Commercio e investimenti

Columbia Threadneedle: perché l’intesa Usa-Ue sui dazi è piaciuta ai mercati

Il tono positivo dei listini è dovuto alla sensazione che ci stiamo allontanando dall'estrema incertezza sui livelli delle tariffe, consentendo alle aziende una pianificazione più efficace in termini di costi e margini

di Leo Campagna 2 Agosto 2025 12:00

financialounge -  Columbia Threadneedle Investments commercio dazi investimenti
Dopo mesi di tangibile incertezza per le tensioni commerciali, l’intesa USA-UE sui dazi rappresenta un segnale di distensione. L’accordo commerciale siglato nel fine settimana prevede una tariffa ‘reciproca’ del 15% e la cancellazione di quella del 30% sulle importazioni europee negli Stati Uniti che sarebbe scattata dal 1° agosto.

INTESA PRIVA DI DETTAGLI OPERATIVI E NON VINCOLANTE


Nonostante l’intesa sia stata di alto livello, condotta personalmente dal presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e accolta con favore dal presidente Trump, è ancora priva di dettagli operativi e non è vincolante. “I negoziatori dell’Unione Europea hanno preferito un approccio pragmatico, ritenendo preferibile un accordo che riduca le tariffe al minimo rispetto al rischio di un’escalation commerciale, come avvenuto nei mesi scorsi tra Stati Uniti e Cina” commenta Anthony Willis, Investment Manager di Columbia Threadneedle Investments.

UN RISULTATO POSITIVO PER L’EUROPA MA NON UN VERO SUCCESSO


Considerando lo scenario potenzialmente più sfavorevole, con tariffe a livelli molto più alti o, addirittura, una guerra commerciale, si tratta di un risultato positivo per l’Europa ma non certo un vero successo. “Un effettivo accordo commerciale” fa presente Willis “dovrebbe prevedere infatti benefici concreti per entrambe le parti attraverso un maggiore accesso al libero scambio. I quadri sui futuri livelli tariffari sono vaghi, con pochissimi dettagli in questa fase, e certamente non c'è alcun accordo legale vincolante”.

UN QUADRO DI RIFERIMENTO MENO VAGO SUI DAZI


E’ però vero che l'accordo delinea un quadro di riferimento meno vago sulle tariffe che rimarranno in vigore dopo l'enorme incertezza che ha caratterizzato l'insediamento del presidente Trump. A conti fatti, il prelievo del 15% sull'import dall’Ue è una continuazione di quanto in vigore da aprile, ovvero una tariffa di base del 10% aggiuntiva alle tariffe preesistenti, vicine al 5%. “Il tono positivo dei listini è dovuto alla sensazione che ci stiamo allontanando dall'estrema incertezza sui livelli delle tariffe, considerando alcune delle percentuali minacciate dal presidente Trump” puntualizza l’Investment Manager di Columbia Threadneedle.

PIANIFICAZIONE PIÙ EFFICACE IN TERMINI DI COSTI E MARGINI


Per le imprese europee lo scenario è ora meno imprevedibile e dovrebbe consentire una pianificazione più efficace in termini di costi e margini. Ma chi sosterrà il costo delle tariffe? “Sarà cruciale verificare se saranno trasferite ai consumatori finali oppure assorbite, almeno in parte, dagli importatori o produttori. L’impatto varierà in base alla tipologia di prodotto, ma le imprese con un forte potere di determinazione dei prezzi dovrebbero riuscire a risultare meno penalizzate” spiega Willis.

LE INDAGINI RELATIVE ALLA SEZIONE 232


Nel frattempo non si può escludere che il presidente Trump possa tornare a imporre o minacciare nuovi dazi, mentre restano in corso le indagini relative alla Sezione 232, che analizza gli impatti per la sicurezza nazionale statunitense di una serie di settori sensibili. “Le conclusioni del processo legale sulla legittimità di tali misure sono ancora da scoprire mentre per valutare con maggiore chiarezza gli effetti economici dell’accordo USA-UE sui dazi appena siglato ci vorranno mesi” aggiunge l’Investment Manager di Columbia Threadneedle che, tuttavia, ricorda come ora gli Stati Uniti abbiano comunque raggiunto un "accordo" con la maggior parte dei loro principali partner commerciali.

LA BUONA NOTIZIA


La buona notizia è che la reazione positiva mostrata dai mercati finanziari sembra confermare un loro certo distacco dal rumore mediatico per concentrarsi sull’impatto complessivo dei dazi che non dovrebbe risultare eccessivamente penalizzante. “Per l'Europa, in particolare, l'accordo consente di operare con maggiore chiarezza scongiurando un impatto negativo significativo. Vanno infatti considerati l'atteso stimolo fiscale da parte della Germania e l'aumento della spesa per la difesa. Fattori che nel loro insieme dovrebbero propiziare la crescita europea con la speranza anche di influire positivamente sulle prospettive nel tempo degli utili societari” conclude l'Investment Manager di Columbia Threadneedle Investments.

Trending