L'analisi
Capital Group: la maggiore incertezza causa una crescita più contenuta
La casa d’investimento si aspetta un rallentamento della crescita statunitense e globale a causa dei dazi e dell'incertezza legata alla guerra commerciale, ma pensa che sia troppo presto per parlare di recessione
di Leo Campagna 1 Luglio 2025 10:12

Nel primo trimestre il PIL degli Stati Uniti ha registrato un calo. E’ la prima volta dal 2022. Alcune aziende non hanno fornito indicazioni previsionali mentre gli investimenti sono stati rinviati. In parallelo le attività nei principali porti hanno subito una forte contrazione e le assunzioni hanno accusato un rallentamento. Il denominatore comune è l'incertezza politica che sta riducendo le previsioni di crescita economica globale.
“L’incertezza è diventata un fattore economico cruciale come altri dati concreti quali l'occupazione, i consumi e gli investimenti delle imprese. In questa fase, prevedere l'andamento dell'economia significa in gran parte prevedere l'andamento della politica che è un esercizio piuttosto difficile dal momento che può cambiare così rapidamente” fa sapere Darrell Spence, Economista Capital Group.
Secondo il manager il picco di incertezza dovrebbe essere stato raggiunto ad aprile, quando è stata annunciata la più ampia serie di dazi doganali dal presidente Donald Trump. “Da allora ci sono stati alcuni progressi incoraggianti e se si riuscisse a risolvere gran parte di questa incertezza, i mercati potrebbero registrare un andamento più regolare nella seconda metà dell'anno” spiega Spence.
Una guerra commerciale globale e l'instabilità delle alleanze politiche potrebbero rallentare la crescita economica mondiale, alimentare l'inflazione e aumentare il rischio di recessione. E’ anche vero che negoziati commerciali rapidi e conclusi con successo potrebbero innescare una ripresa dei mercati. “Molto dipenderà dall'esito dei negoziati commerciali attualmente in corso. Il problema è che potrebbe essere necessario molto tempo per definire i dettagli tenuto conto della complessità e del gran numero di partner commerciali coinvolti” precisa il manager.
Per quanto riguarda le banche centrali, mentre la Bce ha già iniziato a tagliare i tassi, l'aumento dei prezzi al consumo statunitensi rende difficile il compito per la Fed dal momento che tassi più bassi potrebbero riaccendere l'inflazione. Il carovita USA negli ultimi mesi ha oscillato tra il 2,5% e il 3% su base annua. Nonostante si tratti di valori superiori all'obiettivo del 2% fissato dalla banca centrale USA, il mercato prevede che il primo taglio dei tassi da parte della Fed avverrà a luglio, seguito da altri due o tre entro la fine dell'anno.
“Con un’inflazione che staziona al di sopra dell’obiettivo, la Fed dovrebbe preferire pazientare almeno finché i mercati del lavoro non subiranno un drastico indebolimento. L'attuale prezzo di mercato del tasso sui fondi federali, pari a circa il 3,8% entro la fine dell'anno, in calo rispetto al 4,3% circa di oggi, dovrebbe essere un livello equo sulla base del bilancio dei rischi. La crescita economica statunitense e globale dovrebbe rallentare a causa dei dazi e dell'incertezza legata alla guerra commerciale ma riteniamo che sia troppo presto per parlare di recessione” sottolinea l’economista di Capital Group.
Osservando la maggior parte dei dati economici osservati finora, Spence si aspetta un’espansione dell'economia statunitense nel secondo trimestre. Una tesi supportata anche dall'aumento del 6% dell'indice S&P 500 a maggio che sembra escludere, da parte degli investitori, un rallentamento immediato causato dai dazi. “Per eliminare l'incertezza sarebbe necessario un annuncio ufficiale della fine della guerra commerciale. In caso contrario, potrebbe essere difficile convincere le imprese e i consumatori ad andare avanti con fiducia” specifica l’economista di Capital Group.
Il manager ricorda infine che, anche se questa volta il contesto potrebbe sembrare diverso, i mercati hanno dimostrato nel corso della storia di saper reagire con resilienza di fronte a guerre, pandemie e altre crisi. “Pe navigare l’incertezza dei mercati, il consiglio è quello di diversificare tra azioni e obbligazioni, esaminando periodicamente la propria propensione al rischio in caso di volatilità elevata” conclude Spence.
IL FATTORE INCERTEZZA
“L’incertezza è diventata un fattore economico cruciale come altri dati concreti quali l'occupazione, i consumi e gli investimenti delle imprese. In questa fase, prevedere l'andamento dell'economia significa in gran parte prevedere l'andamento della politica che è un esercizio piuttosto difficile dal momento che può cambiare così rapidamente” fa sapere Darrell Spence, Economista Capital Group.
PROGRESSI INCORAGGIANTI
Secondo il manager il picco di incertezza dovrebbe essere stato raggiunto ad aprile, quando è stata annunciata la più ampia serie di dazi doganali dal presidente Donald Trump. “Da allora ci sono stati alcuni progressi incoraggianti e se si riuscisse a risolvere gran parte di questa incertezza, i mercati potrebbero registrare un andamento più regolare nella seconda metà dell'anno” spiega Spence.
POTREBBE ESSERE NECESSARIO MOLTO TEMPO
Una guerra commerciale globale e l'instabilità delle alleanze politiche potrebbero rallentare la crescita economica mondiale, alimentare l'inflazione e aumentare il rischio di recessione. E’ anche vero che negoziati commerciali rapidi e conclusi con successo potrebbero innescare una ripresa dei mercati. “Molto dipenderà dall'esito dei negoziati commerciali attualmente in corso. Il problema è che potrebbe essere necessario molto tempo per definire i dettagli tenuto conto della complessità e del gran numero di partner commerciali coinvolti” precisa il manager.
COSA FANNO LE BANCHE CENTRALI
Per quanto riguarda le banche centrali, mentre la Bce ha già iniziato a tagliare i tassi, l'aumento dei prezzi al consumo statunitensi rende difficile il compito per la Fed dal momento che tassi più bassi potrebbero riaccendere l'inflazione. Il carovita USA negli ultimi mesi ha oscillato tra il 2,5% e il 3% su base annua. Nonostante si tratti di valori superiori all'obiettivo del 2% fissato dalla banca centrale USA, il mercato prevede che il primo taglio dei tassi da parte della Fed avverrà a luglio, seguito da altri due o tre entro la fine dell'anno.
TROPPO PRESTO PER PARLARE DI RECESSIONE
“Con un’inflazione che staziona al di sopra dell’obiettivo, la Fed dovrebbe preferire pazientare almeno finché i mercati del lavoro non subiranno un drastico indebolimento. L'attuale prezzo di mercato del tasso sui fondi federali, pari a circa il 3,8% entro la fine dell'anno, in calo rispetto al 4,3% circa di oggi, dovrebbe essere un livello equo sulla base del bilancio dei rischi. La crescita economica statunitense e globale dovrebbe rallentare a causa dei dazi e dell'incertezza legata alla guerra commerciale ma riteniamo che sia troppo presto per parlare di recessione” sottolinea l’economista di Capital Group.
COSA POTEBBE CONVINCERE IMPRESE E CONSUMATORI
Osservando la maggior parte dei dati economici osservati finora, Spence si aspetta un’espansione dell'economia statunitense nel secondo trimestre. Una tesi supportata anche dall'aumento del 6% dell'indice S&P 500 a maggio che sembra escludere, da parte degli investitori, un rallentamento immediato causato dai dazi. “Per eliminare l'incertezza sarebbe necessario un annuncio ufficiale della fine della guerra commerciale. In caso contrario, potrebbe essere difficile convincere le imprese e i consumatori ad andare avanti con fiducia” specifica l’economista di Capital Group.
NAVIGARE L’INCERTEZZA DEI MERCATI
Il manager ricorda infine che, anche se questa volta il contesto potrebbe sembrare diverso, i mercati hanno dimostrato nel corso della storia di saper reagire con resilienza di fronte a guerre, pandemie e altre crisi. “Pe navigare l’incertezza dei mercati, il consiglio è quello di diversificare tra azioni e obbligazioni, esaminando periodicamente la propria propensione al rischio in caso di volatilità elevata” conclude Spence.