Mercati

Premi di rischio anomali tra azioni e obbligazioni, ecco come sfruttarli

Neuberger Berman analizza una divergenza temporanea ma giustificata, e illustra la sua strategia multi-asset diversificata per trarne maggior beneficio

di Antonio Cardarelli 16 Agosto 2025 09:30

financialounge -  mercati Neuberger Berman
La combinazione tra timori di stagflazione e solidità degli utili societari ha rafforzato l’ipotesi di un ampio e persistente divario tra il premio per il rischio obbligazionario e quello azionario, un fenomeno che mette in luce una prospettiva di crescita complessa e caratterizzata da un equilibrio estremamente delicato. Lo sottolinea Neuberger Berman in un commento dal titolo “Obbligazionario e azionario: possono aver entrambi ragione?” a cura di Maya Bhandari, Chief Investment Officer, Multi-Asset Strategies, EMEA, osservando che da aprile l’obbligazionario, e in particolare i titoli di Stato, continua a incorporare una crescente cautela, proponendo una remunerazione interessante, mentre l’ azionario tende a esprimere un ottimismo sempre più accentuato, se non addirittura una certa euforia, con premi per il rischio su valori storicamente bassi.

LE TRE CAUSE DELLA DIVERGENZA DAL 2015


L’obbligazionario è guidato da preoccupazioni di stagflazione, alimentate da dati del mercato del lavoro USA, da un’inflazione che più persistente e da timori legati ai dazi, mentre l’azionario beneficia di risultati societari sorprendentemente solidi. Bhandari si chiede se possano aver ragione entrambi i mercati e si dà una risposta affermativa, osservando però che generalmente questo si verifica solo in periodi circoscritti, spiegando che nel lungo periodo il premio per il rischio azionario tende a essere superiore. L’analisi di Neuberger Berman evidenzia che recentemente in tre casi significativi in cui il premio per il rischio obbligazionario ha superato quello azionario: tra il 2015 e il 2016 con la crisi energetica in USA, nel 2020 con la pandemia, e lo scorso aprile con lo shock dei dazi di Trump.

CATTURARE I FATTORI POSITIVI CON UNA STRATEGIA ATTIVA


Non è ancora possibile stabilire quando si chiuderà il divario tra i premi per il rischio dei due mercati, ma secondo Bhandari è probabile che la convergenza sarà guidata sia da una riduzione dei rendimenti obbligazionari, sia da una flessione delle performance azionarie in specifiche aree geografiche. Neuberger Berman, operando con un orizzonte di 6-18 con portafogli multi-asset a gestione attiva, ha puntato a catturare sia la solidità degli utili, sia l’attrattiva dei rendimenti obbligazionari, con un approccio estremamente selettivo, definito “a bilanciere”, vale a dire con i pesi concentrati alle estremità.

AZIONI, DOVE CONCENTRARE E DOVE ALLEGGERIRE IL RISCHIO


In particolare, sul fronte azionario la concentrazione del rischio è stata indirizzata su segmenti come il Nasdaq, il mercato giapponese e quello coreano, per la forza dei due principali motori di performance, utili attesi e rivalutazione dei titoli. Quest’esposizione è stata bilanciata da una posizione più cauta sulle small cap USA, in uno scenario di crescita e inflazione meno favorevole. Nell’obbligazionario, si è scelta una posizione lunga sulla duration tramite i Treasury Inflation-Protected Securities USA, sui bond corporate Investment Grade sempre USA e sui titoli dei mercati emergenti.

IL FATTORE FED E I SOLIDI FONDAMENTALI CREDITIZI


Neuberger Berman indica nella possibilità di futuri tagli ai tassi della Fed e in solidi fondamentali creditizi i fattori che sostengono la duration sia negli USA che nei mercati emergenti, soprattutto sulle scadenze intermedie con protezione dall’inflazione, oltre che su selezionate emissioni di credito di alta qualità. Infine, la posizione corta sul dollaro, affiancata da una posizione lunga sull’oro, resta un elemento centrale dei portafogli multi-asset di Neuberger Berman.

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