Tecnologia e scienza

Ecco come al Cern hanno trasformato il piombo in oro

Chiara Oppedisano, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ha raccontato a Financialounge.com i dettagli dell’esperimento che ha realizzato il sogno degli alchimisti

di Annalisa Lospinuso 24 Luglio 2025 12:26

financialounge -  Border Cern Chiara Oppedisano
Al Cern di Ginevra, durante l’esperimento ALICE, il piombo è stato trasformato in oro. Il sogno degli alchimisti è diventato realtà. Solo per una frazione d’istante e in quantità impercettibili, ma il “miracolo” è avvenuto. Dove non sono arrivati gli alambicchi dei secoli scorsi, è riuscito il Large Hadron Collider (LHC), l’acceleratore di particelle del laboratorio internazionale. E non è stato un discepolo di Nicolas Flamel, ma un’equipe di scienziati a raggiungere il notevole risultato. Tra loro anche Chiara Oppedisano, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che ha raccontato a Border, il programma di Financialounge.com dedicato alle frontiere della tecnologia e dell’innovazione, i dettagli dell’esperimento ALICE.

CERN: “ERA IL SOGNO DEGLI ALCHIMISTI, NON IL NOSTRO”


“Scopo primario di ALICE è studiare il plasma di quark e gluoni, che in natura si è osservato solo qualche microsecondo dopo il Big Bang e, appunto, in una piccolissima parte del nostro esperimento”, ha spiegato la Oppedisano nel corso di Border. “Analizzando le interazioni di questi nuclei di piombo siamo riusciti a studiare anche la produzione di oro, ma non l’abbiamo creato noi, l’ha creato la natura: noi possiamo misurarlo da fisici sperimentali quali siamo. Quello che è piaciuto molto all’immaginario del pubblico generico è proprio questa trasformazione del piombo in oro, che era il sogno degli alchimisti, non il nostro”, ha aggiunto.

UN INTERESSANTE EFFETTO COLLATERALE


Ma come si crea l’oro all’interno dell’esperimento ALICE? Non proprio per errore, ma quasi. “Succede che alcuni di questi nuclei si passino vicini senza scontrarsi e in questi casi possono essere emessi dei neutroni e dei protoni. Se al piombo togliamo un neutrone lo trasformiamo in tallio, se ne togliamo due lo trasformiamo in mercurio, gliene togliamo tre e diventa un atomo di oro non stabile. Spesso è quello che noi chiamiamo un isotopo radioattivo, cioè che dopo un certo quantità di tempo molto breve decade in altri isotopi”, ha raccontato la ricercatrice.

L’ORO AL COSTO DI DUE CAFFÈ


La possibilità che l’uomo giunga un domani a creare grandi quantità d’oro dal piombo è però da escludere. “Nell’esperimento sono stati prodotti circa 30 milionesimi di grammi d’oro, arrivare a una produzione industriale sarebbe molto difficile. Se fossimo capaci lo faremmo anche per autofinanziarci, dato che le risorse non bastano mai”, ha detto la Oppedisano. “È stato fatto un conto, al contribuente italiano l’LHC costa circa due caffè all’anno. Ci sono ricadute in termini di commesse per le aziende italiane, senza considerare quelle culturali che sono incalcolabili: direi che si tratta di due caffè ben spesi”, ha concluso la ricercatrice.

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