
Previdenza
Rapporto Inps, l’8,5% dei pensionati continua a lavorare
La percentuale è del 21,6% tra gli ex impiegati nel settore agricolo e scende sotto all’1% tra gli ex dipendenti pubblici. L’assegno pensionistico degli uomini supera del 34% quello medio delle donne
di Fabrizio Arnhold 16 Luglio 2025 16:34

Una volta in pensione, si continua a lavorare. L’8,5% dei pensionati, infatti, non smette neanche dopo il pensionamento, con percentuali che superano il 20% tra gli ex lavoratori agricoli e sono al di sotto dell’1% per gli ex dipendenti pubblici. Sono i numeri dell’ultimo rapporto annuale dell’Inps, che ha effettuato un approfondimento su un campione di 123.893 pensionati nati a partire dagli anni ’50.
GLI EX AGRICOLI TRA I PIÙ ATTIVI
Sempre guardando i numeri del rapporto, la quota di pensionati ancora attivi raggiunge il 21,6% tra i pensionati del settore agricolo, il 19,2% tra gli ex artigiani e commercianti e il 27,4% tra i pensionati di altri enti e gestioni previdenziali.
MENO GLI EX DIPENDENTI PUBBLICI
Chi lavorava nel settore pubblico, invece, si gode la pensione. La prosecuzione dell’attività lavorativa nel settore pubblico, infatti, è molto meno frequente (0,9%) e tra i lavoratori dipendenti del settore privato (5,5%). I pensionati che continuano a lavorare con alle spalle precedenti rapporti di lavoro parasubordinato sono il 9,5%.
SALE L’ETÀ MEDIA DEL PENSIONAMENTO
E si va in pensione sempre più tardi. Nel 2024, l’età media di pensionamento sale a 64,8 anni dai 64,2 registrati nel 2023. La crescita è spiegata prevalentemente dalla stretta sulle pensioni anticipate con l’introduzione del calcolo contributivo per chi va in pensione con Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi) e in parte agli incentivi sulla permanenza al lavoro.
LA PENSIONE DEGLI UOMINI PIÙ GENEROSA
Guardando agli assegni, gli uomini pensionati hanno ricevuto un assegno medio di 2.142,60 euro al mese, una cifra che supera del 34% la pensione delle donne, pari a 1.594,82 euro. "L'elemento più rilevante è l'aumento del differenziale d'età tra pensioni di vecchiaia e pensioni anticipate, che passa da 3,8 anni nel 2012 a 5,6 anni nel 2024”, si legge nel rapporto Inps. “Questo ampliamento è dovuto sia all'innalzamento progressivo dell'età media di accesso alla pensione di vecchiaia, cresciuta di 3,5 anni, sia a un aumento, seppur più contenuto, dell'età media delle pensioni anticipate (+1,7 anni)”.
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