La ricerca
Educazione finanziaria, sono sempre di più le famiglie a chiederla
Presentati a Roma, alla Camera dei Deputati, i risultati di una ricerca - promossa da Alleanza e Aief - dedicata alla legge che ha introdotto l’insegnamento della materia nelle scuole. L’80% dei genitori intervistati ha dichiarato di apprezzare l’iniziativa
di Paolo Gila 27 Giugno 2025 15:45

Mutui, tassi, dividendi, rendita, gestione. Termini usuali per chi tratta professionalmente la materia del risparmio. Ma il linguaggio appare ancora tecnico e a volte astruso per una parte della popolazione italiana, tipicamente però alle prese con bollette, contratti di affitto, rate dell’auto. Ma tutto si tiene perché, che lo si voglia o no, viviamo in una civiltà dove l’economia e la finanza sono alcuni dei pilastri portanti del vivere comune, come la politica e l’amministrazione pubblica. Da qui la necessità di integrare l’educazione civica con gli approfondimenti su temi come il conto corrente, la spesa di gestione, il prestito, la fattura, l’Iva.
In Italia una legge (il cosiddetto DDL Capitali del febbraio 2024) ha introdotto l’insegnamento dell’educazione finanziaria a scuola e alcuni operatori e istituzioni hanno pensato di fare una prima osservazione dell’impatto, esattamente un anno dopo. Tra i protagonisti dell’iniziativa si annoverano Alleanza Assicurazioni (gruppo Generali), l’Aief (Associazione Italiana Educatori Finanziari), la Fondazione Gasbarri e BVA Doxa (che ha curato il sondaggio su un campione rappresentativo). Il risultato dell’indagine – la prima in assoluto - si può riassumere in pochi ma significativi numeri. Ad aprile del 2025 il 50% delle scuole italiane (sia del ciclo primario che del secondario) ha avviato percorsi di educazione finanziaria. Otto famiglie su dieci hanno apprezzato l’iniziativa. Però, solo il 60% degli insegnanti ha dichiarato di conoscere la legge che ha dato queste indicazioni. In dettaglio, l’educazione finanziaria è stata inserita nelle 33 ore di educazione civica, come previsto dalle norme, nel 50% degli istituti che l’hanno accolta. Un altro 40% delle scuole ha incorporato la materia nelle ore di altre discipline (storia, ad esempio), mentre il rimanente 10% degli istituti non ha espresso precise indicazioni.
Nel complesso la ricerca ha messo in luce che il corpo insegnante non è sempre a conoscenza delle questioni legate a una nuova e complessa disciplina come l’educazione finanziaria. I materiali didattici a supporto dell’esposizione pedagogica sono scarsi o insufficienti. Solo il 40% degli insegnanti ha avuto accesso a percorsi formativi promossi direttamente dalle scuole. In questo quadro risulta evidente la necessità di avvalersi di un corpo di formatori esterni qualificati, anche per i docenti.
Le famiglie considerano l’educazione finanziaria uno strumento per la crescita consapevole dei propri figli e reputano la scuola il luogo ideale dove compiere questo processo culturale. In particolare, il 57% delle famiglie intervistate chiede che i figli imparino a proteggersi dalle truffe, soprattutto quelle on-line; il 53% vuole che i giovani approfondiscano i temi legati alla paghetta e alla gestione del denaro personale, mentre solo il 35%, un risultato forse inatteso, ritiene che i giovani debbano essere istruiti su come funziona il sistema economico e quale ruolo abbia il denaro. Da queste seppur sommarie stime appare evidente che la cultura dell’educazione finanziaria sia attualmente recepita e percepita dalle famiglie più come uno strumento difensivo, piuttosto che proattivo. Molti genitori, in sostanza, vogliono che i figli acquisiscano conoscenze per non essere raggirati, piuttosto che puntare sulla conoscenza di strumenti per migliorare il proprio stato di ricchezza o di sicurezza economica. Valutazioni e tendenze che sono state espresse alla Camera dei Deputati, per una necessaria valutazione “politica” di questa prima ricerca.
TUTTI A SCUOLA DI FINANZA
In Italia una legge (il cosiddetto DDL Capitali del febbraio 2024) ha introdotto l’insegnamento dell’educazione finanziaria a scuola e alcuni operatori e istituzioni hanno pensato di fare una prima osservazione dell’impatto, esattamente un anno dopo. Tra i protagonisti dell’iniziativa si annoverano Alleanza Assicurazioni (gruppo Generali), l’Aief (Associazione Italiana Educatori Finanziari), la Fondazione Gasbarri e BVA Doxa (che ha curato il sondaggio su un campione rappresentativo). Il risultato dell’indagine – la prima in assoluto - si può riassumere in pochi ma significativi numeri. Ad aprile del 2025 il 50% delle scuole italiane (sia del ciclo primario che del secondario) ha avviato percorsi di educazione finanziaria. Otto famiglie su dieci hanno apprezzato l’iniziativa. Però, solo il 60% degli insegnanti ha dichiarato di conoscere la legge che ha dato queste indicazioni. In dettaglio, l’educazione finanziaria è stata inserita nelle 33 ore di educazione civica, come previsto dalle norme, nel 50% degli istituti che l’hanno accolta. Un altro 40% delle scuole ha incorporato la materia nelle ore di altre discipline (storia, ad esempio), mentre il rimanente 10% degli istituti non ha espresso precise indicazioni.
IL RUOLO DEI FORMATORI
Nel complesso la ricerca ha messo in luce che il corpo insegnante non è sempre a conoscenza delle questioni legate a una nuova e complessa disciplina come l’educazione finanziaria. I materiali didattici a supporto dell’esposizione pedagogica sono scarsi o insufficienti. Solo il 40% degli insegnanti ha avuto accesso a percorsi formativi promossi direttamente dalle scuole. In questo quadro risulta evidente la necessità di avvalersi di un corpo di formatori esterni qualificati, anche per i docenti.
IMPARARE A DIFENDERSI
Le famiglie considerano l’educazione finanziaria uno strumento per la crescita consapevole dei propri figli e reputano la scuola il luogo ideale dove compiere questo processo culturale. In particolare, il 57% delle famiglie intervistate chiede che i figli imparino a proteggersi dalle truffe, soprattutto quelle on-line; il 53% vuole che i giovani approfondiscano i temi legati alla paghetta e alla gestione del denaro personale, mentre solo il 35%, un risultato forse inatteso, ritiene che i giovani debbano essere istruiti su come funziona il sistema economico e quale ruolo abbia il denaro. Da queste seppur sommarie stime appare evidente che la cultura dell’educazione finanziaria sia attualmente recepita e percepita dalle famiglie più come uno strumento difensivo, piuttosto che proattivo. Molti genitori, in sostanza, vogliono che i figli acquisiscano conoscenze per non essere raggirati, piuttosto che puntare sulla conoscenza di strumenti per migliorare il proprio stato di ricchezza o di sicurezza economica. Valutazioni e tendenze che sono state espresse alla Camera dei Deputati, per una necessaria valutazione “politica” di questa prima ricerca.
Trending