Risiko bancario
Venerdì il cda di Mediobanca per dire no all'ops di Mps, che incassa l'ok dell'Antitrust
Nel caso in cui l'operazione andasse in porto la raccolta aggregata delle due banche resterebbe sotto la soglia del 22%. Piazzetta Cuccia prova le ultime mosse per contrastare l'offerta
di Davide Lentini 8 Luglio 2025 09:51

Settimana cruciale per il risiko bancario italiano. Venerdì Mediobanca riunisce il consiglio di amministrazione per esprimere la posizione ufficiale sull’ops di Mps. Le premesse fanno presagire un esito negativo: il cda di piazzetta Cuccia aveva già respinto la proposta nei mesi scorsi, e non si attendono sorprese. L’ops, che partirà ufficialmente il prossimo 14 luglio, è stata promossa da Mps con l'obiettivo minimo di arrivare al 35% del capitale di Mediobanca, ma resta fortemente divisiva.
Nel frattempo l’ops ha incassato un via libera pesante: quello dell’Antitrust che ha dato l’ok sotto il profilo della concorrenza. Il bollettino dell’Authority diffuso ieri specifica che, anche in caso di successo dell’ops, la raccolta bancaria aggregata rimarrebbe sotto la soglia del 20% a livello nazionale. Solo nelle province di Siena e Grosseto si supererebbe il 25%, senza però alterare in modo rilevante il grado di concentrazione del mercato. Secondo l’Antitrust, il settore resta presidiato da "numerosi e qualificati concorrenti" come Intesa Sanpaolo, UniCredit, Iccrea Banca e Bper, che garantirebbero un adeguato vincolo competitivo. Per quanto riguarda la quota di mercato nei prestiti e mutui alle famiglie consumatrici, anche in questo caso la soglia del 25% è superata solo localmente a Siena e Grosseto, ma senza un impatto sostanziale.
Il risiko si anima anche sul fronte delle partecipazioni azionarie. È stato infatti confermato l’azzeramento della quota di Banca Mediolanum in Mediobanca: la partecipazione del 3,343% è uscita dal capitale il 3 luglio, come indicano le comunicazioni Consob sulle partecipazioni rilevanti. Piazzetta Cuccia detiene ora il 3,046% del proprio capitale sotto forma di azioni proprie, frutto molto probabilmente della recente conclusione del programma di buyback.
Infine da giorni si rincorrono voci secondo cui UniCredit avrebbe iniziato a ridurre la propria partecipazione in Generali. Alla data dell’assemblea del 24 aprile scorso, la banca milanese deteneva una quota pari al 6,49% del Leone di Trieste. Le vendite avviate riguarderebbero comunque un pacchetto inferiore all’1,5% del capitale. Nei giorni scorsi l'ad di UniCredit, Andrea Orcel, aveva annunciato: "Ridurremo il pacchetto azionario in Generali e ne usciremo col tempo".
Il mosaico delle partecipazioni e delle operazioni straordinarie tra banche e assicurazioni italiane si fa sempre più complesso. La partita più delicata resta quella di Mps con Mediobanca. Con l’approvazione dell’Antitrust in tasca, Montepaschi spera di fare breccia tra gli azionisti di piazzetta Cuccia, ma il no del board potrebbe rappresentare una battuta d’arresto pesante. La partita resta aperta.
L'OK DELL'ANTITRUST ALL'OPS DI MPS
Nel frattempo l’ops ha incassato un via libera pesante: quello dell’Antitrust che ha dato l’ok sotto il profilo della concorrenza. Il bollettino dell’Authority diffuso ieri specifica che, anche in caso di successo dell’ops, la raccolta bancaria aggregata rimarrebbe sotto la soglia del 20% a livello nazionale. Solo nelle province di Siena e Grosseto si supererebbe il 25%, senza però alterare in modo rilevante il grado di concentrazione del mercato. Secondo l’Antitrust, il settore resta presidiato da "numerosi e qualificati concorrenti" come Intesa Sanpaolo, UniCredit, Iccrea Banca e Bper, che garantirebbero un adeguato vincolo competitivo. Per quanto riguarda la quota di mercato nei prestiti e mutui alle famiglie consumatrici, anche in questo caso la soglia del 25% è superata solo localmente a Siena e Grosseto, ma senza un impatto sostanziale.
CONFERMATA L'USCITA DI MEDIOLANUM DA MEDIOBANCA
Il risiko si anima anche sul fronte delle partecipazioni azionarie. È stato infatti confermato l’azzeramento della quota di Banca Mediolanum in Mediobanca: la partecipazione del 3,343% è uscita dal capitale il 3 luglio, come indicano le comunicazioni Consob sulle partecipazioni rilevanti. Piazzetta Cuccia detiene ora il 3,046% del proprio capitale sotto forma di azioni proprie, frutto molto probabilmente della recente conclusione del programma di buyback.
UNICREDIT RIDUCE LA PARTECIPAZIONE IN GENERALI
Infine da giorni si rincorrono voci secondo cui UniCredit avrebbe iniziato a ridurre la propria partecipazione in Generali. Alla data dell’assemblea del 24 aprile scorso, la banca milanese deteneva una quota pari al 6,49% del Leone di Trieste. Le vendite avviate riguarderebbero comunque un pacchetto inferiore all’1,5% del capitale. Nei giorni scorsi l'ad di UniCredit, Andrea Orcel, aveva annunciato: "Ridurremo il pacchetto azionario in Generali e ne usciremo col tempo".
LE MOSSE DI MEDIOBANCA PER CONTRASTARE L'OPS
Il mosaico delle partecipazioni e delle operazioni straordinarie tra banche e assicurazioni italiane si fa sempre più complesso. La partita più delicata resta quella di Mps con Mediobanca. Con l’approvazione dell’Antitrust in tasca, Montepaschi spera di fare breccia tra gli azionisti di piazzetta Cuccia, ma il no del board potrebbe rappresentare una battuta d’arresto pesante. La partita resta aperta.
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