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Schroders rivede al rialzo le stime di crescita dell’Eurozona
L’accordo sui dazi può essere addirittura un vantaggio per gli esportatori europei rispetto alla Cina. Bce pronta a mettere in pausa il ciclo di tagli con il miglioramento delle prospettive economiche
di Antonio Cardarelli 1 Settembre 2025 17:52

Schroders appare fiduciosa riguardo la crescita dell’Eurozona e vede una Bce pronta a fermare il ciclo di tagli. A fare il punto è Irene Lauro, Eurozone Economist, che evidenzia le condizioni finanziarie più favorevoli, grazie anche all’accordo tra Ue e Usa sui dazi che dissipa l’incertezza dei mesi scorsi. Non a caso Schroders ha rivisto al rialzo – dall’1% all’1,3% - le previsioni di crescita dell’Eurozona nel 2025, anche se le sorprese positive di metà anno sono dovute principalmente all’aumento delle esportazioni sui timori dei dazi.
Secondo Lauro, l’accordo commerciale al 15% con gli Usa ha aspetti positivi non solo perché è ben al di sotto del 30% minacciato. Visto che Giappone e Corea del Sud hanno accettato lo stesso tasso, gli esportatori europei mantengono la parità competitiva nel mercato statunitense e “potrebbero persino guadagnare terreno se la Cina dovesse affrontare dazi molto più elevati”. Riguardo l’impegno di aumentare le importazioni di gas naturale liquefatto dagli Usa, secondo Lauro potrebbe trattarsi più di una mossa politica che di una realtà economica, visto che “i contratti energetici a lungo termine in vigore e le aziende private che guidano le importazioni di energia”. C’è quindi la possibilità che, come accaduto nel primo mandato di Trump con la Cina sull’acquisto di prodotti agricoli, la promessa possa non concretizzarsi.
L’esperta di Schroders vede uno stimolo della domanda di mutui ipotecari e credito per le imprese. “Rimaniamo ottimisti sulle prospettive di crescita per il prossimo anno – commenta Lauro - Prevediamo infatti che i più forti stimoli fiscali e monetari porteranno a una crescita del PIL del 2,0% su base annua per l'Eurozona e del 2,2% per la Germania. Il governo tedesco sta portando avanti il suo impegno a incrementare la spesa per le infrastrutture e la difesa, con la legge di bilancio che dovrebbe essere approvata da entrambe le camere del parlamento a settembre”. Secondo l’esperta, i mercati non hanno ancora scontato appieno l'impatto di questo significativo cambiamento nella politica fiscale tedesca.
Per quanto riguarda l’inflazione, le previsioni di Schroders rimangono invariate, con la previsione di un calo dei prezzi del petrolio e il rafforzamento dell'euro che porteranno l'inflazione complessiva dal 2,1% su base annua nel 2025 all'1,7% nel 2026. “Sebbene l'inflazione sia destinata a scendere al di sotto dell'obiettivo del 2% fissato dalla Bce, non prevediamo ulteriori tagli dei tassi da parte della Bce nell'orizzonte di previsione”, spiega Lauro. “Con il rafforzarsi dei venti favorevoli sul fronte fiscale, la Bce può passare dall'urgenza alla pazienza. Tuttavia, i rischi politici in Francia rimarranno elevati in vista del voto di fiducia di settembre. Se il governo cadrà, il presidente Macron probabilmente indirà elezioni anticipate, aggiungendo incertezza e pressione sugli asset francesi, in particolare sulle obbligazioni”, conclude l’esperta di Schroders.
EUROZONA, PERCHÉ L’ACCORDO SUI DAZI È POSITIVO
Secondo Lauro, l’accordo commerciale al 15% con gli Usa ha aspetti positivi non solo perché è ben al di sotto del 30% minacciato. Visto che Giappone e Corea del Sud hanno accettato lo stesso tasso, gli esportatori europei mantengono la parità competitiva nel mercato statunitense e “potrebbero persino guadagnare terreno se la Cina dovesse affrontare dazi molto più elevati”. Riguardo l’impegno di aumentare le importazioni di gas naturale liquefatto dagli Usa, secondo Lauro potrebbe trattarsi più di una mossa politica che di una realtà economica, visto che “i contratti energetici a lungo termine in vigore e le aziende private che guidano le importazioni di energia”. C’è quindi la possibilità che, come accaduto nel primo mandato di Trump con la Cina sull’acquisto di prodotti agricoli, la promessa possa non concretizzarsi.
CRESCITA DELL’EUROZONA AL 2% NEL 2026
L’esperta di Schroders vede uno stimolo della domanda di mutui ipotecari e credito per le imprese. “Rimaniamo ottimisti sulle prospettive di crescita per il prossimo anno – commenta Lauro - Prevediamo infatti che i più forti stimoli fiscali e monetari porteranno a una crescita del PIL del 2,0% su base annua per l'Eurozona e del 2,2% per la Germania. Il governo tedesco sta portando avanti il suo impegno a incrementare la spesa per le infrastrutture e la difesa, con la legge di bilancio che dovrebbe essere approvata da entrambe le camere del parlamento a settembre”. Secondo l’esperta, i mercati non hanno ancora scontato appieno l'impatto di questo significativo cambiamento nella politica fiscale tedesca.
BCE PRONTA A FERMARE I TAGLI
Per quanto riguarda l’inflazione, le previsioni di Schroders rimangono invariate, con la previsione di un calo dei prezzi del petrolio e il rafforzamento dell'euro che porteranno l'inflazione complessiva dal 2,1% su base annua nel 2025 all'1,7% nel 2026. “Sebbene l'inflazione sia destinata a scendere al di sotto dell'obiettivo del 2% fissato dalla Bce, non prevediamo ulteriori tagli dei tassi da parte della Bce nell'orizzonte di previsione”, spiega Lauro. “Con il rafforzarsi dei venti favorevoli sul fronte fiscale, la Bce può passare dall'urgenza alla pazienza. Tuttavia, i rischi politici in Francia rimarranno elevati in vista del voto di fiducia di settembre. Se il governo cadrà, il presidente Macron probabilmente indirà elezioni anticipate, aggiungendo incertezza e pressione sugli asset francesi, in particolare sulle obbligazioni”, conclude l’esperta di Schroders.