
Lo studio
Silver age, ecco come cresce il risparmio
Il 58% di chi ha tra 60 e 85 anni risparmia, il dato più alto degli ultimi 20 anni. L’immobiliare resta l’investimento preferito, le obbligazioni superano le azioni. In crescita anche la previdenza complementare
di Fabrizio Arnhold 2 Settembre 2025 10:49

In Italia si risparmia sempre di più. Merito, soprattutto, della cosiddetta silver age, ossia la generazione di italiani tra i 60 e gli 85 anni. A delineare il quadro è l’ultima indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani, realizzata da Centro Einaudi e Intesa Sanpaolo. Il focus centrale sono gli investimenti immobiliari ma cresce anche il risparmio sul fronte finanziario.
Il mattone continua a restare al centro della ricchezza degli italiani. L’80 per cento del campione intervistato, infatti, composto da 1.500 partecipanti, abita in case di proprietà. Tra le persone con un’età compresa tra i 60 e gli 85 anni aumenta la percentuale di chi acquista una seconda casa da lasciare a figli e nipoti. Il 70 per cento ritiene che “bisogna lasciare almeno la casa ai figli”, considerando l’eredità come un “dovere morale”.
Sul fronte finanziario, crescere la propensione al risparmio (58%). Il dato è il più alto degli ultimi vent’anni, in crescita del 2% rispetto al 56% del 2024 e del +19% dal minimo del 2014 (39%). La generazione silver age preferisce le obbligazioni alle azioni. Il 20% investe in titoli di Stato, con la percentuale che aumenta con l’età anagrafica, mentre solo il 4,6% del campione ha investito in Borsa nell’ultimo anno.
I dati dell’indagine mettono in evidenza come dal 2014 al 2024 siano stati risparmiati 402 miliardi, ma solo 359 miliardi sono stati investiti. A pesare, in questo caso, è anche l’alfabetizzazione finanziaria ancora bassa. A contribuire a far crescere il risparmio anche la previdenza integrativa e le assicurazioni sanitarie e Ltc, le polizze Long Term Care, che danno un supporto in caso di perdita dell’autosufficeinza. Numeri che restano ancora bassi se confrontati con il resto d’Europa (solo il 24,5% ha aperto un piano di previdenza complementare), ma si confermano in costante crescita.
“L’Italia del risparmio nel 2025 si presenta come un Paese in evoluzione, con elementi di progresso e criticità residue”, spiega Giuseppe Russo, direttore del Centro Einaudi.” Abbiamo trovato che convivono la saggezza antica del mettere da parte per i tempi difficili e la consapevolezza che la sicurezza sia importante ma non basti più, e che l’approccio al risparmio non possa più essere semplicemente residuale o occasionale, ma debba essere il risultato di una strategia dovuta alla consapevolezza di bisogni perfino plurigenerazionali”.
LA CASA RESTA AL CENTRO
Il mattone continua a restare al centro della ricchezza degli italiani. L’80 per cento del campione intervistato, infatti, composto da 1.500 partecipanti, abita in case di proprietà. Tra le persone con un’età compresa tra i 60 e gli 85 anni aumenta la percentuale di chi acquista una seconda casa da lasciare a figli e nipoti. Il 70 per cento ritiene che “bisogna lasciare almeno la casa ai figli”, considerando l’eredità come un “dovere morale”.
PIÙ OBBLIGAZIONI CHE AZIONI
Sul fronte finanziario, crescere la propensione al risparmio (58%). Il dato è il più alto degli ultimi vent’anni, in crescita del 2% rispetto al 56% del 2024 e del +19% dal minimo del 2014 (39%). La generazione silver age preferisce le obbligazioni alle azioni. Il 20% investe in titoli di Stato, con la percentuale che aumenta con l’età anagrafica, mentre solo il 4,6% del campione ha investito in Borsa nell’ultimo anno.
RISPARMIATI 402 MILIARDI IN 10 ANNI
I dati dell’indagine mettono in evidenza come dal 2014 al 2024 siano stati risparmiati 402 miliardi, ma solo 359 miliardi sono stati investiti. A pesare, in questo caso, è anche l’alfabetizzazione finanziaria ancora bassa. A contribuire a far crescere il risparmio anche la previdenza integrativa e le assicurazioni sanitarie e Ltc, le polizze Long Term Care, che danno un supporto in caso di perdita dell’autosufficeinza. Numeri che restano ancora bassi se confrontati con il resto d’Europa (solo il 24,5% ha aperto un piano di previdenza complementare), ma si confermano in costante crescita.
LA STRATEGIA DEL RISPARMIO
“L’Italia del risparmio nel 2025 si presenta come un Paese in evoluzione, con elementi di progresso e criticità residue”, spiega Giuseppe Russo, direttore del Centro Einaudi.” Abbiamo trovato che convivono la saggezza antica del mettere da parte per i tempi difficili e la consapevolezza che la sicurezza sia importante ma non basti più, e che l’approccio al risparmio non possa più essere semplicemente residuale o occasionale, ma debba essere il risultato di una strategia dovuta alla consapevolezza di bisogni perfino plurigenerazionali”.
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