Geopolitica e mercati

I mercati emergenti non affonderanno: la nuova resilienza del sud globale

Nonostante i rischi legati alla politica commerciale di Donald Trump, i Paesi emergenti hanno oggi fondamenta più solide che mai, come sottolinea Legal & General Investment Management

di Annalisa Lospinuso 3 Luglio 2025 12:05

financialounge -  Asia cina india Legal & General Investment Management mercati emergenti Uday Patnaik
I mercati emergenti sono tra quelli che più risentono delle trasformazioni in atto in Usa. Donald Trump sta cambiando l’assetto geopolitico mondiale, ridefinendo alleanze ed equilibri. Ma l’impatto per ora è meno negativo di quanto ci si poteva aspettare nel sud del mondo. Uday Patnaik, Head of Asia Fixed Income e Global Emerging Market Debt di Legal & General Investment Management sottolinea come le tensioni che si annunciano sul fronte geopolitico e commerciale, dal ritorno dei dazi all’isolazionismo finanziario, non sono irrilevanti. Ma non bastano ad affossare un universo che negli ultimi vent’anni ha cambiato pelle.

I MERCATI EMERGENTI E LE VULNERABILITÀ


Patnaik individua quattro aree di vulnerabilità per i mercati emergenti (EM) sotto una nuova amministrazione americana: commercio, aiuti bilaterali, rimpatri dei migranti e impatti sulla crescita Usa. Quattro elementi apparentemente destabilizzanti, ma da pesare con attenzione.ù

POLITICA COMMERCIALE E MERCATI EMERGENTI


Sul fronte commerciale, è vero che molti mercati emergenti, in particolare Asia e America Latina, continuano a esportare verso gli Stati Uniti. Ma è altrettanto vero che il quadro è cambiato radicalmente dagli anni Novanta: se allora tre quarti delle esportazioni di questi Paesi erano dirette alle economie sviluppate, oggi la quota è scesa attorno al 50%, mentre la domanda interna agli stessi mercati emergenti è cresciuta. Un segnale di maturazione e interdipendenza sud-sud sempre più significativa.

MIGLIORA IL RATING DEI MERCATI EMERGENTI


Eppure, a dispetto delle incognite, il quadro che emerge dall’analisi di Patnaik è sorprendentemente costruttivo. I Paesi emergenti del 2025 non sono quelli fragili e indebitati di fine secolo scorso. Molti godono oggi di rating investment grade o BB alto, riserve valutarie solide, tassi di cambio flessibili e mercati obbligazionari locali ampi e profondi.

CRESCONO I PAESI DEL SUD


Il dato più eloquente è la dimensione di questi ultimi: 25mila miliardi di dollari a fine 2024, un raddoppio in dieci anni. Un altro segnale chiave: le emissioni di titoli sovrani EM nel 2025 hanno già toccato gli 82,5 miliardi di dollari, vicino ai massimi storici, con un mix di emittenti investment grade e high yield. Alcuni Paesi con rating deboli, come El Salvador o Honduras, beneficiano anche del supporto attivo del FMI.

L’ASIA GUIDA LA CRESCITA


“I rapidi cambiamenti nelle politiche statunitensi – conclude il manager di Legal & General Investment Management - pongono dei rischi, ma il mondo dei mercati emergenti è molto più forte di quanto non fosse in passato. In nessun luogo ciò è più evidente che in Asia, che ospita alcune delle economie in più rapida crescita al mondo. Le riforme avviate dopo la crisi finanziaria asiatica del 1997 hanno aperto le porte a decenni di sovraperformance in termini di crescita, con i paesi che continuano a consolidare la crescita, le riserve valutarie e i rating. Questa storia non riguarda solo Cina e India: Indonesia, Filippine, Malesia e Vietnam sono tutti esempi di come i paesi possano invertire la rotta”.

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