Politica commerciale
Dazi, Carlo Cottarelli a Financialounge.com: “Il testo dell’accordo degli Usa è diverso da quello dell’Ue”
Il direttore dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani UniCatt, nel corso della trasmissione SpeechBox, dice che i ci sono ancora molti punti da chiarire ma l’intesa della Scozia non “è paragonabile alla crisi economica del 2008-2009”
di Annalisa Lospinuso 29 Luglio 2025 14:38

L'accordo sui dazi tra Usa e Ue “è uno shock ma non è paragonabile alla crisi economica del 2008-2009”. Così Carlo Cottarelli, Direttore dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica, commenta a Financialounge.com l’accordo commerciale tra Unione europea e Stati Uniti. È evidente che l’accordo costituisca solo una cornice e che la messa a punto dei dettagli nei prossimi mesi potrebbe riequilibrare gli aspetti più problematici. Ma Cottarelli fa notare che esistono ancora molti punti da chiarire, come ad esempio delle divergenze nel testo dell’accordo pubblicato dai due Paesi.
“Ci sono però alcuni aspetti dell'accordo che sono ancora del tutto poco chiari – dice Cottarelli nel corso della trasmissione SpeechBox di Financialounge.com - a partire dalla lista di prodotti che dovrebbero essere esentati dai dazi. Probabilmente non è stata ancora negoziata, se non in termini molto generali. Ci sono, inoltre, altri aspetti in conflitto tra il documento pubblicato sul sito della Casa Bianca e quello dell’Unione europea”. Il professor Cottarelli rivela che “sul sito pubblicato dalla Casa Bianca si parla di acquisti di 750 miliardi di prodotti energetici da parte dell’Europa. Questa cifra non c’è, invece, nel documento pubblicato dall’Unione europea. In modo molto più generico nel testo si dice che verranno rimpiazzate le importazioni dalla Russia con importazioni dagli Stati Uniti. Inoltre, l’Ue non parla dei 600 miliardi di investimenti che, secondo gli Stati Uniti, l’Europa si sarebbe impegnata a fare nei prossimi tre anni”.
Per quanto riguarda l’impatto dei dazi sull’export europeo è difficile quantificare a quanto ammonterà. Cottarelli sottolinea che l’Ue esporta negli Usa circa 70 miliardi di beni e che i “settori più colpiti sono i macchinari, le macchine utensili, la farmaceutica, le automobili, gli altri veicoli e i prodotti dell'elettronica, poi ancora i prodotti alimentari, come i vini”. L’impatto, però, potrebbe non essere enorme. “L’export Ue verso gli Usa – continua l’economista – è pari all’11% delle esportazioni totali. Nell'immediato l'impatto in termini di vendite potrebbe essere limitato perché i nostri prodotti non possono essere sostituiti facilmente da importazioni da altri Paesi, dovrebbero essere rimpiazzati dalla produzione interna americana il che non è facile. Con il tempo dovremmo diversificare, esportare di più verso altri Paesi. È uno shock, una botta, ma non è una qualche cosa di paragonabile in termini di impatto a quello che è accaduto con la crisi economica del 2008 e del 2009”.
Nel corso della trasmissione, anche il presidente della Coldiretti Lombardia, Gianfranco Comincioli, sottolinea che la cosa positiva è che si sia arrivati a un accordo, scongiurando i dazi al 30% inizialmente minacciati da Trump. “Ci auguriamo che non impatti troppo – aggiunge Comincioli – soprattutto sul lattiero caseario, sul vitivinicolo e sul l'olio extravergine di oliva. È ancora difficile poter comprendere cosa accadrà, tenendo conto che oltre ai dazi abbiamo anche il cambio della valuta che vede gli Stati Uniti con un 12% di differenziale. Questo va ad aggiungersi ai costi che i consumatori statunitensi devono affrontare per acquistare i prodotti made in Italy”.
Per Cottarelli, dunque, il modo migliore per far fronte ai dazi è diversificare e spostare l’export anche verso altre aree. “L’Unione europea ha avviato ha già concluso negoziazioni con l'America Latina, poi ci sono le negoziazioni verso la Cina, verso l'India e il Giappone”.
TUTTI GLI ASPETTI DA CHIARIRE SULL'ACCORDO PER I DAZI
“Ci sono però alcuni aspetti dell'accordo che sono ancora del tutto poco chiari – dice Cottarelli nel corso della trasmissione SpeechBox di Financialounge.com - a partire dalla lista di prodotti che dovrebbero essere esentati dai dazi. Probabilmente non è stata ancora negoziata, se non in termini molto generali. Ci sono, inoltre, altri aspetti in conflitto tra il documento pubblicato sul sito della Casa Bianca e quello dell’Unione europea”. Il professor Cottarelli rivela che “sul sito pubblicato dalla Casa Bianca si parla di acquisti di 750 miliardi di prodotti energetici da parte dell’Europa. Questa cifra non c’è, invece, nel documento pubblicato dall’Unione europea. In modo molto più generico nel testo si dice che verranno rimpiazzate le importazioni dalla Russia con importazioni dagli Stati Uniti. Inoltre, l’Ue non parla dei 600 miliardi di investimenti che, secondo gli Stati Uniti, l’Europa si sarebbe impegnata a fare nei prossimi tre anni”.
L'IMPATTO DEI DAZI SULL'EXPORT VERSO GLI USA
Per quanto riguarda l’impatto dei dazi sull’export europeo è difficile quantificare a quanto ammonterà. Cottarelli sottolinea che l’Ue esporta negli Usa circa 70 miliardi di beni e che i “settori più colpiti sono i macchinari, le macchine utensili, la farmaceutica, le automobili, gli altri veicoli e i prodotti dell'elettronica, poi ancora i prodotti alimentari, come i vini”. L’impatto, però, potrebbe non essere enorme. “L’export Ue verso gli Usa – continua l’economista – è pari all’11% delle esportazioni totali. Nell'immediato l'impatto in termini di vendite potrebbe essere limitato perché i nostri prodotti non possono essere sostituiti facilmente da importazioni da altri Paesi, dovrebbero essere rimpiazzati dalla produzione interna americana il che non è facile. Con il tempo dovremmo diversificare, esportare di più verso altri Paesi. È uno shock, una botta, ma non è una qualche cosa di paragonabile in termini di impatto a quello che è accaduto con la crisi economica del 2008 e del 2009”.
COLDIRETTI: DOBBIAMO CONSIDERARE L'EFFETTO VALUTA
Nel corso della trasmissione, anche il presidente della Coldiretti Lombardia, Gianfranco Comincioli, sottolinea che la cosa positiva è che si sia arrivati a un accordo, scongiurando i dazi al 30% inizialmente minacciati da Trump. “Ci auguriamo che non impatti troppo – aggiunge Comincioli – soprattutto sul lattiero caseario, sul vitivinicolo e sul l'olio extravergine di oliva. È ancora difficile poter comprendere cosa accadrà, tenendo conto che oltre ai dazi abbiamo anche il cambio della valuta che vede gli Stati Uniti con un 12% di differenziale. Questo va ad aggiungersi ai costi che i consumatori statunitensi devono affrontare per acquistare i prodotti made in Italy”.
DIVERSIFICARE L'EXPORT PER COMBATTERE I DAZI
Per Cottarelli, dunque, il modo migliore per far fronte ai dazi è diversificare e spostare l’export anche verso altre aree. “L’Unione europea ha avviato ha già concluso negoziazioni con l'America Latina, poi ci sono le negoziazioni verso la Cina, verso l'India e il Giappone”.
GUARDA QUI LA VIDEOINTERVISTA A CARLO COTTARELLI
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