Sunday View

Tutti i numeri di ferie e turismo, croce e delizia dell’Italia

Oneri e onori della stagione estiva per il nostro Paese, dove gli indotti e gli afflussi crescenti portano anche investimenti e responsabilità

di Lorenzo Cleopazzo 3 Agosto 2025 09:30

financialounge -  economia sunday view
Quanti giorni hanno, di ferie, gli italiani?

Tanti risponderebbero “pochi”, pochi risponderebbero “tanti”, qualcuno, più diplomaticamente direbbe “mai abbastanza”. In realtà la risposta precisa c’è, è un numero esatto, diremmo anche “tangibile”, come sono tangibili agende e calendari su cui cerchiamo di rosso le date in cui prendiamo auto, navi, aerei e treni per regalarci del meritato riposo. È un numero a due cifre, anche se ci porta nella seconda metà della classifica europea per giorni di ferie pagati all’anno. Ma quale sia questo numero, non l’abbiamo ancora detto.

Tanto basta poco per scoprirlo, giusto qualche riga più giù, proprio dove inizia l’ultimo Sunday View prima della pausa estiva. Perché okay, i giorni di ferie non saranno pochi, non saranno tanti e non saranno mai abbastanza; fatto sta che anche questa newsletter se ne prende un po’... Ma solo dopo questi ultimi 3 paragrafi, che cominciano proprio ora!

TRENTADUE


Più della Grecia, meno dell’Austria: in Italia i giorni di ferie pagati sono 32. Una cifra di tutto rispetto, dove ciò che conta è la qualità, più che la quantità, soprattutto nel nostro Paese. Secondo le stime, infatti, lungo lo Stivale si prevede che un indotto dal turismo internazionale che supererà i 60 miliardi di euro, da sommare ai 125 stimati per i movimenti dei turisti nazionali, per un totale di 185 miliardi di euro. Non male questo turismo, no? Non a caso dal settore si prevedono apporti considerevoli a Pil e occupazione nel 2025, con il primo conteggiato attorno ai 237,4 miliardi – quasi l’11% di tutto il prodotto interno lordo –, dando lavoro a 3,2 milioni di persone, ovvero 100.000 in più rispetto allo scorso anno. No, decisamente non male.

Tuttavia è anche vero che bisogna fare i conti pure con i soliti “mostri” sullo sfondo, scomodando termini ormai abusati come overtourism e impatto ambientale. Di questi ne abbiamo parlato e se ne parla abbastanza, con le manifestazioni in molte città e le decisioni politiche per arginare i problemi. Dalle proteste di Barcellona fino alle multe di Capri contro chi importuna i turisti; da chi vede gli affitti brevi come un problema fino a chi li vede, invece, come un’opportunità. Il prezzo delle case vacanza aumenta, così come il conto di molti ristoranti, in Italia e altrove.

Eppure si dice che non tutti i mali vengano per nuocere, no? E infatti, secondo i dati del World Travel & Tourism Council – Wttc – nel 2035 l’impatto del turismo sul Pil italiano varrà oltre 282 miliardi, con quasi 4 milioni di posti di lavoro e un indotto totale da 220,7 miliardi di euro. Ma se il futuro del turismo ci invita all’ottimismo, lo dobbiamo anche a un salto nel passato.

GRAZIE AUGUSTO


In molti avranno già sentito parlare del cosiddetto Feriae Augusti, letteralmente “il riposo di Augusto”, a cui la tradizione farebbe ricondurre le nostre ferie e il nostro Ferragosto. La vulgata vuole che questo fosse un periodo di riposo concesso ai contadini dall’allora imperatore Ottaviano per una pausa dopo il raccolto. Ecco, secondo alcuni storici non è proprio così.

Nel 18 d.C. l’imperatore permise effettivamente un periodo di riposo ai cittadini, ma non a tutti: molti schiavi e militari, infatti, non avevano diritto a certi lussi. Inoltre, questo periodo di riposo era effettivamente dedicato ai lavoratori, ma non solo a quelli agricoli: la “confusione” deriverebbe dal fatto che il Feriae Augusti sembrerebbe essere stato ripreso dai Consualia, ovvero dalle celebrazioni legate proprio alla fine dei lavori nei campi.

OMBRELLONI E OMBRELLINI


Forse Ottaviano Augusto sbiancherebbe a sapere che nella “sua” Italia ora ci sono ben 32 giorni di ferie sparsi durante l’anno, anziché quindici giorni concentrati nel mese che porta il suo nome. Forse avrebbe addirittura un mancamento a sapere che quelli che lui chiamava ‘barbari’ – Francesi e Austriaci tra gli altri – ne hanno addirittura di più. Però, tutto sommato, non andrebbe così male dato che tutti questi numeri portano non pochi soldi alle città italiche, con continui aumenti rispetto agli anni precedenti.

Poi è vero che ogni tanto vengono fuori parole da Vallo di Adriano come ‘overtourism’, ma è anche vero che tra gli inglesismi più gettonati dell’estate ci sono anche ‘cocktail’ e ‘golden hour’. Quindi forse è meglio aprire ombrelloni e ombrellini, e godersi finalmente un po’ di meritato riposo.

BONUS TRACK


Che poi, a pensarci bene, forse il vero problema del turismo non è l’impatto ambientale o l’aumento dei costi... Ma trovare posteggio vicino alla spiaggia!

Che stiate leggendo questo Sunday View già sdraiati sotto l’ombrellone, oppure mentre vi imbarcate per la meta delle vostre ferie, o anche mentre siete ancora a casa in attesa che arrivi il vostro turno, a tutti i lettori e le lettrici, un caro augurio per un sereno agosto!

Noi ci ri-leggiamo alla prima domenica di settembre!

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