Mercati emergenti

Pictet AM: buone prospettive sul credito societario emergente

Brasile, Argentina e Perù, sono relativamente poco esposti ai dazi statunitensi, mentre in Cina l’attenzione è sui bond di aziende tech con solide posizioni nette di cassa

di Leo Campagna 25 Agosto 2025 11:13

financialounge -  credito mercati emergenti obbligazioni societarie Pictet Asset Management Stati Uniti
Gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati dal dominio dell'eccezionalismo statunitense, da un flusso costante di capitali verso gli Stati Uniti e dal conseguente rafforzamento del dollaro. Un mix di fattori che ha penalizzato i mercati emergenti le cui prospettive sulla crescita economica e sui fondamentali aziendali sono ora però in tendenziale miglioramento. “I nostri economisti prevedono una crescita del PIL delle economie emergenti del 4%, sia per quest'anno che per il prossimo, con un ampliamento del 2,8% del divario rispetto agli Stati Uniti, rispetto all'1,5% del 2024. Nel frattempo, l'inflazione è in costante calo nei Paesi in via di sviluppo, propiziando la possibilità di ulteriori tagli dei tassi d’interesse”, fa sapere Sabrina Jacobs, Senior Client Portfolio Manager di Pictet Asset Management.

PICTET: POSSIBILE INDEBOLIMENTO DEL DOLLARO USA


Per tutte queste ragioni, e per le aspettative di un indebolimento del dollaro, alcuni economisti suggeriscono di aumentare l'allocazione nelle obbligazioni societarie dei mercati emergenti. La cui maggiore resilienza riflette fondamentali più solidi, come ad esempio un indebitamento più gestibile delle aziende dei Paesi in via di sviluppo. “Inoltre, la duration si attesta intorno ai 4-4,5 anni rispetto ai 7 anni delle obbligazioni societarie investment grade statunitensi. Un divario che contribuisce ad ammortizzare eventuali aumenti del "premio a termine" e la sensibilità alle variazioni dei tassi” spiega Jacobs che, tuttavia, suggerisce comunque una buona diversificazione tra Paesi e settori che tenga sempre presente la liquidità.

PREFERENZA PER I PAESI DELL’AMERICA LATINA


La manager di Pictet AM rivela di preferire al momento paesi dell'America Latina come Brasile, Argentina e Perù, relativamente poco esposti ai dazi statunitensi per via della bassa incidenza delle esportazioni di beni sul Pil e della quota ridotta di tali esportazioni verso gli Stati Uniti. Giocano a loro favore anche gli stretti legami con la Cina e il possibile allentamento della politica monetaria da parte di diverse banche centrali latinoamericane.

LE OPPORTUNITÀ IN ARGENTINA E IN COLOMBIA


In Argentina, in particolare, Jacobs individua opportunità di investimento in alcune aziende e utility semi-statali grazie al miglioramento della posizione economica del Paese, al nuovo accordo di prestito da 20 miliardi di dollari con il FMI e ad un calo dell'inflazione. In Colombia, invece, potrebbero esserci interessanti opportunità di investimento nei prossimi 12 mesi, soprattutto in considerazione del fatto che gran parte del rischio finanziario, legato al possibile cambiamento dell’orientamento politico nelle elezioni del prossimi anno, è già stato scontato nei prezzi.

PICTET: FOCUS SU SELEZIONATE AZIENDE TECH CINESI


“In Cina siamo concentrati sui bond emessi da aziende tecnologiche dotate di solide posizioni nette di cassa, prospettive di miglioramento del rating creditizio e valutazioni interessanti. Abbiamo invece ridotto l’esposizione in alcune società metallurgiche e minerarie e in alcuni conglomerati diversificati, nonché in alcune parti dell'Asia. Regioni e settori probabilmente più esposti ad ogni eventuale contraccolpo della crescita globale o di un'escalation delle tensioni commerciali” specifica la manager di Pictet AM.

MERCATI MENO FREQUENTATI DAGLI INVESTITORI


Jacobs è peraltro interessata a ricercare rendimenti rettificati per il rischio e non disdegna anche mercati meno frequentati dagli investitori internazionali come l’Uzbekistan. “Le sue esportazioni verso gli Stati Uniti rappresentano solo lo 0,8% del totale, mentre il suo Pil cresce del 6%, le riserve coprono 15 mesi, e il livello di debito è relativamente basso (33% del PIL)” riferisce la manager. La quale, in America Latina, ha seguito la recente emissione sul mercato primario da parte di un importante produttore peruviano di gas, i cui ricavi sono protetti dai prezzi fissi del gas per il mercato nazionale e da contratti dotati di clausole "take or pay", che garantiscono volumi minimi per i prossimi tre anni.

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