Outlook 2025

La Financière de l’Échiquier: l’Europa pronta al rilancio nella seconda metà del 2025

Dalla “maga-mification” del mercato statunitense (un mix tra gamification, social investing e concentrazione estrema sui titoli tech) alla rinnovata attenzione verso il Vecchio Continente e i mercati emergenti: ecco l'outlook del secondo semestre

di Annalisa Lospinuso 26 Giugno 2025 16:20

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L’Europa può tornare a correre. La Financière de l’Échiquier, la società di investimento di proprietà de La Banque Postale Asset Management francese, nell’outlook di metà anno definisce il Vecchio Continente come un’occasione irripetibile. “Negli ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni che hanno cambiato il volto della finanza. Dalla maga-mification del mercato statunitense (un mix tra gamification, social investing e concentrazione estrema sui titoli tech) alla rinnovata attenzione verso l’Europa e i mercati emergenti, il quadro attuale è quello di un sistema in transizione”, ha spiegato Michel Saugné, Cio di La Financière de l’Échiquier.

STATI UNITI AVANZANO MENTRE L'EUROPA AVANZA


Negli Stati Uniti, il fenomeno dei retail investor ha stravolto le dinamiche tradizionali. Reddit, Robinhood, Twitter e ora TikTok sono diventati strumenti di trading collettivo. È nata una nuova generazione di investitori che “gioca” con i titoli più popolari, come Tesla e Nvidia, generando rally speculativi e concentrazioni pericolose. Oggi, i primi tre titoli di Wall Street coprono l’80% della performance dell’S&P500. Basta perdere Apple per perdere l’intero anno. “Una situazione che, dietro l’euforia – dice Saugné - cela un rischio sistemico: la dipendenza eccessiva da pochi nomi e da un retail impulsivo. Se il mercato dovesse correggere, non ci sarebbe rete di protezione”.

I FATTORI CHE AVVANTAGGIANO L'EUROPA


Eppure, lontano dai riflettori di Wall Street, l’Europa sta vivendo un momento sorprendente. L’azionario europeo ha sovraperformato in valuta locale, trainato da banche, utility e small cap. Il Ftse Mib italiano è tra i migliori indici globali, grazie alle performance stellari del settore finanziario. In Germania, il piano fiscale espansivo ha dato nuova linfa al Dax. E in generale, lo stile value, da anni considerato obsoleto, ha battuto il growth per il quinto anno consecutivo.

L'EURO IN RIALZO


La Financière de l’Échiquier ipotizza un’inversione di paradigma. Tutto dipenderà da come l’Europa saprà giocarsi le sue carte: investimenti pubblici, difesa, reshoring strategico e nuova finanza comune, sul modello del Next Generation EU. La valuta resta una variabile chiave. L’euro si è rafforzato del +30% sull’anno, penalizzando gli esportatori europei ma favorendo i titoli domestici. Un euro troppo forte può ridurre fino al 4% gli utili delle aziende quotate. Dall’altra parte, il dollaro debole rilancia le esportazioni cinesi, proprio mentre Bruxelles cerca di proteggere il mercato interno. La valuta, in fondo, è lo specchio delle nostre politiche industriali.

LA CORDA ALL'ORO SI FERMA?


La corsa all’oro, che viene da più di due anni consecutivi di rialzi, è un segnale chiaro: i grandi investitori globali stanno riducendo l’esposizione ai Treasury americani e cercano nuovi safe asset. “L’oro torna protagonista, ma anche il franco svizzero beneficia di questa dinamica. In parallelo, si discute seriamente di un nuovo grande progetto europeo di debito comune (come il programma SAFE), per finanziare difesa e autonomia strategica”, dice Saugné.

SPAZIO ALLE SMALL CAP EUROPEE


Un’altra spia d’allarme arriva dal cosiddetto “hopes and dreams ratio”. Oggi, il 66% della valutazione del mercato americano deriva da aspettative su utili futuri oltre i tre anni. È lo stesso livello della fine degli anni ’90. In un contesto di deglobalizzazione e margini sotto pressione, questo ottimismo potrebbe essere pericoloso. L’interesse torna anche sulle small cap europee, meno esposte a dinamiche globali e potenzialmente beneficiarie di un calo dei tassi. Allo stesso tempo, i mercati emergenti, supportati da un dollaro debole e da petrolio in calo, offrono nuove opportunità. È tempo di rispolverare il mantra pre-crisi: “Shanghai, Dubai, Mumbai… or goodbye”.

RIFORME STRUTTURALI PER L'EUROPA


“Se l’Europa saprà cogliere la domanda globale di diversificazione – continua il Cio di LFDE - avviando riforme strutturali e investimenti strategici, potrebbe tornare a essere protagonista. Non per imitare il modello americano, ma per costruire un modello proprio: più industriale, sostenibile, con autonomia energetica e tecnologica”.

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