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Perché La Financière de l’Échiquier invita a riscoprire i mercati nel resto del mondo

Mentre l’eccezionalismo di Wall Street è in bilico, l’Europa si candida come un’alternativa credibile con le azioni Value, le small e mid cap e alcune tematiche di lungo termine (difesa, transizione energetica, infrastrutture)

di Leo Campagna 1 Agosto 2025 08:00

financialounge -  La Financière de l'Echiquier mercati
Dopo un decennio di ascesa grazie ai tassi bassi, alla supremazia tecnologica e alla forza del dollaro l’eccezionalismo di Wall Street appare in bilico. Lo dicono alcuni indicatori e anche, forse, le performance da inizio anno, che vedono le azioni statunitensi, in particolare le large cap, sottoperformare in modo netto i mercati europei (in euro). “Il coefficiente Hopes & Dreams, che misura la parte delle valutazioni non riconducibile alla solidità dei fondamentali, sfiora i livelli della bolla internet” fa sapere Michel Saugné, CIO, La Financière de l’Échiquier (LFDE). A rendere il quadro complessivo ancora più sfidante per gli Stati Uniti, c’è il ritorno di Trump alla Casa Bianca con la sua imprevedibilità e con il rischio di una nuova guerra commerciale.

RIDURRE LA SOVRAESPOSIZIONE ALLE AZIONI E AL DEBITO USA


“Un contesto che consiglia di ridurre la sovraesposizione alle azioni e al debito USA e riscoprire i meriti del resto del mondo” aggiunge Saugné. “Negli Stati Uniti la volatilità del mercato è sempre più influenzata dalle ‘app’ e dalle tendenza guidate dalla crescente presenza degli investitori privati. Dinamiche che rendono cruciale adattarsi al nuovo contesto ricorrendo alla gestione attiva di convinzione basata sull’analisi fondamentale”.

RIALLOCAZIONE GEOGRAFICA IN ATTO


Nella riallocazione geografica in atto l’azionario europeo si presenta oggi come un’alternativa credibile. Una candidatura che poggia, soprattutto, sulle azioni Value, le small e mid cap e su alcune tematiche di lungo termine sostenute dai piani paneuropei (difesa, transizione energetica, infrastrutture). In ambito obbligazionario, sono i Treasuries statunitensi ad essere sotto pressione anche per la crescente diversificazione degli investitori internazionali come la Cina o il Giappone verso l’oro e le azioni denominate in euro o franchi svizzeri. Si tratta di una congiunzione particolarmente favorevole all’Europa per rafforzare il ruolo internazionale dell’euro.

TEMATICA STRATEGICA DI LUNGO TERMINE


Tornando al reddito fisso, la volatilità dei tassi USA invita alla prudenza mentre in Europa la normalizzazione degli spread creditizi offre un terreno propizio. A fornire un solido sostegno al mercato sia il cambiamento di paradigma fiscale in Germania che l’incremento della spesa per la difesa. Quest’ultimo, in particolare, assume i contorni di una vera tematica strategica di lungo termine grazie all’obiettivo dichiarato di una soglia del 5% del PIL per i Paesi della NATO. “Questa tematica dovrebbe avere un posto strategico nelle allocazioni. Le società europee quotate esposte ai settori della difesa, della cybersecurity e delle tecnologie di rilevanza nazionale sono oltre 50. E cono caratterizzate da una crescita visibile, un portafoglio ordini corposo e un forte sostegno politico” spiega il CIO de La Financière de l’Échiquier.

LA FINANCIÈRE DE L’ÉCHIQUIER: BRICS IN EVIDENZA


Anche i mercati emergenti, con i BRICS in evidenza, sfoggiano un momento favorevole. Si avvantaggiano dell’indebolimento del dollaro, della diminuzione dei costi dell’energia e del deflusso dei capitali statunitensi. “Un altro driver per il secondo semestre è rappresentato dalle small e mid cap europee, il cui rimbalzo è sostenuto dall’esposizione domestica, le valutazioni ancora ai minimi storici e una traiettoria degli utili in ripresa. Interessante anche il settore healthcare, che si conferma strutturalmente solido, trainato dall’innovazione, i trend demografici e un pricing power resiliente” specifica Saugné.

RISCOPERTA DELLE VIRTÙ DELLA GESTIONE ATTIVA


Per tutte queste considerazioni, la raccomandazione del CIO de La Financière de l’Échiquier è chiara: “Stiamo attraversando una fase contraddistinta dalla transizione dalla globalizzazione alla frammentazione, dal passaggio dal ‘regno’ del dollaro verso altri asset rifugio, e forse dalla gestione passiva verso la riscoperta delle virtù della gestione attiva: è cruciale pensare diversamente, agire con discernimento e non temere le contraddizioni”

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