La battaglia commerciale
Dazi Usa‑Ue: Trump fissa aliquota al 30%, Bruxelles corre ai ripari
di Davide Lentini 12 Luglio 2025 16:15

yle="text-align: left;">Arrivata la lettera del presidente americano all'Unione europea. "Non reagite o sarà peggio"
Un’escalation imprevista scuote i mercati internazionali: il presidente Usa Donald Trump ha inviato a Bruxelles una lettera che annuncia l’introduzione, a partire dal 1° agosto, di una tariffa doganale del 30% su tutti i prodotti Ue esportati negli Stati Uniti, indipendentemente dalle tariffe settoriali preesistenti. Trump ufficializza così i dazi all'Unione europea.
La missiva, rivolta alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, rinforza la pressione. Se l’Ue reagirà introducendo contromisure tariffarie, l’importo verrà aggiunto alla tariffa base, peggiorando ulteriormente la condizione delle imprese europee. L’unico modo per evitarla, secondo Trump, è che aziende o governi europei spostino la produzione negli Stati Uniti, opzione promessa come “rapida e professionale” .
L’ipotesi di un dazio al 30% supera di gran lunga le simulazioni più negative elaborate fino a oggi. La Cgia di Mestre, che stimava una perdita da 3,5 a 12 miliardi di euro in caso di dazi tra 10% e 20%, metteva già in guardia sull’erosione competitiva delle imprese italiane. Parallelamente, Federalimentare, rappresentata dal presidente Paolo Mascarino, ha definito la misura "oltre ogni soglia di tollerabilità", avvertendo che un’imposizione così gravosa si tradurrebbe in un calo significativo dell’export alimentare, accentuato anche dallo svantaggio dovuto alla svalutazione del dollaro.
Ursula von der Leyen ha definito necessario un intervento immediato: "Subito contromisure". Anche se i dettagli sono ancora in fase di studio, la Commissione europea promette una risposta ferma. Bruxelles potrà contare su un’ampia gamma di strumenti: controdazi, procedure WTO, o accordi settoriali mirati.
Sul fronte politico italiano, il governo sembra orientato verso maggiore pragmaticità: l’idea è quella di negoziare un accordo equo, che eviti una ritorsione automatica e crei una possibilità di neutralizzare la tariffa con concessioni mirate da entrambe le parti.
Un’escalation imprevista scuote i mercati internazionali: il presidente Usa Donald Trump ha inviato a Bruxelles una lettera che annuncia l’introduzione, a partire dal 1° agosto, di una tariffa doganale del 30% su tutti i prodotti Ue esportati negli Stati Uniti, indipendentemente dalle tariffe settoriali preesistenti. Trump ufficializza così i dazi all'Unione europea.
LA LETTERA CON I DAZI DI TRUMP
La missiva, rivolta alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, rinforza la pressione. Se l’Ue reagirà introducendo contromisure tariffarie, l’importo verrà aggiunto alla tariffa base, peggiorando ulteriormente la condizione delle imprese europee. L’unico modo per evitarla, secondo Trump, è che aziende o governi europei spostino la produzione negli Stati Uniti, opzione promessa come “rapida e professionale” .
GLI EFFETTI SULL'EXPORT ITALIANO
L’ipotesi di un dazio al 30% supera di gran lunga le simulazioni più negative elaborate fino a oggi. La Cgia di Mestre, che stimava una perdita da 3,5 a 12 miliardi di euro in caso di dazi tra 10% e 20%, metteva già in guardia sull’erosione competitiva delle imprese italiane. Parallelamente, Federalimentare, rappresentata dal presidente Paolo Mascarino, ha definito la misura "oltre ogni soglia di tollerabilità", avvertendo che un’imposizione così gravosa si tradurrebbe in un calo significativo dell’export alimentare, accentuato anche dallo svantaggio dovuto alla svalutazione del dollaro.
L'EUROPA STUDIA CONTROMISURE AI DAZI DI TRUMP
Ursula von der Leyen ha definito necessario un intervento immediato: "Subito contromisure". Anche se i dettagli sono ancora in fase di studio, la Commissione europea promette una risposta ferma. Bruxelles potrà contare su un’ampia gamma di strumenti: controdazi, procedure WTO, o accordi settoriali mirati.
LA REAZIONE DEL GOVERNO ITALIANO
Sul fronte politico italiano, il governo sembra orientato verso maggiore pragmaticità: l’idea è quella di negoziare un accordo equo, che eviti una ritorsione automatica e crei una possibilità di neutralizzare la tariffa con concessioni mirate da entrambe le parti.
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