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Obbligazionario: DPAM cauta sui titoli di Stato Usa, positiva sull’Europa

L’outlook di Sam Vereecke, CIO Fixed Income, analizza l’impatto delle politiche di Trump e preferisce la parte breve della curva Usa ma è positivo su debito sovrano e credito europei

di Stefano Caratelli 7 Luglio 2025 12:20

financialounge -  DPAM investimenti obbligazionario
Gli sviluppi politici in USA, in particolare su inflazione e sostenibilità del debito a lungo termine, hanno avuto implicazioni significative per i mercati obbligazionari globali, in un momento interessante per valutare come gli investitori dovrebbero posizionarsi. I piani fiscali dei precedenti governi e più recentemente il “One Big Beautiful Bill” di Trump continuano a esercitare pressione al rialzo sul deficit e sul debito federale, che se le attuali politiche fossero mantenute potrebbe aumentare dall'attuale 100% circa del PIL al 124-125% entro il prossimo decennio, implicando che il mercato dovrà assorbire un aumento sostanziale delle emissioni, che potrebbe potenzialmente far salire i rendimenti.

PRESSIONI SULL’OFFERTA DELL'OBBLIGAZIONARIO USA


Nell’Outlook obbligazionario, Sam Vereecke, CIO Fixed Income di DPAM, ripercorre la traiettoria dei rendimenti dei Treasury, da minimi della pandemia alla drastica rivalutazione dopo lo shock inflazionistico del 2022-2023, che li ha spinti in area 4,5%, con rendimenti reali al 2,1%-2,2%. Vereecke nota che si tratta di livelli eccezionalmente interessanti per gli investitori a lungo termine ma aggiunge che, alla luce della continua espansione fiscale e dell'aumento delle emissioni, è comprensibile il timore che possano rivelarsi insufficienti a compensare le pressioni dell'offerta a più lungo termine.

OBBLIGAZIONARIO, SI COMPLICA IL PERCORSO DI ALLENTAMENTO DELLA FED


L’incertezza sull'inflazione causata dai continui annunci di Trump sui dazi complica ulteriormente il quadro: l'inflazione USA è in fase di moderazione ma Trump rischia di invertire la tendenza e potrebbe rendere la Fed più cauta nell'allentamento. DPAM continua a prevedere un taglio, ma il ciclo dovrebbe procedere con maggior cautela e su un orizzonte più lungo. Di qui un generale ottimismo sul segmento a breve della curvai ma anche una maggior cautela sui Treasury più lunghi, dove le preoccupazioni strutturali sulla sostenibilità fiscale e l'inflazione sono più marcate, e la previsione di una tendenza all’irrigidimento dei mercati obbligazionari USA.

BCE VERSO POLITICA PIÙ ACCOMODANTE


Al contrario, prosegue DPAM , le prospettive per il reddito fisso europeo sono notevolmente divergenti: il quadro macro è più moderato. Inoltre, l'inflazione è ampiamente normalizzata e punta a scendere sotto dell'obiettivo del 2% della Bce, mentre sono in atto diverse forze deflazionistiche, dall’ euro forte, alla domanda interna modesta e all’aumento delle importazioni di beni a basso costo, in particolare dalla Cina. Inoltre, Germania e altri stanno finalmente aumentando gli investimenti in infrastrutture e difesa. Questi sforzi sono solo all'inizio e ci vorranno anni prima che abbiano un impatto significativo sulla crescita e l’Europa continua a viaggiare sotto il potenziale, alimentando la previsione che la Bce adotterà una politica più accomodante.

POSIZIONE POSITIVA SULLA DURATION EUROPEA


Per questo DPAM mantiene una posizione positiva sulla duration europea lungo l'intera curva dei rendimenti, mentre nel credito gli spread rimangono contenuti, nonostante la recente breve volatilità da dazi. Vereecke ritiene che questo offra un carry ragionevole sui titoli di Stato, ma vede improbabile un ulteriore restringimento degli spread, inducendo a mantenere un orientamento neutrale sul credito: le valutazioni attuali non suggeriscano un'opportunità immediata di sovraperformance, ma non indicano nemmeno ischi significativi di ampliamento.

PER DPAM ANCHE IL CREDITO OFFRE REDDITO STABILE


Questa visione vale sia per il segmento Investment Grade che per quello High Yield, che secondo l’esperto di DPAM continuano a offrire un reddito stabile senza richiedere movimenti significativi dei prezzi.

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