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Sondaggio Natixis IM sugli strategist: cresce l’ottimismo sui mercati europei
Le view di mercato per la seconda metà dell’anno di 34 esperti del gruppo e delle sue affiliate indicano opportunità di investimento fuori dagli USA, nel reddito fisso, difesa e tecnologia
di Stefano Caratelli 27 Giugno 2025 14:51

Condizioni d’investimento favorevoli per l’Europa, mentre volatilità e inflazione rimangono due preoccupazioni con la prima che porta ad opportunità divergenti. La gestione attiva aggiunge valore nel reddito fisso e il cash non è sempre “the king”, l’impatto dell’IA non sarà solo positivo. Sono le principali indicazioni emerse dalla Strategist Survey di Natixis IM, il sondaggio annuale sulle view di mercato per la seconda metà dell’anno di 34 esperti del gruppo Natixis e delle sue affiliate. Mabrouk Chetouane, Head of Global Market Strategy, Natixis Investment Managers, rileva che gli strategist vedono ancora una volta opportunità fuori dagli USA e cercheranno di capire se la crescita europea sarà sostenuta o se incertezze e volatilità continueranno a pesare, sottolineando che gli investitori devono prestare attenzione alle opportunità, in particolare nel reddito fisso, nella difesa e nella tecnologia.
Sette strategist su 10 ritengono che l'Europa supererà gli USA nel 2025, con il 56% che concorda sul fatto che le politiche tariffarie stiano creando le condizioni giuste per una fase di crescita europea, mentre il 47% individua nei titoli della difesa quelli che offrono i maggiori rendimenti potenziali, sulla scia di una narrativa positiva per i listini europei. Il 38% vede in Europa le migliori performance nella seconda metà del 2025, rispetto a solo il 3% un anno prima. Il 74% pensa che l’euro si rafforzerà con le tensioni geopolitiche e commerciali che spingono l’Europa a guardare all’interno, aumentando gli investimenti in difesa e infrastrutture, e favorendo settori come banche e difesa.
La turbolenza nei mercati obbligazionari USA è emersa come il rischio principale, con l’85% che lo considera fonte di timore media o elevata. L’inflazione è vista da Natixis IM come il secondo rischio più rilevante, con il 79% che la classificata come fonte di preoccupazione media o alta, ma l’impatto dei dazi è stimato temporaneo. Per quanto riguarda la volatilità, il 71% dichiara di trovare attivamente opportunità in quella azionaria e il 74% nel mercato obbligazionario, ma una parte opterà per un atteggiamento attendista.
Nell’obbligazionario, il 68% indica la gestione attiva come fattore chiave per aggiungere valore ai portafogli. In Europa, le scelte più popolari nel reddito fisso sono stati i titoli di Stato core e il credito Investment Grade. Inoltre, gli strategist ricordano che il cash non è sempre la soluzione migliore, specialmente in un contesto di dazi che indeboliscono il dollaro, e il 38% ha visto opportunità di rendimento più interessanti altrove, anche perché il rischio inflazione potrebbe erodere i rendimenti reali.
Infine, l’impatto dell’IA, sempre più presente in tutti i campi: gli strategist di Natixis IM riflettono sul suo impatto sul settore finanziario nei prossimi 2-5 anni, con l’88% che vede opportunità, il 79% pensa che aiuterà a scoprire rischi nascosti e accelererà il trading, ma il 94% teme un aumento del rischio frodi, mentre il 71% ritiene che richieda tempo prima di dare risultati. Tra i benefici, potrebbe aumentare la trasparenza in ambito ESG. Guardando in generale agli investimenti sostenibili, il 41% prevede che l’impact investing continuerà a crescere e il 56% crede che i veri leader della sostenibilità emergeranno chiaramente.
MERCARTI, CONDIZIONI GIUSTE PER UNA FASE DI CRESCITA EUROPEA
Sette strategist su 10 ritengono che l'Europa supererà gli USA nel 2025, con il 56% che concorda sul fatto che le politiche tariffarie stiano creando le condizioni giuste per una fase di crescita europea, mentre il 47% individua nei titoli della difesa quelli che offrono i maggiori rendimenti potenziali, sulla scia di una narrativa positiva per i listini europei. Il 38% vede in Europa le migliori performance nella seconda metà del 2025, rispetto a solo il 3% un anno prima. Il 74% pensa che l’euro si rafforzerà con le tensioni geopolitiche e commerciali che spingono l’Europa a guardare all’interno, aumentando gli investimenti in difesa e infrastrutture, e favorendo settori come banche e difesa.
RISCHI NELL’OBBLIGAZIONARIO USA, OPPORTUNITÀ NELLA VOLATILITÀ
La turbolenza nei mercati obbligazionari USA è emersa come il rischio principale, con l’85% che lo considera fonte di timore media o elevata. L’inflazione è vista da Natixis IM come il secondo rischio più rilevante, con il 79% che la classificata come fonte di preoccupazione media o alta, ma l’impatto dei dazi è stimato temporaneo. Per quanto riguarda la volatilità, il 71% dichiara di trovare attivamente opportunità in quella azionaria e il 74% nel mercato obbligazionario, ma una parte opterà per un atteggiamento attendista.
GESTIONE ATTIVA FATTORE CHIAVE PER IL REDDITO FISSO
Nell’obbligazionario, il 68% indica la gestione attiva come fattore chiave per aggiungere valore ai portafogli. In Europa, le scelte più popolari nel reddito fisso sono stati i titoli di Stato core e il credito Investment Grade. Inoltre, gli strategist ricordano che il cash non è sempre la soluzione migliore, specialmente in un contesto di dazi che indeboliscono il dollaro, e il 38% ha visto opportunità di rendimento più interessanti altrove, anche perché il rischio inflazione potrebbe erodere i rendimenti reali.
DALLL’IA OPPORTUNITÀ MA ANCHE RISCHI
Infine, l’impatto dell’IA, sempre più presente in tutti i campi: gli strategist di Natixis IM riflettono sul suo impatto sul settore finanziario nei prossimi 2-5 anni, con l’88% che vede opportunità, il 79% pensa che aiuterà a scoprire rischi nascosti e accelererà il trading, ma il 94% teme un aumento del rischio frodi, mentre il 71% ritiene che richieda tempo prima di dare risultati. Tra i benefici, potrebbe aumentare la trasparenza in ambito ESG. Guardando in generale agli investimenti sostenibili, il 41% prevede che l’impact investing continuerà a crescere e il 56% crede che i veri leader della sostenibilità emergeranno chiaramente.