Il punto
DPAM: perché l'elevata volatilità non è sempre negativa per il posizionamento multi-asset
Osservando il mercato azionario e quello del credito per valutare lo stress nel sistema, se uno dei due mercati si muove e l'altro resta indietro durante i picchi di volatilità, si potrebbero individuare opportunità d’investimento tattiche
di Leo Campagna 15 Luglio 2025 08:00

L’attuale contesto macroeconomico, caratterizzato dall'alta volatilità, impone alla Federal Reserve una maggiore cautela nel tagliare i tassi perché ciò potrebbe innescare l'inflazione. Più in generale, le banche centrali potrebbero essere coinvolte nel sostegno delle condizioni di indebitamento sovrano a causa dei crescenti deficit e delle persistenti pressioni di spesa. Anche per questo, l’attenzione degli investitori è ora principalmente rivolta ai bilanci fiscali, ai cicli politici e all'offerta di obbligazioni.
Uno dei temi dall’inizio di quest’anno è l’instabilità dello status di bene rifugio del dollaro statunitense. “Il debito pubblico USA ha superato i 36.000 miliardi di dollari (circa il 120% del PIL) mentre proseguono i declassamenti del rating. Il conseguente aumento dei rendimenti dei Treasury è sempre più visto come un segnale di tensione fiscale. Al contempo l'inflazione rimane ferma intorno al 3%, limitando gli spazi di azione della Fed sia nel tagliare i tassi e sia nel riavviare acquisti massicci di attività in caso di tensioni sui mercati” spiega Yves Ceelen, CIO Global Balanced, DPAM.
Come se questo quadro macroeconomico non fosse già sufficientemente complesso, l’ansia dei mercati è messa a dura prova anche dalle crescenti tensioni internazionali. “In un recente sondaggio, le principali preoccupazioni rivelate dai CEO globali sono state “l'instabilità geopolitica”, “le tensioni commerciali” e “l'incertezza normativa”, con un loro acuirsi negli ultimi tre-quattro mesi. Non a caso, le minacce tariffarie e l'instabilità geopolitica hanno innescato diversi episodi di volatilità” riferisce Ceelen.
Movimenti oscillatori trasversali sia nei mercati azionari, che in quelli obbligazionari e valutari. “L'elevata volatilità non è sempre negativa. Per valutare lo stress nel sistema il posizionamento multi-asset tiene sotto osservazione il mercato azionario e quello del credito. Se uno dei due mercati si muove e l'altro resta indietro durante i picchi di volatilità, potrebbero delinearsi opportunità di investimento tattiche. Se invece entrambi i mercati si muovono di pari passo, meglio adottare un approccio più cauto” puntualizza il CIO Global Balanced di DPAM.
Nell’ambito delle scelte di portafoglio multi-asset, il manager nota che i titoli azionari europei, che evidenziano valutazioni relativamente interessanti, beneficiano del sostegno fiscale ai programmi green e digitali e della valuta che non appare più strutturalmente debole. Per queste ragioni, consentono di mantenere l'esposizione alla crescita globale senza subire tutto il rischio di concentrazione sul mercato statunitense.
“Un buon posizionamento lo si intravede anche nell’ambito delle società immobiliari quotate che possono beneficiare di un semplice stabilizzarsi dei tassi di riferimento senza che si registri un loro calo netto. Inoltre mentre prosegue il risanamento dei loro bilanci si nota una diminuzione costante della loro leva finanziaria. In molti altri settori europei continuano vediamo un potenziale di crescita significativo, soprattutto selezionando le aziende nazionali con catene di approvvigionamento regionali che dovrebbero risultare meno esposte all'impatto futuro di ulteriori pressioni tariffarie” argomenta il manager di DPAM.
Ceelen rivela poi di optare per una cautela nell'esposizione azionaria statunitense, aggiungendo di ritenere meno interessante al momento anche il reddito fisso statunitense. “Rimane fondamentale un'esposizione selettiva. L'aumento degli spread delle obbligazioni corporate high yield di alta qualità le rende interessanti rispetto alla maggior parte delle curve dei Paesi sovrani per compensare la volatilità di fine ciclo. Al contrario, evitiamo le obbligazioni governative a più lunga scadenza fino a quando non emergerà maggiore chiarezza sulla sostenibilità del debito e sui deficit” sottolinea il manager.
Infine, in questo contesto in evoluzione caratterizzato dall'attuale predominio della politica fiscale e dai timori dei mercati su tensioni geopolitiche e dazi, è ragionevole privilegiare componenti di portafoglio indipendenti dagli obiettivi mutevoli dei responsabili politici. “In quest’ottica, mantenere un’esposizione misurata all'oro e all'argento, che hanno tratto vantaggio sia dall'incertezza sui tassi reali che dai picchi episodici del rischio geopolitico, è ancora giustificato” conclude il CIO Global Balanced di DPAM.
INSTABILITÀ DELLO STATUS DI BENE RIFUGIO DEL DOLLARO USA
Uno dei temi dall’inizio di quest’anno è l’instabilità dello status di bene rifugio del dollaro statunitense. “Il debito pubblico USA ha superato i 36.000 miliardi di dollari (circa il 120% del PIL) mentre proseguono i declassamenti del rating. Il conseguente aumento dei rendimenti dei Treasury è sempre più visto come un segnale di tensione fiscale. Al contempo l'inflazione rimane ferma intorno al 3%, limitando gli spazi di azione della Fed sia nel tagliare i tassi e sia nel riavviare acquisti massicci di attività in caso di tensioni sui mercati” spiega Yves Ceelen, CIO Global Balanced, DPAM.
CRESCENTI TENSIONI INTERNAZIONALI
Come se questo quadro macroeconomico non fosse già sufficientemente complesso, l’ansia dei mercati è messa a dura prova anche dalle crescenti tensioni internazionali. “In un recente sondaggio, le principali preoccupazioni rivelate dai CEO globali sono state “l'instabilità geopolitica”, “le tensioni commerciali” e “l'incertezza normativa”, con un loro acuirsi negli ultimi tre-quattro mesi. Non a caso, le minacce tariffarie e l'instabilità geopolitica hanno innescato diversi episodi di volatilità” riferisce Ceelen.
OPPORTUNITÀ D’INVESTIMENTO TATTICHE
Movimenti oscillatori trasversali sia nei mercati azionari, che in quelli obbligazionari e valutari. “L'elevata volatilità non è sempre negativa. Per valutare lo stress nel sistema il posizionamento multi-asset tiene sotto osservazione il mercato azionario e quello del credito. Se uno dei due mercati si muove e l'altro resta indietro durante i picchi di volatilità, potrebbero delinearsi opportunità di investimento tattiche. Se invece entrambi i mercati si muovono di pari passo, meglio adottare un approccio più cauto” puntualizza il CIO Global Balanced di DPAM.
AZIONARIO EUROPEO ATTRAENTE
Nell’ambito delle scelte di portafoglio multi-asset, il manager nota che i titoli azionari europei, che evidenziano valutazioni relativamente interessanti, beneficiano del sostegno fiscale ai programmi green e digitali e della valuta che non appare più strutturalmente debole. Per queste ragioni, consentono di mantenere l'esposizione alla crescita globale senza subire tutto il rischio di concentrazione sul mercato statunitense.
SOCIETÀ IMMOBILIARI
“Un buon posizionamento lo si intravede anche nell’ambito delle società immobiliari quotate che possono beneficiare di un semplice stabilizzarsi dei tassi di riferimento senza che si registri un loro calo netto. Inoltre mentre prosegue il risanamento dei loro bilanci si nota una diminuzione costante della loro leva finanziaria. In molti altri settori europei continuano vediamo un potenziale di crescita significativo, soprattutto selezionando le aziende nazionali con catene di approvvigionamento regionali che dovrebbero risultare meno esposte all'impatto futuro di ulteriori pressioni tariffarie” argomenta il manager di DPAM.
HIGH YIELD DI ALTA QUALITÀ
Ceelen rivela poi di optare per una cautela nell'esposizione azionaria statunitense, aggiungendo di ritenere meno interessante al momento anche il reddito fisso statunitense. “Rimane fondamentale un'esposizione selettiva. L'aumento degli spread delle obbligazioni corporate high yield di alta qualità le rende interessanti rispetto alla maggior parte delle curve dei Paesi sovrani per compensare la volatilità di fine ciclo. Al contrario, evitiamo le obbligazioni governative a più lunga scadenza fino a quando non emergerà maggiore chiarezza sulla sostenibilità del debito e sui deficit” sottolinea il manager.
UN’ESPOSIZIONE MISURATA ALL’ORO
Infine, in questo contesto in evoluzione caratterizzato dall'attuale predominio della politica fiscale e dai timori dei mercati su tensioni geopolitiche e dazi, è ragionevole privilegiare componenti di portafoglio indipendenti dagli obiettivi mutevoli dei responsabili politici. “In quest’ottica, mantenere un’esposizione misurata all'oro e all'argento, che hanno tratto vantaggio sia dall'incertezza sui tassi reali che dai picchi episodici del rischio geopolitico, è ancora giustificato” conclude il CIO Global Balanced di DPAM.