Bond market
Obbligazioni, le scelte di Wellington Management per il secondo semestre
Sui mercati permane una certa incertezza e alcuni segmenti obbligazionari possono offrire un riparo in caso di forte volatilità
di Antonio Cardarelli 17 Agosto 2025 09:30

Quando i mercati si distinguono per una certa volatilità, solitamente rientrano in gioco le obbligazioni. Le dinamiche di crescita e inflazione di questo primo semestre hanno contorni sempre più locali e i mercati obbligazionari non fanno eccezione, con una divergenza importante. Dopo aver ponderato la possibilità di “tassi più elevati, più a lungo”, gli investitori si chiedono se in questo 2025 le cose andranno in modo simile a quanto accaduto negli anni precedenti. E che cosa può offrire un'allocazione obbligazionaria nell'ambito di un portafoglio più ampio.
Mario Giordano e Amar Reganti, due esperti di Wellington Management, hanno analizzato lo scenario attuale per cercare una risposta a questa domanda. Nei primi sei mesi del 2025 non sono mancati gli shock esogeni, soprattutto sul fronte del commercio con l’annuncio del Liberation Day di Trump, arrivato poi a una serie di tregue con i partner più importanti. “In questo contesto le obbligazioni a lunga scadenza (più che i mercati azionari) hanno avuto un effetto disciplinante, costringendo l'amministrazione a correggere il tiro”, sottolineano Giordano e Reganti. Come accaduto in passato, le obbligazioni hanno rivestito il ruolo di “bond vigilantes” per imporre una certa disciplina ai governi, ma permangono i rischi di reazioni di nazionalismo economico e rimpatrio dei capitali, con effetti favorevoli per gli asset finanziari non statunitensi.
Wellington Management continua a prevedere una forte volatilità sui mercati dei tassi per le scadenze più lunghe. “Le curve dei rendimenti nei mercati sviluppati si sono normalizzate, ma potrebbero subire un ulteriore irripidimento, data l'inflazione persistente e la spesa pubblica elevata”, commentano i due esperti. Uno scenario che non riguarda solo gli Usa, ma anche Paesi come Germania e la Francia, che potrebbero vedere un aumento dei rendimenti obbligazionari sulle scadenze più lunghe. “In tempi di turbolenze sul piano macroeconomico, i tassi dovrebbero fungere da "ancora", aumentando quando i prezzi degli asset più rischiosi calano”, fanno notare Giordano e Reganti. Molti investitori sono rimasti scottati da quanto accaduto nel 2022, ma le recenti turbolenze sui mercati suggeriscono che le obbligazioni hanno riconquistato la loro funzione storica, ossia offrire ai portafogli una fonte di reddito e uno strumento di protezione dai ribassi.
Tuttavia, fanno notare gli esperti di Wellington Management, è forse cambiato il collocamento dell’ancora di salvataggio dell’obbligazionario. Lo scorso aprile gli investitori globali hanno implicitamente messo in discussione il ruolo del mercato dei Treasury USA come principale elemento di diversificazione in periodi caratterizzati da shock esogeni. “Il declassamento di Moody's potrebbe rafforzare ulteriormente l'idea che altri asset, come i titoli governativi europei, australiani e giapponesi possano offrire la diversificazione necessaria all'interno di un portafoglio più ampio”, commentano Giordano e Reganti. A differenza delle previsioni, nel primo semestre 2025 le economie sono rimaste a galla, a cominciare da quella americana. I fondamentali delle imprese americane e non solo si confermano solidi, con buoni flussi di cassa, bassi livelli di nuove emissioni obbligazionarie e attività di fusione contenute. “Da qui a dire che si naviga in acque tranquille, la strada è lunga. Gli spread sono più ampi rispetto a gennaio, ma non li definiremmo ancora "generosi". In questo contesto rimaniamo cauti sugli asset rischiosi, in attesa di punti di ingresso migliori più avanti”, fanno sapere gli esperti di Wellington Managament.
Secondo Giordano e Reganti, per gli investitori è giunto il momento di spostare l'attenzione verso altri mercati potenzialmente più redditizi oltre gli Usa. Per questo Wellington Management sta puntando maggiormente sul credito non-USA, in particolare sui titoli high yield globali e sulle obbligazioni societarie dei mercati emergenti, per costruire un portafoglio più resiliente. Tra le scelte dell’asset manager figurano i titoli finanziari europei, le obbligazioni societarie dei mercati emergenti di aziende poco esposte agli Usa, le obbligazioni convertibili che offrono un potenziale di rialzo asimmetrico. Permane, invece, la cautela su: obbligazioni societarie IG a lunga scadenza, titoli sovrani dei mercati emergenti e CMBS.
IL RITORNO DEI BOND VIGILANTES
Mario Giordano e Amar Reganti, due esperti di Wellington Management, hanno analizzato lo scenario attuale per cercare una risposta a questa domanda. Nei primi sei mesi del 2025 non sono mancati gli shock esogeni, soprattutto sul fronte del commercio con l’annuncio del Liberation Day di Trump, arrivato poi a una serie di tregue con i partner più importanti. “In questo contesto le obbligazioni a lunga scadenza (più che i mercati azionari) hanno avuto un effetto disciplinante, costringendo l'amministrazione a correggere il tiro”, sottolineano Giordano e Reganti. Come accaduto in passato, le obbligazioni hanno rivestito il ruolo di “bond vigilantes” per imporre una certa disciplina ai governi, ma permangono i rischi di reazioni di nazionalismo economico e rimpatrio dei capitali, con effetti favorevoli per gli asset finanziari non statunitensi.
COSA SUCCEDE ALLE SCADENZE PIÙ LUNGHE
Wellington Management continua a prevedere una forte volatilità sui mercati dei tassi per le scadenze più lunghe. “Le curve dei rendimenti nei mercati sviluppati si sono normalizzate, ma potrebbero subire un ulteriore irripidimento, data l'inflazione persistente e la spesa pubblica elevata”, commentano i due esperti. Uno scenario che non riguarda solo gli Usa, ma anche Paesi come Germania e la Francia, che potrebbero vedere un aumento dei rendimenti obbligazionari sulle scadenze più lunghe. “In tempi di turbolenze sul piano macroeconomico, i tassi dovrebbero fungere da "ancora", aumentando quando i prezzi degli asset più rischiosi calano”, fanno notare Giordano e Reganti. Molti investitori sono rimasti scottati da quanto accaduto nel 2022, ma le recenti turbolenze sui mercati suggeriscono che le obbligazioni hanno riconquistato la loro funzione storica, ossia offrire ai portafogli una fonte di reddito e uno strumento di protezione dai ribassi.
GUARDARE OLTRE I TREASURY
Tuttavia, fanno notare gli esperti di Wellington Management, è forse cambiato il collocamento dell’ancora di salvataggio dell’obbligazionario. Lo scorso aprile gli investitori globali hanno implicitamente messo in discussione il ruolo del mercato dei Treasury USA come principale elemento di diversificazione in periodi caratterizzati da shock esogeni. “Il declassamento di Moody's potrebbe rafforzare ulteriormente l'idea che altri asset, come i titoli governativi europei, australiani e giapponesi possano offrire la diversificazione necessaria all'interno di un portafoglio più ampio”, commentano Giordano e Reganti. A differenza delle previsioni, nel primo semestre 2025 le economie sono rimaste a galla, a cominciare da quella americana. I fondamentali delle imprese americane e non solo si confermano solidi, con buoni flussi di cassa, bassi livelli di nuove emissioni obbligazionarie e attività di fusione contenute. “Da qui a dire che si naviga in acque tranquille, la strada è lunga. Gli spread sono più ampi rispetto a gennaio, ma non li definiremmo ancora "generosi". In questo contesto rimaniamo cauti sugli asset rischiosi, in attesa di punti di ingresso migliori più avanti”, fanno sapere gli esperti di Wellington Managament.
LE SCELTE DI WELLINGTON MANAGEMENT
Secondo Giordano e Reganti, per gli investitori è giunto il momento di spostare l'attenzione verso altri mercati potenzialmente più redditizi oltre gli Usa. Per questo Wellington Management sta puntando maggiormente sul credito non-USA, in particolare sui titoli high yield globali e sulle obbligazioni societarie dei mercati emergenti, per costruire un portafoglio più resiliente. Tra le scelte dell’asset manager figurano i titoli finanziari europei, le obbligazioni societarie dei mercati emergenti di aziende poco esposte agli Usa, le obbligazioni convertibili che offrono un potenziale di rialzo asimmetrico. Permane, invece, la cautela su: obbligazioni societarie IG a lunga scadenza, titoli sovrani dei mercati emergenti e CMBS.