La decisione

Ricorso UniCredit sul golden power per l'ops su Bpm, il Tar lo accoglie in parte

La sentenza del Tribunale amministrativo del Lazio boccia due delle prescrizioni imposte dal governo sulla scalata: quella sul rapporto impieghi/depositi e quella sul livello del portafoglio di project finance

di Davide Lentini 12 Luglio 2025 13:38

financialounge -  Banco Bpm Ops risiko bancario Unicredit unicredit-bpm
Il Tar del Lazio ha accolto parzialmente il ricorso presentato da UniCredit contro il golden power esercitato dal governo in merito all'ops su Banco Bpm. Una decisione destinata a far discutere non solo per l’impatto diretto sull’istituto guidato da Andrea Orcel, ma anche per le possibili ripercussioni su tutto il sistema bancario nazionale.

RICORSO UNICREDIT, I PUNTI BOCCIATI DAL TAR


Sono due nello specifico i punti accolti: il primo è quello che impone di "non ridurre per un periodo di cinque anni il rapporto impieghi/depositi praticato da Banco Bpm e UniCredit in Italia, con l’obiettivo di incrementare gli impieghi verso famiglie e Pmi nazionali", esclusivamente con riferimento al profilo temporale. Il secondo è quello relativo al mantenimento del livello del portafoglio di project finance.

LE PRESCRIZIONI ACCOLTE DAL TRIBUNALE


Nessun rilievo da parte del Tar, invece, su altri due aspetti del golden power che chiedono di "mantenere il peso attuale degli investimenti di Anima in titoli di emittenti italiani" e fissano i tempi per l'uscita di UniCredit dalla Russia.

LE VALUTAZIONI DEL TAR SUL RICORSO UNICREDI


Con la sentenza pubblicata il 12 luglio i giudici amministrativi hanno quindi riconosciuto alcune carenze motivazionali nel provvedimento del governo, ritenendo che determinate prescrizioni imposte alla banca non siano state adeguatamente giustificate. Tuttavia, il tribunale ha anche confermato la legittimità dell’applicazione del golden power al settore bancario in circostanze che coinvolgano soggetti esteri, a tutela della stabilità finanziaria e della sovranità economica.

ATTESA PER LE DECISIONI DELL'ANTITRUST EUROPEO


Proprio per questo la sentenza lascia aperti margini di intervento da parte del governo che potrebbe riproporre il provvedimento, ma con una motivazione più dettagliata. Anche se, oltre al ricorso al Tar, sull'operazione incombe il pronunciamento della DgComp, la Direzione generale per la Concorrenza della Commissione europea. Secondo indiscrezioni dei giorni scorsi, l'Antitrust europeo sarebbe pronto a bocciare il golden power in quanto la competenza non sarebbe dello Stato italiano, bensì dell'Europa. In questo caso al governo resterebbe solo la possibilità di ricorrere alla Corte di Giustizia europea.

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