Risiko bancario
Settimana cruciale per l'ops di Mps su Mediobanca in attesa di un rilancio dell'offerta
Scade lunedì prossimo la possibilità di sottoscrivere l'operazione. Le adesioni sono vicine al 30%, ma la valutazione resta penalizzante. Il divario è di circa il 4%. Il mercato si attende una mossa di Siena
di Davide Lentini 1 Settembre 2025 12:59

A sette giorni dal termine ultimo fissato per lunedì prossimo, 8 settembre, l’ops su Mediobanca lanciata da Montepaschi entra nella fase cruciale. Le adesioni si avvicinano alla soglia del 30%, un livello che, seppur ancora distante dal target minimo del 35% fissato da Siena, potrebbe essere superato nei prossimi giorni, specie alla luce delle ultime mosse di mercato. Il quadro azionario attorno a Piazzetta Cuccia è in rapido riassetto: entrano grossi pacchetti, altri storici azionisti escono, e il mercato si interroga su un possibile rilancio dell’offerta da parte di Mps, al momento penalizzata da uno sconto implicito del 4%. Tanto che secondo indiscrezioni non confermate dalla banca, per oggi è attesa una riunione del cda che potrebbe decidere proprio di aggiungere una componente in contanti al concambio azionario per colmare lo sconto.
Il grande balzo registrato giovedì scorso nelle adesioni, salite dal 18% al 27,1% in un solo giorno, è riconducibile interamente al conferimento del pacchetto del 9,9% da parte del gruppo Caltagirone. A oggi, tenendo conto anche dell’annullamento del 2,4% di azioni proprie di Mediobanca a fine luglio, la percentuale effettiva si attesta al 28,7%. Si tratta di un segnale forte, che ha confermato l’impegno concreto di uno dei due principali azionisti di Mediobanca a sostegno dell’offerta di Siena.
Il vecchio patto di consultazione tra gli azionisti storici di Mediobanca continua intanto a perdere pezzi. Rispetto all’11,87% del capitale aggregato a febbraio, oggi il patto vale appena il 6,9%. A mollare la presa sono stati Ferrero, uscito completamente lo scorso 26 agosto con lo 0,41%, e Mediolanum, che ha dismesso il 3,49%. Anche Gavio (da 0,62% a 0,14%) e Lucchini (da 0,56% a 0,37%) hanno ridotto drasticamente la loro esposizione. Rimane invece stabile la quota della famiglia Doris (0,98%) detenuta tramite Finprog.
Nonostante l’offerta di Mps abbia già raccolto quasi il 29%, la valutazione implicita resta penalizzante. Al concambio di 2,533 azioni Mps per ogni azione Mediobanca, il controvalore è pari a circa 19,86 euro, contro i 20,70 euro di Borsa del titolo Mediobanca. Il divario è quindi di circa il 4%, ovvero un valore di 700 milioni di euro. Un rilancio, probabilmente con una componente in contanti, è sempre più atteso, e potrebbe essere deciso già oggi. Il rilancio servirebbe ad attrarre gli investitori istituzionali e privati ancora indecisi, pur non essendo indispensabile per superare la soglia minima del 35%, già vicina con le adesioni attuali al 28,7%. Tra i probabili aderenti si contano le casse di previdenza (5,5%), Edizione (2,1%) e forse Unicredit (2%), tutti soggetti allineati all’operazione.
Con i conferimenti di Caltagirone e la possibile adesione della Delfin (Del Vecchio detiene il 19,8%), l’ops su Mediobanca potrebbe avvicinarsi al 31-32% del capitale. Se anche i restanti partecipanti al patto decidessero di conferire le proprie azioni, Mps potrebbe superare la soglia minima del 35% fissata dall'ad Lovaglio come condizione di successo dell’operazione. In caso contrario, Montepaschi avrà comunque la facoltà di acquistare fino al 5% l’anno per i prossimi tre anni. Se invece Mps arrivasse al 51%, otterrebbe il controllo del cda e i benefici fiscali legati alle Dta. Un superamento del 66,7% aprirebbe invece la strada ad una fusione.
L’ops su Mediobanca scade lunedì 8 settembre, ma un eventuale aggiornamento dell’offerta, specie se con un premio in denaro, potrebbe far slittare la data di chiusura. Si tratterebbe comunque di una proroga breve, dato che i 40 giorni massimi previsti dalla normativa sono già stati utilizzati. Gli analisti ipotizzano come nuova deadline il 15 settembre, qualora si riaprano formalmente i termini. La settimana appena iniziata sarà dunque cruciale per il destino dell’offerta lanciata da Montepaschi.
CALTAGIRONE SPINGE L’OPS SU MEDIOBANCA AL 28%
Il grande balzo registrato giovedì scorso nelle adesioni, salite dal 18% al 27,1% in un solo giorno, è riconducibile interamente al conferimento del pacchetto del 9,9% da parte del gruppo Caltagirone. A oggi, tenendo conto anche dell’annullamento del 2,4% di azioni proprie di Mediobanca a fine luglio, la percentuale effettiva si attesta al 28,7%. Si tratta di un segnale forte, che ha confermato l’impegno concreto di uno dei due principali azionisti di Mediobanca a sostegno dell’offerta di Siena.
IL PATTO DI CONSULTAZIONE SI SGRETOLA
Il vecchio patto di consultazione tra gli azionisti storici di Mediobanca continua intanto a perdere pezzi. Rispetto all’11,87% del capitale aggregato a febbraio, oggi il patto vale appena il 6,9%. A mollare la presa sono stati Ferrero, uscito completamente lo scorso 26 agosto con lo 0,41%, e Mediolanum, che ha dismesso il 3,49%. Anche Gavio (da 0,62% a 0,14%) e Lucchini (da 0,56% a 0,37%) hanno ridotto drasticamente la loro esposizione. Rimane invece stabile la quota della famiglia Doris (0,98%) detenuta tramite Finprog.
AUMENTA LO SCONTO DELL’OPS SU MEDIOBANCA
Nonostante l’offerta di Mps abbia già raccolto quasi il 29%, la valutazione implicita resta penalizzante. Al concambio di 2,533 azioni Mps per ogni azione Mediobanca, il controvalore è pari a circa 19,86 euro, contro i 20,70 euro di Borsa del titolo Mediobanca. Il divario è quindi di circa il 4%, ovvero un valore di 700 milioni di euro. Un rilancio, probabilmente con una componente in contanti, è sempre più atteso, e potrebbe essere deciso già oggi. Il rilancio servirebbe ad attrarre gli investitori istituzionali e privati ancora indecisi, pur non essendo indispensabile per superare la soglia minima del 35%, già vicina con le adesioni attuali al 28,7%. Tra i probabili aderenti si contano le casse di previdenza (5,5%), Edizione (2,1%) e forse Unicredit (2%), tutti soggetti allineati all’operazione.
DEFINIRE LA SOGLIA: VERSO IL 35%?
Con i conferimenti di Caltagirone e la possibile adesione della Delfin (Del Vecchio detiene il 19,8%), l’ops su Mediobanca potrebbe avvicinarsi al 31-32% del capitale. Se anche i restanti partecipanti al patto decidessero di conferire le proprie azioni, Mps potrebbe superare la soglia minima del 35% fissata dall'ad Lovaglio come condizione di successo dell’operazione. In caso contrario, Montepaschi avrà comunque la facoltà di acquistare fino al 5% l’anno per i prossimi tre anni. Se invece Mps arrivasse al 51%, otterrebbe il controllo del cda e i benefici fiscali legati alle Dta. Un superamento del 66,7% aprirebbe invece la strada ad una fusione.
PROBABILE ESTENSIONE DEI TERMINI?
L’ops su Mediobanca scade lunedì 8 settembre, ma un eventuale aggiornamento dell’offerta, specie se con un premio in denaro, potrebbe far slittare la data di chiusura. Si tratterebbe comunque di una proroga breve, dato che i 40 giorni massimi previsti dalla normativa sono già stati utilizzati. Gli analisti ipotizzano come nuova deadline il 15 settembre, qualora si riaprano formalmente i termini. La settimana appena iniziata sarà dunque cruciale per il destino dell’offerta lanciata da Montepaschi.
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