Guerra commerciale

Goldman Sachs: “L’accordo sui dazi con Trump è il miglior risultato possibile per l’Europa”

La banca d’affari ha ridotto allo 0,4% l’impatto delle tariffe sul Pil europeo. Ma l’assenza di chiarezza sui dettagli dell’intesa, in particolare sul settore auto, preoccupa i governi

di Antonio Cardarelli 5 Agosto 2025 11:36

financialounge -  dazi trump economia Goldman Sachs
Mentre l’opinione pubblica europea si interroga sugli effetti dei dazi, l’Ue sospende per sei mesi le contromosse e i governi del Vecchio Continente si affannano alla ricerca di “sconti” da Trump, un rapporto di Goldman Sachs fa il punto sull’accordo siglato tra i due partner commerciali. Il punto di vista della grande banca d’investimento è abbastanza chiaro: pur essendo chiaramente asimmetrico, l’accordo commerciale Ue-Usa è il miglior risultato possibile per l’Europa.

GOLDMAN SACHS: ACCORDO RELATIVAMENTE FAVOREVOLE


Secondo gli esperti di Goldman Sachs, per esempio, una futura tariffa del 15% sui prodotti farmaceutici determina “un aumento complessivo del tasso tariffario effettivo inferiore alle attese”. "L’accordo pone l’Ue in una posizione relativamente favorevole nel panorama commerciale internazionale, nonostante l’ampio surplus commerciale dell’Ue in beni e il peso geopolitico degli Stati Uniti sull’Europa”, spiegano gli esperti.

MISSIONE TEDESCA NEGLI USA PER LE AUTO


Come noto, l’Unione europea ha deciso di sospendere per sei mesi i controdazi che, in teoria, sarebbero dovuti partire il 7 agosto. Un modo per non provocare una ulteriore reazione di Donald Trump dopo il faticoso raggiungimento dell’accordo per tariffe al 15%. Un accordo i cui dettagli, però, non sono ancora stati chiariti. Non a caso i singoli Paesi stanno provando a negoziare qualche sconto su settori strategici. È il caso della Germania, che ha mandato il ministro delle Finanze Lars Klingbeil a Washington per incontrare il segretario del Tesoro Scott Bessent. La missione è chiara: ottenere dazi al 15% per le auto e i componenti automotive prodotti in Europa. A quanto pare, diversamente da quanto annunciato a caldo dall’Ue, le tariffe sull’automotive dovrebbero rimanere al 27,5%. Troppo per il comparto automobilistico tedesco, già in crisi.

GOLDMAN SACHS RIDUCE L’IMPATTO SUL PIL EUROPEO


Il giudizio di Goldman Sachs sull’accordo con l’Ue è motivato anche dal fatto che quest’ultimo “sembra essere l’unico partner commerciale per cui il nuovo tasso tariffario reciproco è espresso come valore assoluto e non come incremento". “Sebbene diversi dettagli rimangano poco chiari - prosegue l'analisi di Goldman - l'accordo riduce drasticamente il rischio di ritorsioni e di escalation commerciale. L'accordo riduce quindi l'incertezza, il che dovrebbe essere positivo per il sentiment e gli investimenti europei. In linea con ciò, le misure di incertezza delle politiche commerciali sono tornate a livelli più normali e abbiamo ulteriormente ridotto la nostra stima del freno alla crescita derivante dall'incertezza delle politiche commerciali”. Per questo motivo Goldman Sachs ha rivisto al ribasso la stima dell'impatto delle tensioni commerciali sul Pil reale dell'area dell'euro allo 0,4% dal precedente 0,6%.

TRUMP FESTEGGIA PER GLI INTROITI


Per il momento i dazi di Trump hanno portato nelle casse del fisco americano 152 miliardi di dollari, circa il doppio rispetto ai 78 miliardi incassati nello stesso periodo dell’anno fiscale precedente. A luglio, secondo il New York Times, i dazi hanno portato introiti per 30 miliardi. Ma gli aumenti di prezzo di alcuni prodotti spaventano i consumatori americani, come dimostra un sondaggio dell’Associated Press per l’Università di Chicago. Secondo la ricerca, il 53 per cento degli americani vive l'esperienza della spesa come fonte di stress, ora che le tariffe sulle importazioni minacciano di far aumentare i prezzi dei beni di prima necessità.

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