Politica monetaria
La Financière de l’Échiquier: perché serve che la Fed resti indipendente
Jerome Powell si trova a fare la parte di Asterix, pronto a difendersi dall’invasore, in questo caso la corrente americana MAGA, con Donald Trump nel ruolo di Cesare
di Annalisa Lospinuso 2 Settembre 2025 17:39

La Fed è sotto assedio ed è a rischio la sua indipendenza. Sembra quasi di rivivere la situazione esistente nel villaggio gallico del famoso fumetto Asterix, come sottolinea Clément Inbona, Fund Manager di La Financière de l’Échiquier. Jerome Powell si trova a fare la parte di Asterix, pronto a difendersi dall’invasore, in questo caso la corrente americana MAGA, con Donald Trump nel ruolo di Cesare.
“Il tentativo di revoca di Lisa Cook, la governatrice della banca centrale degli Stati Uniti – dice Clément Inbona - accusata di frode in occasione delle richieste di mutui immobiliari personali è l'ultimo assalto. In seguito alla sentenza pronunciata lo scorso maggio dalla Corte Suprema statunitense, che estende il potere del presidente degli Stati Uniti sulle agenzie governative, la Fed è l'unica i cui membri non possono essere revocati dal presidente a meno di un motivo valido, attualmente mal definito”. La governatrice Cook ha rifiutato l'ingiunzione, facendo ricorso alle sedi legali incaricate di stabilire se il motivo di questo tentativo sia giustificato. In precedenza, anche il presidente della Fed, Jerome Powell, aveva subito pressioni per via dei lavori, ritenuti troppo costosi, di ristrutturazione della sede della Federal Reserve.
Il punto non sono gli attacchi personali ai membri della Fed, ma il rischio che sia compromessa l’indipendenza dello stesso istituto. Indipendenza conquistata con fatica dal 1935, con la separazione dal Tesoro, e che si è consolidata nel 1951 con la fine della monetizzazione del debito pubblico. In passato, come durante le presidenze Johnson e Nixon negli anni '60 e '70, ci sono stati già state pressioni politiche sulla Fed. Ma con Trump la situazione è peggiorata.
Il rischio è che, quando nel 2026 ci sarà il rinnovo dei membri della Fed, il presidente Trump possa aumentare la sua influenza. L’obiettivo mai dichiarato, secondo La Financière de l’Échiquier, sarebbe di “condizionare l'istituzione per ridurre i tassi di interesse e quindi alleggerire potenzialmente il costo del debito dello Stato americano, ampiamente deficitario e fortemente indebitato, al costo anche di esporsi a conseguenze disastrose”.
Esempi internazionali di interferenze della politica nelle Banche centrali non fanno ben sperare. “L’esempio turco è eloquente – aggiunge Clément Inbona di La Financière de l’Échiquier – dal 2019 Erdogan controlla la banca centrale le conseguenze economiche non si sono fatte attendere, tra inflazione galoppante e deprezzamento massiccio della lira turca, che alimenta l’aumento di prezzo dei prodotti importati. Conseguenze, queste, che potrebbero gravare tutte sull'economia statunitense qualora l’America MAGA conquistasse il villaggio della Fed”.
FED SOTTO ASSEDIO: L'ATTACCO A LISA COOK
“Il tentativo di revoca di Lisa Cook, la governatrice della banca centrale degli Stati Uniti – dice Clément Inbona - accusata di frode in occasione delle richieste di mutui immobiliari personali è l'ultimo assalto. In seguito alla sentenza pronunciata lo scorso maggio dalla Corte Suprema statunitense, che estende il potere del presidente degli Stati Uniti sulle agenzie governative, la Fed è l'unica i cui membri non possono essere revocati dal presidente a meno di un motivo valido, attualmente mal definito”. La governatrice Cook ha rifiutato l'ingiunzione, facendo ricorso alle sedi legali incaricate di stabilire se il motivo di questo tentativo sia giustificato. In precedenza, anche il presidente della Fed, Jerome Powell, aveva subito pressioni per via dei lavori, ritenuti troppo costosi, di ristrutturazione della sede della Federal Reserve.
FED E LA CONQUISTA DELL'INDIPENDENZA
Il punto non sono gli attacchi personali ai membri della Fed, ma il rischio che sia compromessa l’indipendenza dello stesso istituto. Indipendenza conquistata con fatica dal 1935, con la separazione dal Tesoro, e che si è consolidata nel 1951 con la fine della monetizzazione del debito pubblico. In passato, come durante le presidenze Johnson e Nixon negli anni '60 e '70, ci sono stati già state pressioni politiche sulla Fed. Ma con Trump la situazione è peggiorata.
GLI OBIETTIVI DI TRUMP
Il rischio è che, quando nel 2026 ci sarà il rinnovo dei membri della Fed, il presidente Trump possa aumentare la sua influenza. L’obiettivo mai dichiarato, secondo La Financière de l’Échiquier, sarebbe di “condizionare l'istituzione per ridurre i tassi di interesse e quindi alleggerire potenzialmente il costo del debito dello Stato americano, ampiamente deficitario e fortemente indebitato, al costo anche di esporsi a conseguenze disastrose”.
L'INTERFERENZA DELLA POLITICA NELLE BANCHE CENTRALI
Esempi internazionali di interferenze della politica nelle Banche centrali non fanno ben sperare. “L’esempio turco è eloquente – aggiunge Clément Inbona di La Financière de l’Échiquier – dal 2019 Erdogan controlla la banca centrale le conseguenze economiche non si sono fatte attendere, tra inflazione galoppante e deprezzamento massiccio della lira turca, che alimenta l’aumento di prezzo dei prodotti importati. Conseguenze, queste, che potrebbero gravare tutte sull'economia statunitense qualora l’America MAGA conquistasse il villaggio della Fed”.