Economia americana
One Big Beautiful Bill Act: l’America si gioca la crescita con l'aumento del debito
Secondo l'analisi di Capital Group, il mix di tagli fiscali e incentivi approvato negli Stati Uniti potrebbe dare una spinta moderata al Pil, ma preoccupa dal punto di vista del deficit
di Annalisa Lospinuso 26 Luglio 2025 09:30

Il One Big Beautiful Bill Act diventa legge e ridisegna la traiettoria fiscale, industriale e finanziaria degli Stati Uniti. Con la firma definitiva del presidente Donald Trump, la manovra, che è un mix di tagli fiscali permanenti, incentivi agli investimenti industriali e ridimensionamento di alcune reti di sicurezza sociale, punta a rilanciare la crescita interna, ma rischia di innescare un’escalation di debito pubblico e tensioni inflazionistiche.
Secondo Darrell Spence, economista di Capital Group, i tagli fiscali daranno una spinta moderata alla crescita americana nell’arco dei prossimi due anni, con un Pil atteso tra l’1% e l’1,5% nel 2025. Ma lo stimolo potrebbe non bastare a compensare le frizioni della guerra commerciale ancora in corso, mentre la disoccupazione e l’inflazione sono destinate a salire gradualmente nella seconda metà dell’anno.
Il dato che preoccupa gli economisti è la traiettoria del debito. La legge consolida un deficit vicino al 7% del Pil, contro il precedente 6,4%, e aggiunge circa 3.300 miliardi di dollari al debito Usa nel prossimo decennio, come sottolinea Capital Group. Un fardello che finirà per comprimere il potenziale di crescita futura, drenando risorse verso il pagamento degli interessi – che già oggi superano la spesa per la difesa.
"L'aumento del deficit statunitense - scrive Spence - potrebbe tradursi in un aumento dei tassi di interesse nel lungo termine, poiché il governo federale dovrà vendere più titoli del Tesoro, mentre gli acquirenti potrebbero essere leggermente più riluttanti ad acquistarli". Atteso anche un irripidimento della curva dei rendimenti: le obbligazioni a lungo termine offriranno premi crescenti rispetto ai Treasury di breve. Capital Group prevede che la Federal Reserve potrebbe iniziare a tagliare i tassi se la disoccupazione dovesse aumentare sensibilmente, ma l’inflazione in salita complicherebbe questa scelta.
Dal punto di vista settoriale, il One Big Beautiful Bill Act offre un potenziale enorme alle aziende ad alta intensità di capitale, come produttori di macchinari, sistemi HVAC, big pharma innovativa, semiconduttori e tech giant. L’estensione dell’ammortamento bonus al 100% per nuovi stabilimenti e attrezzature libera flussi di cassa da reinvestire, accelerando le spese in ricerca e sviluppo. Il beneficio potrebbe riverberarsi in particolare sui data center, in un momento in cui la corsa all’intelligenza artificiale richiede infrastrutture informatiche sempre più avanzate.
Non tutti però escono vincitori. Il taglio del credito d’imposta da 7.500 dollari per i veicoli elettrici peserà sulle case automobilistiche americane in un momento in cui i produttori cinesi come BYD erodono rapidamente quote di mercato. Anche il comparto green subirà un freno: ridotti gli incentivi a solare ed eolico, mentre petrolio e gas naturale ottengono nuove agevolazioni. Inoltre, i tagli al Medicaid rischiano di ridurre la redditività delle società sanitarie e assicurative.
"Nel complesso, nel breve termine potrebbero verificarsi episodi di volatilità del dollaro - conclude Darrell Spence - ma la politica tariffaria e la crescita rimangono i motori del mercato. Nonostante i dubbi sulla fine della corsa al rialzo del dollaro, è improbabile che ci troviamo a un punto di svolta importante del ciclo. Per assistere a un periodo di debolezza prolungata del dollaro, sarebbe necessario un forte rallentamento della crescita statunitense o una forte ripresa della crescita nel resto del mondo".
ONE BIG BEAUTIFUL BILL ACT: SPINTA ALLA CRESCITA
Secondo Darrell Spence, economista di Capital Group, i tagli fiscali daranno una spinta moderata alla crescita americana nell’arco dei prossimi due anni, con un Pil atteso tra l’1% e l’1,5% nel 2025. Ma lo stimolo potrebbe non bastare a compensare le frizioni della guerra commerciale ancora in corso, mentre la disoccupazione e l’inflazione sono destinate a salire gradualmente nella seconda metà dell’anno.
OCCHIO ALLA TRAIETTORIA DEL DEBITO
Il dato che preoccupa gli economisti è la traiettoria del debito. La legge consolida un deficit vicino al 7% del Pil, contro il precedente 6,4%, e aggiunge circa 3.300 miliardi di dollari al debito Usa nel prossimo decennio, come sottolinea Capital Group. Un fardello che finirà per comprimere il potenziale di crescita futura, drenando risorse verso il pagamento degli interessi – che già oggi superano la spesa per la difesa.
PREVISTO AUMENTO TASSI DI INTERESSE A LUNGO
"L'aumento del deficit statunitense - scrive Spence - potrebbe tradursi in un aumento dei tassi di interesse nel lungo termine, poiché il governo federale dovrà vendere più titoli del Tesoro, mentre gli acquirenti potrebbero essere leggermente più riluttanti ad acquistarli". Atteso anche un irripidimento della curva dei rendimenti: le obbligazioni a lungo termine offriranno premi crescenti rispetto ai Treasury di breve. Capital Group prevede che la Federal Reserve potrebbe iniziare a tagliare i tassi se la disoccupazione dovesse aumentare sensibilmente, ma l’inflazione in salita complicherebbe questa scelta.
ONE BIG BEAUTIFUL BILL ACT: SPINTA AL TECH
Dal punto di vista settoriale, il One Big Beautiful Bill Act offre un potenziale enorme alle aziende ad alta intensità di capitale, come produttori di macchinari, sistemi HVAC, big pharma innovativa, semiconduttori e tech giant. L’estensione dell’ammortamento bonus al 100% per nuovi stabilimenti e attrezzature libera flussi di cassa da reinvestire, accelerando le spese in ricerca e sviluppo. Il beneficio potrebbe riverberarsi in particolare sui data center, in un momento in cui la corsa all’intelligenza artificiale richiede infrastrutture informatiche sempre più avanzate.
RISCHI PER L'INDUSTRIA DELLE AUTO ELETTRICHE
Non tutti però escono vincitori. Il taglio del credito d’imposta da 7.500 dollari per i veicoli elettrici peserà sulle case automobilistiche americane in un momento in cui i produttori cinesi come BYD erodono rapidamente quote di mercato. Anche il comparto green subirà un freno: ridotti gli incentivi a solare ed eolico, mentre petrolio e gas naturale ottengono nuove agevolazioni. Inoltre, i tagli al Medicaid rischiano di ridurre la redditività delle società sanitarie e assicurative.
LA VOLATILITÀ DEL DOLLARO USA
"Nel complesso, nel breve termine potrebbero verificarsi episodi di volatilità del dollaro - conclude Darrell Spence - ma la politica tariffaria e la crescita rimangono i motori del mercato. Nonostante i dubbi sulla fine della corsa al rialzo del dollaro, è improbabile che ci troviamo a un punto di svolta importante del ciclo. Per assistere a un periodo di debolezza prolungata del dollaro, sarebbe necessario un forte rallentamento della crescita statunitense o una forte ripresa della crescita nel resto del mondo".