ad approfittare della fase di transizione offrendo pacchetti allettanti e commissioni extra.

LA STRATEGIA DI LOVAGLIO PER RASSICURARE


Lovaglio, che a fine settembre completerà l’intestazione delle azioni, dovrà subito affrontare due priorità: definire il nuovo organigramma e rassicurare i banker chiave. Non a caso, il cda di Mediobanca ha già approvato una delibera che consente ai manager di monetizzare subito bonus e stock option maturati in caso di cambio di controllo, un incentivo che però rischia di favorire la fuga piuttosto che la permanenza. Per trattenere le risorse strategiche, l’ad di Mps dovrà quindi garantire nuove condizioni retributive competitive e messaggi di stabilità.

MEDIOBANCA NON VERRÀ FUSA A MPS?


Un altro punto aperto riguarda l’integrazione industriale. Il rilancio fatto da Mps non sarebbe legato al raggiungimento del 51% del capitale, ma alla volontà di portare comunque a casa il controllo superando il 35%. Questo, secondo Repubblica, lascia intendere che l’obiettivo non sarebbe una fusione immediata tra Siena e Piazzetta Cuccia, bensì il mantenimento di due brand distinti e quotati. Ipotesi che, però, non convincerebbe la Bce: senza una tesoreria comune e un’unica regia industriale i benefici di una grande operazione bancaria resterebbero limitati.

DOMANI IL CDA DI MEDIOBANCA


Domani, con il nuovo passaggio in cda durante il quale Nagel ribadirà l'ostilità dell'operazione, si capirà se l’ops di Mps su Mediobanca entrerà davvero nella sua fase finale. Ma tra i corridoi di Piazzetta Cuccia il timore è che, prima ancora dei numeri in assemblea, a fare la differenza possano essere le scelte dei banker più ambiti dal mercato.

Trending