La corsa del metallo giallo
Nuovo record dell'oro che sfonda quota 3.500 dollari l'oncia. E potrebbe salire ancora
Il metallo prezioso aggiorna i massimi storici spinto dalle attese di un possibile taglio dei tassi di interesse e dagli attacchi di Trump alla Fed, che indeboliscono il dollaro
di Davide Lentini 2 Settembre 2025 10:52

L’oro ha infranto una nuova barriera storica, superando per la prima volta la soglia dei 3.500 dollari l’oncia. Il contratto spot ha toccato quota 3.508,50 dollari per poi rallentare agli attuali 3.492 dollari, mentre il future ha segnato un massimo intraday di 3.563,40 dollari, stabilizzandosi intorno a 3.520 dollari.
A sostenere il rally è l’aspettativa che la Fed possa intervenire con un taglio dei tassi già a settembre, in un contesto di indebolimento del dollaro e di crescita dell’incertezza macroeconomica e geopolitica. "Gli investitori aumentano l’asset allocation in oro - spiegano gli analisti di Ubs - soprattutto in vista dei tagli dei tassi da parte della Banca centrale americana, e questo sta spingendo i prezzi al rialzo”. Lo scenario di base è che "l’oro continuerà a raggiungere nuovi massimi anche nei prossimi trimestri". Alcuni esperti non escludono un’estensione della corsa anche oltre quota 3.600 dollari.
In questo contesto, con tassi di interesse più bassi, dati economici deboli e rischi geopolitici persistenti, l'oro rafforza il suo ruolo di strumento di diversificazione di portafoglio. Non a caso negli ultimi tre anni, oro e argento hanno più che raddoppiato il loro valore, sostenuti dalla domanda di beni rifugio in un contesto globale segnato da tensioni economiche e commerciali.
Tra i fattori di tensione rientra anche l’escalation di attacchi del presidente Trump alla Fed. Secondo molti osservatori la continua ingerenza mette a rischio la percezione di indipendenza della banca centrale statunitense. "Il contesto economico più debole e l’aspettativa di tagli dei tassi negli Stati Uniti danno impulso ai metalli preziosi”, osservano gli analisti di Capital.com, aggiungendo che "un altro fattore è la crisi di fiducia che sta minando gli asset in dollari a causa dell’attacco di Trump all’indipendenza della Fed”.
ATTESA PER IL TAGLIO DEI TASSI FED
A sostenere il rally è l’aspettativa che la Fed possa intervenire con un taglio dei tassi già a settembre, in un contesto di indebolimento del dollaro e di crescita dell’incertezza macroeconomica e geopolitica. "Gli investitori aumentano l’asset allocation in oro - spiegano gli analisti di Ubs - soprattutto in vista dei tagli dei tassi da parte della Banca centrale americana, e questo sta spingendo i prezzi al rialzo”. Lo scenario di base è che "l’oro continuerà a raggiungere nuovi massimi anche nei prossimi trimestri". Alcuni esperti non escludono un’estensione della corsa anche oltre quota 3.600 dollari.
ORO RIFUGIO SEMPRE PIÙ ATTRATTIVO
In questo contesto, con tassi di interesse più bassi, dati economici deboli e rischi geopolitici persistenti, l'oro rafforza il suo ruolo di strumento di diversificazione di portafoglio. Non a caso negli ultimi tre anni, oro e argento hanno più che raddoppiato il loro valore, sostenuti dalla domanda di beni rifugio in un contesto globale segnato da tensioni economiche e commerciali.
L'ORO BENEFICIA DEGLI ATTACCHI DI TRUMP ALLA FED
Tra i fattori di tensione rientra anche l’escalation di attacchi del presidente Trump alla Fed. Secondo molti osservatori la continua ingerenza mette a rischio la percezione di indipendenza della banca centrale statunitense. "Il contesto economico più debole e l’aspettativa di tagli dei tassi negli Stati Uniti danno impulso ai metalli preziosi”, osservano gli analisti di Capital.com, aggiungendo che "un altro fattore è la crisi di fiducia che sta minando gli asset in dollari a causa dell’attacco di Trump all’indipendenza della Fed”.
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