Risiko bancario
Unicredit aggiorna l’offerta Bpm: operazione complicata senza chiarezza sul golden power
La banca guidata da Andrea Orcel ha pubblicato un supplemento sull’Ops di Unicredit su Banco Bpm, il nodo centrale rimane la scarsa chiarezza sull’intervento del governo
di Antonio Cardarelli 3 Luglio 2025 10:59

Unicredit ha pubblicato un documento di aggiornamento relativo all’Ops su Banco Bpm. La banca guidata da Andrea Orcel fa il punto sugli ultimi sviluppi regolamentari di un’operazione che, a questo punto, sembra diventata un percorso a ostacoli.
La parte principale del supplemento di offerta per l’Ops su Banco Bpm riguarda il golden power attivato dal governo. Come noto, il provvedimento del governo impone una serie di paletti ritenuti non solo troppo stringenti da Unicredit, ma soprattutto poco chiari. Il timore della banca è che, a operazione conclusa, possa arrivare una sanzione miliardaria a carico proprio di Unicredit. L’eventuale sanzione ammonterebbe "fino al doppio del valore dell’operazione, e comunque non inferiore all’1% del fatturato dell’ultimo esercizio”.
Unicredit ha presentato un ricorso al Tar contro l’applicazione del golden power sull’operazione Banco Bpm. La decisione nel merito verrà presa il 9 luglio. Per accelerare i tempi Unicredit ha preferito rinunciare alla richiesta di sospensiva. Inoltre, nell’aggiornamento del documento Unicredit fa sapere che sono in corso colloqui con il Ministero dell’Economia “al fine di ottenere una revisione delle prescrizioni e una maggior chiarezza circa la portata di tali prescrizioni”. Anche la Commissione europea ha chiesto chiarimenti al governo sull’applicazione del golden power, mentre a livello di Antitrust l’Ue ha dato il via libera all’operazione lo scorso 19 giugno con l’impegno a cedere 209 filiali di Banco Bpm.
Per dare il via libera all’operazione, il governo ha imposto a Unicredit una serie di condizioni validi per i cinque anni successivi all’operazione. Oltre al mantenimento del rapporto impieghi/depositi a favore di famiglie e pmi e al divieto di ridurre il portafoglio project finance e l’esposizione su titoli italiani di Anima, il governo ha chiesto anche il disimpegno completo dal mercato russo entro nove mesi. Subito dopo il parere della Commissione europea, il ceo di Unicredit Andrea Orcel aveva parlato della possibilità di ritirare l’offerta su Banco Bpm.
UNICREDIT-BPM, IL NODO GOLDEN POWER
La parte principale del supplemento di offerta per l’Ops su Banco Bpm riguarda il golden power attivato dal governo. Come noto, il provvedimento del governo impone una serie di paletti ritenuti non solo troppo stringenti da Unicredit, ma soprattutto poco chiari. Il timore della banca è che, a operazione conclusa, possa arrivare una sanzione miliardaria a carico proprio di Unicredit. L’eventuale sanzione ammonterebbe "fino al doppio del valore dell’operazione, e comunque non inferiore all’1% del fatturato dell’ultimo esercizio”.
IL 9 LUGLIO LA DECISIONE DEL TAR
Unicredit ha presentato un ricorso al Tar contro l’applicazione del golden power sull’operazione Banco Bpm. La decisione nel merito verrà presa il 9 luglio. Per accelerare i tempi Unicredit ha preferito rinunciare alla richiesta di sospensiva. Inoltre, nell’aggiornamento del documento Unicredit fa sapere che sono in corso colloqui con il Ministero dell’Economia “al fine di ottenere una revisione delle prescrizioni e una maggior chiarezza circa la portata di tali prescrizioni”. Anche la Commissione europea ha chiesto chiarimenti al governo sull’applicazione del golden power, mentre a livello di Antitrust l’Ue ha dato il via libera all’operazione lo scorso 19 giugno con l’impegno a cedere 209 filiali di Banco Bpm.
COSA CHIEDE IL GOVERNO A UNICREDIT
Per dare il via libera all’operazione, il governo ha imposto a Unicredit una serie di condizioni validi per i cinque anni successivi all’operazione. Oltre al mantenimento del rapporto impieghi/depositi a favore di famiglie e pmi e al divieto di ridurre il portafoglio project finance e l’esposizione su titoli italiani di Anima, il governo ha chiesto anche il disimpegno completo dal mercato russo entro nove mesi. Subito dopo il parere della Commissione europea, il ceo di Unicredit Andrea Orcel aveva parlato della possibilità di ritirare l’offerta su Banco Bpm.
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