Mercati
Perché Neuberger Berman resta positiva sulle prospettive di medio termine degli asset rischiosi
Secondo la casa d’investimento vi sono motivi per mantenere una view costruttiva anche sull’economia statunitense e sulla crescita globale, ma le prossime settimane e i prossimi mesi richiederanno prudenza
di Leo Campagna 7 Agosto 2025 13:15

L’ultima settimana di luglio si è rivelata densa di eventi e dati rilevanti: sono stati siglati accordi commerciali fondamentali alla vigilia della scadenza dei dazi del 1° agosto, sono state pubblicate le trimestrali aziendali, sono usciti diversi dati riguardanti occupazione, crescita del PIL e inflazione, e si sono svolte numerose riunioni delle banche centrali sui tassi di interesse, inclusa la Federal Reserve. ”Possiamo osservare come alcuni tasselli fondamentali stiano andando al loro posto, rafforzando la nostra view di mercato, ma allo stesso tempo evidenziando i rischi che ancora permangono per l’economia statunitense” fanno sapere Erik L. Knutzen, CFA, CAIA, Co-CIO, Multi-Asset Strategies, e Jeff Blazek, CFA, Co-CIO, Multi-Asset Strategies di Neuberger Berman.
Da questo insieme di elementi, emergono tre principali considerazioni, a cominciare dallo sviluppo delle negoziazioni su commercio e dazi. Ad oggi, gli Stati Uniti hanno già raggiunto accordi con alcuni dei loro maggiori partner commerciali, tra cui l’Unione europea, il Giappone, la Corea del Sud, il Regno Unito e il Vietnam. Si tratta di un passo importante verso un contesto commerciale globale più stabile e definito con dazi sulle importazioni statunitensi, in media, molto più alti rispetto a prima ma comunque meno penalizzanti rispetto alle tariffe annunciate in occasione del Liberation Day. Sarà pertanto cruciale osservare come aziende e consumatori reagiranno e assorbiranno questi nuovi dazi più elevati.
La seconda considerazione riguarda i fondamentali della crescita economica che, secondo i dati pubblicati dal Bureau of Economic Analysis (BEA) degli Stati Uniti, è risalita al 3% annualizzato nel secondo trimestre, dopo una contrazione dello 0,5% nei primi tre mesi dell’anno. Un risultato frutto di una ripresa, seppur moderata, dei consumi e soprattutto da una marcata riduzione delle importazioni. Segnali promettenti che, tuttavia, suggeriscono un approccio cauto visto che la crescita sottostante sta rallentando. La terza osservazione riguarda il mercato del lavoro, che si mostra generalmente stabile, anche se alcuni segnali di debolezza iniziano ad emergere. “Il Bureau of Labor Statistics ha comunicato che nel mese di luglio sono stati creati solo 73.000 nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti, un dato nettamente inferiore ai 104.000 attesi e accompagnato da forti revisioni al ribasso dei mesi precedenti”, riferiscono Knutzen e Blazek.
Anche gli utili societari continuano a mostrare una buona resilienza e contribuiscono, nel complesso, a delineare un quadro che conferma la solidità di fondo dell’economia statunitense, pur con la presenza di alcune aree di debolezza che iniziano a manifestarsi. “Tutti questi aspetti saranno monitorati con attenzione dalla Federal Reserve, che, come previsto, nell’ultima riunione ha mantenuto i tassi di interesse invariati. Restano attesi ulteriori tagli dei tassi entro la fine dell’anno, che potrebbero essere anticipati da eventuali segnali di debolezza provenienti proprio dal mercato del lavoro”, spiegano i due manager di Neuberger Berman.
Secondo i quali, fermo restando i validi motivi per mantenere una view costruttiva sui fondamentali economici e sui mercati nel medio termine, le prossime settimane e i prossimi mesi richiederanno prudenza. “I mercati statunitensi, infatti, continuano a presentare valutazioni elevate rispetto ai principali mercati globali. Resta fondamentale la diversificazione, con un’attenzione particolare verso società di alta qualità in Europa, in Giappone e in alcuni mercati emergenti, dove le valutazioni sono in media inferiori e più interessanti”, argomentano Knutzen e Blazek.
L’esperienza degli anni passati insegna che agosto e settembre sono spesso mesi caratterizzati da una maggiore volatilità. Allo stesso modo, è probabile che le incertezze legate a possibili cambiamenti nelle politiche fiscali negli Stati Uniti e nelle altre principali economie sviluppate, il riaccendersi di eventuali trattative commerciali e alcuni eventi di rischio geopolitico continueranno a rappresentare variabili critiche. Fattori che potranno provocare periodi di volatilità sui mercati. “Tuttavia, al di là degli effetti temporanei di queste turbolenze, rimaniamo ottimisti sulle prospettive di medio termine per l’economia statunitense, la crescita globale e gli asset rischiosi”, concludono i due manager di Neuberger Berman.
SVILUPPO DELLE NEGOZIAZIONI SU COMMERCIO E DAZI
Da questo insieme di elementi, emergono tre principali considerazioni, a cominciare dallo sviluppo delle negoziazioni su commercio e dazi. Ad oggi, gli Stati Uniti hanno già raggiunto accordi con alcuni dei loro maggiori partner commerciali, tra cui l’Unione europea, il Giappone, la Corea del Sud, il Regno Unito e il Vietnam. Si tratta di un passo importante verso un contesto commerciale globale più stabile e definito con dazi sulle importazioni statunitensi, in media, molto più alti rispetto a prima ma comunque meno penalizzanti rispetto alle tariffe annunciate in occasione del Liberation Day. Sarà pertanto cruciale osservare come aziende e consumatori reagiranno e assorbiranno questi nuovi dazi più elevati.
CRESCITA ECONOMICA E MERCATO DEL LAVORO
La seconda considerazione riguarda i fondamentali della crescita economica che, secondo i dati pubblicati dal Bureau of Economic Analysis (BEA) degli Stati Uniti, è risalita al 3% annualizzato nel secondo trimestre, dopo una contrazione dello 0,5% nei primi tre mesi dell’anno. Un risultato frutto di una ripresa, seppur moderata, dei consumi e soprattutto da una marcata riduzione delle importazioni. Segnali promettenti che, tuttavia, suggeriscono un approccio cauto visto che la crescita sottostante sta rallentando. La terza osservazione riguarda il mercato del lavoro, che si mostra generalmente stabile, anche se alcuni segnali di debolezza iniziano ad emergere. “Il Bureau of Labor Statistics ha comunicato che nel mese di luglio sono stati creati solo 73.000 nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti, un dato nettamente inferiore ai 104.000 attesi e accompagnato da forti revisioni al ribasso dei mesi precedenti”, riferiscono Knutzen e Blazek.
BUONA RESILIENZA DEGLI UTILI SOCIETARI
Anche gli utili societari continuano a mostrare una buona resilienza e contribuiscono, nel complesso, a delineare un quadro che conferma la solidità di fondo dell’economia statunitense, pur con la presenza di alcune aree di debolezza che iniziano a manifestarsi. “Tutti questi aspetti saranno monitorati con attenzione dalla Federal Reserve, che, come previsto, nell’ultima riunione ha mantenuto i tassi di interesse invariati. Restano attesi ulteriori tagli dei tassi entro la fine dell’anno, che potrebbero essere anticipati da eventuali segnali di debolezza provenienti proprio dal mercato del lavoro”, spiegano i due manager di Neuberger Berman.
FONDAMENTALE LA DIVERSIFICAZIONE GLOBALE
Secondo i quali, fermo restando i validi motivi per mantenere una view costruttiva sui fondamentali economici e sui mercati nel medio termine, le prossime settimane e i prossimi mesi richiederanno prudenza. “I mercati statunitensi, infatti, continuano a presentare valutazioni elevate rispetto ai principali mercati globali. Resta fondamentale la diversificazione, con un’attenzione particolare verso società di alta qualità in Europa, in Giappone e in alcuni mercati emergenti, dove le valutazioni sono in media inferiori e più interessanti”, argomentano Knutzen e Blazek.
OTTIMISTI SULLE PROSPETTIVE DI MEDIO TERMINE PER GLI ASSET RISCHIOSI
L’esperienza degli anni passati insegna che agosto e settembre sono spesso mesi caratterizzati da una maggiore volatilità. Allo stesso modo, è probabile che le incertezze legate a possibili cambiamenti nelle politiche fiscali negli Stati Uniti e nelle altre principali economie sviluppate, il riaccendersi di eventuali trattative commerciali e alcuni eventi di rischio geopolitico continueranno a rappresentare variabili critiche. Fattori che potranno provocare periodi di volatilità sui mercati. “Tuttavia, al di là degli effetti temporanei di queste turbolenze, rimaniamo ottimisti sulle prospettive di medio termine per l’economia statunitense, la crescita globale e gli asset rischiosi”, concludono i due manager di Neuberger Berman.