dazi
Natixis IM fa il punto della situazione economica e politica nelle due sponde dell’Atlantico
L’Europa, in particolare, per evitare l'emarginazione necessita di una forte volontà politica per innovare, decarbonizzare e ripristinare una dinamica interna solida e meno dipendente dal resto del mondo
di Leo Campagna 2 Settembre 2025 08:00

Dopo un’estate che, nel complesso, è trascorsa in modo relativamente tranquillo sui mercati, l’arrivo dell’autunno lascia sul tavolo ancora diversi interrogativi sugli sviluppi politici ed economici a livello globale. Philippe Waecther, capo economista di Ostrum AM, affiliata di Natixis IM, ha fatto il punto analizzando la situazione sulle due sponde dell’Atlantico.
Negli Stati Uniti, fa subito notare l’economista, il livello dell'indice di incertezza politica è quadruplicato dal 20 gennaio, cioè da quando è in carica Trump, rispetto al periodo compreso tra il 1985 e il 19 gennaio 2025. Ad alimentarlo non soltanto l'introduzione dei dazi ma anche una proposta politica insufficiente e contraddittoria che confonde gli analisti. “Un modo di operare che difficilmente cambierà nei prossimi mesi e il fallimento dei negoziati di pace in Ucraina durante l'incontro con Putin ad Anchorage dovrebbe contribuire a questa dinamica” spiega Waecther.
Un altro pericolo potrebbe essere provocato dall’annuncio di una possibile tassa del 300% sui semiconduttori. “In pratica l’elevato livello di incertezza sulle regole del gioco attualmente in fase di definizione da parte della Casa Bianca proseguirà. Gli impatti saranno negativi per tutti e dannosi per il ciclo economico. Le aziende, anche quelle americane, non amano le incertezze e questo contesto le incoraggia a rinviare i loro investimenti produttivi” riferisce l’economista di Ostrum AM.
In Europa, invece, il rapporto Draghi aveva suscitato entusiasmo. L’insufficiente innovazione era la chiave per invertire la tendenza del ritardo strutturale dell’Europa rispetto agli Stati Uniti. La soluzione era rappresentata da investimenti pari al 5% del PIL in grado di generare nuove entrate, una maggiore autonomia e la capacità di affrontare un mondo in evoluzione. “Tuttavia, quest’estate la strategia del Vecchio Continente è cambiata rapidamente quando è stato deciso di aumentare la spesa militare nell'ambito della NATO” commenta Waecther.
Gli accordi prevedono l’acquisto di più attrezzature dagli Stati Uniti. E’ vero che le spese militari hanno permesso innovazioni che sono state poi utilizzate nell'industria ma questa dinamica rischia di risultare molto più limitata in Europa. “Il potenziale di generazione di reddito aggiuntivo attraverso l'innovazione sarà inferiore alle aspettative. Inoltre potrebbero crescere le tensioni perché la debole crescita del reddito complessivo dovrà essere ripartita tra la popolazione attiva, che genera questo reddito, e il numero crescente di persone inattive” specifica l’economista di Ostrum AM.
Un secondo fattore su cui riflettere sono i negoziati commerciali con gli Stati Uniti che, oltre ai dazi doganali, impegnano l'Europa ad acquistare 750 miliardi di euro di gas naturale liquefatto nei prossimi tre anni. “Un vero peccato perché il Vecchio Continente era in una posizione ottimale per raggiungere l'autonomia energetica grazie alla sua robusta crescita nel settore delle energie rinnovabili. Ma ora, l'impegno dell'Europa per una rapida decarbonizzazione non sembra più essere prioritario” sottolinea il manager.
Infine, ma non meno rilevante secondo Waecther, ci sono le considerazioni dopo l'incontro sull'Ucraina nello Studio Ovale dopo quello di Anchorage. “L'assenza di un cessate il fuoco come prerequisito per i colloqui indica che la pace, in una fase in cui Washington e Mosca godono di buone relazioni diplomatiche, potrà essere raggiunta solo alle condizioni di Putin e cioè attraverso la divisione geografica. L'Europa, che non parteciperà ai prossimi incontri, dovrà comunque mobilitare ingenti risorse perché sarà responsabile della sicurezza e della ricostruzione dell'Ucraina” segnala il capo economista di Ostrum AM, interrogandosi su come reagiranno i contribuenti europei se la crescita dei redditi sarà limitata.
Il mondo si sta ricostruendo senza l'Europa che, peraltro, appare indebolita. “Per ritornare protagonisti sullo scacchiere internazionali è necessaria una forte volontà politica per innovare, decarbonizzare e ripristinare una dinamica interna solida e meno dipendente dal resto del mondo. Ma si deve procedere con la massima urgenza per scongiurare l'emarginazione dell'Europa e un drammatico smantellamento del continente” conclude Waecther.
INDICE DI INCERTEZZA POLITICA NEGLI USA ALLE STELLE
Negli Stati Uniti, fa subito notare l’economista, il livello dell'indice di incertezza politica è quadruplicato dal 20 gennaio, cioè da quando è in carica Trump, rispetto al periodo compreso tra il 1985 e il 19 gennaio 2025. Ad alimentarlo non soltanto l'introduzione dei dazi ma anche una proposta politica insufficiente e contraddittoria che confonde gli analisti. “Un modo di operare che difficilmente cambierà nei prossimi mesi e il fallimento dei negoziati di pace in Ucraina durante l'incontro con Putin ad Anchorage dovrebbe contribuire a questa dinamica” spiega Waecther.
IMPATTI NEGATIVI PER TUTTI E PER IL CICLO ECONOMICO
Un altro pericolo potrebbe essere provocato dall’annuncio di una possibile tassa del 300% sui semiconduttori. “In pratica l’elevato livello di incertezza sulle regole del gioco attualmente in fase di definizione da parte della Casa Bianca proseguirà. Gli impatti saranno negativi per tutti e dannosi per il ciclo economico. Le aziende, anche quelle americane, non amano le incertezze e questo contesto le incoraggia a rinviare i loro investimenti produttivi” riferisce l’economista di Ostrum AM.
IL RAPPORTO DRAGHI
In Europa, invece, il rapporto Draghi aveva suscitato entusiasmo. L’insufficiente innovazione era la chiave per invertire la tendenza del ritardo strutturale dell’Europa rispetto agli Stati Uniti. La soluzione era rappresentata da investimenti pari al 5% del PIL in grado di generare nuove entrate, una maggiore autonomia e la capacità di affrontare un mondo in evoluzione. “Tuttavia, quest’estate la strategia del Vecchio Continente è cambiata rapidamente quando è stato deciso di aumentare la spesa militare nell'ambito della NATO” commenta Waecther.
ACQUISTO DI PIÙ ATTREZZATURE MILITARI DAGLI STATI UNITI
Gli accordi prevedono l’acquisto di più attrezzature dagli Stati Uniti. E’ vero che le spese militari hanno permesso innovazioni che sono state poi utilizzate nell'industria ma questa dinamica rischia di risultare molto più limitata in Europa. “Il potenziale di generazione di reddito aggiuntivo attraverso l'innovazione sarà inferiore alle aspettative. Inoltre potrebbero crescere le tensioni perché la debole crescita del reddito complessivo dovrà essere ripartita tra la popolazione attiva, che genera questo reddito, e il numero crescente di persone inattive” specifica l’economista di Ostrum AM.
LA DECARBONIZZAZIONE NON È PIÙ UNA PRIORITÀ IN EUROPA
Un secondo fattore su cui riflettere sono i negoziati commerciali con gli Stati Uniti che, oltre ai dazi doganali, impegnano l'Europa ad acquistare 750 miliardi di euro di gas naturale liquefatto nei prossimi tre anni. “Un vero peccato perché il Vecchio Continente era in una posizione ottimale per raggiungere l'autonomia energetica grazie alla sua robusta crescita nel settore delle energie rinnovabili. Ma ora, l'impegno dell'Europa per una rapida decarbonizzazione non sembra più essere prioritario” sottolinea il manager.
LA PACE IN UCRAINA ALLE CONDIZIONI DI PUTIN
Infine, ma non meno rilevante secondo Waecther, ci sono le considerazioni dopo l'incontro sull'Ucraina nello Studio Ovale dopo quello di Anchorage. “L'assenza di un cessate il fuoco come prerequisito per i colloqui indica che la pace, in una fase in cui Washington e Mosca godono di buone relazioni diplomatiche, potrà essere raggiunta solo alle condizioni di Putin e cioè attraverso la divisione geografica. L'Europa, che non parteciperà ai prossimi incontri, dovrà comunque mobilitare ingenti risorse perché sarà responsabile della sicurezza e della ricostruzione dell'Ucraina” segnala il capo economista di Ostrum AM, interrogandosi su come reagiranno i contribuenti europei se la crescita dei redditi sarà limitata.
COSA DEVE FARE L’EUROPA
Il mondo si sta ricostruendo senza l'Europa che, peraltro, appare indebolita. “Per ritornare protagonisti sullo scacchiere internazionali è necessaria una forte volontà politica per innovare, decarbonizzare e ripristinare una dinamica interna solida e meno dipendente dal resto del mondo. Ma si deve procedere con la massima urgenza per scongiurare l'emarginazione dell'Europa e un drammatico smantellamento del continente” conclude Waecther.