Rischi geopolitici
Conflitto in Iran: gli investitori devono restare pronti a shock improvvisi
Neuberger Berman, in un’analisi di Hakan Kaya, fa il punto dopo l’intervento USA e raccomanda un portafoglio ben diversificato, con esposizione anche a oro e energia
di Stefano Caratelli 26 Giugno 2025 09:39

A seguito degli attacchi israeliani contro impianti nucleari e altri obiettivi in Iran, anche gli USA sono intervenuti nel conflitto con i bombardieri B-2 per colpire i siti di Fordow, Natanz e Isfahan. La situazione è in evoluzione e le conseguenze restano incerte, l’impatto sul programma nucleare iraniano è da valutare, ma Teheran potrebbe cercare di minimizzare i danni percepiti o rivedere la strategia. Hakan Kaya, Senior Portfolio Manager di Neuberger Berman, analizza le implicazioni da monitorare per gli investitori, sottolineando che la reazione iniziale dei mercati finanziari è stata complessivamente contenuta, ma osserva che con il coinvolgimento diretto USA sono cresciute le preoccupazioni di possibile escalation e sul potenziale impatto sui mercati energetici.
Le interpretazioni di mercato variano dal timore di un rallentamento della crescita globale, con analogie con la Guerra del Golfo, alla pressione inflazionistica dovuta al prezzo del petrolio, fino a un cauto ottimismo, se l’azione diplomatica dovesse indurre l’Iran a rivedere le ambizioni nucleari, uno scenario sembra al momento remoto. Il prezzo del greggio ha reagito con oscillazioni giornaliere tra le più pronunciate dall’inizio del conflitto in Ucraina. Riflettendo l’ansia generalizzata per potenziali interruzioni di un corridoio energetico cruciale, mentre con l’azione militare USA gli investitori stanno iniziando a incorporare un “premio al rischio” per proteggersi da possibili shock all’offerta a breve termine.
L’esperto di Neuberger Berman sottolinea anche il punto critico dello Stretto di Hormuz, anche se una chiusura totale è improbabile grazie alla presenza della Quinta Flotta USA, i ischi di ritorsione dell’Iran, che potrebbe adottare tattiche indirette, e l’incertezza su un cambio di regime, che potrebbe causare conseguenze simili a quelle registrate in Libia, Iraq e Venezuela. Inoltre la domanda di petrolio è forte e le scorte sono basse, con la capacità di riserva concentrata nel Golfo e vulnerabile, per cui l’attesa è che i mercati si muoveranno in modo prudente, prezzando scenari negativi prima di dati ufficiali.
Al quadro si aggiungono fattori imprevedibili mentre la situazione resta altamente volatile e incerta, per cui non si può assumere che i recenti avvenimenti abbiano dissipato i rischi. Oltre agli aspetti legati a offerta e domanda, l’analisi di Neuberger Berman sottolinea che gli investitori devono valutare i rischi geopolitici più ampi legati al programma nucleare iraniano: Teheran potrebbe tentare di minimizzare i danni, spostare le attività nucleari in siti non dichiarati, o riconsiderare l’adesione ai trattati internazionali, incluso un possibile ritiro da quello di non proliferazione.
La diplomazia resta comunque una via percorribile e una risoluzione pacifica è auspicabile, ma la speranza non può sostituire una strategia di investimento solida. Per questo, sottolinea in conclusione Kaya, gli investitori devono prepararsi a uno scenario in cui gli shock possono emergere all’improvviso e da più fronti: mantenere un portafoglio ben diversificato, con esposizione a materie prime come oro e asset dell’energia, costituisce un approccio prudente per navigare l’incertezza presente e futura.
IL MERCATO INIZIA A INCORPORARE UN PREMIO DI RISCHIO
Le interpretazioni di mercato variano dal timore di un rallentamento della crescita globale, con analogie con la Guerra del Golfo, alla pressione inflazionistica dovuta al prezzo del petrolio, fino a un cauto ottimismo, se l’azione diplomatica dovesse indurre l’Iran a rivedere le ambizioni nucleari, uno scenario sembra al momento remoto. Il prezzo del greggio ha reagito con oscillazioni giornaliere tra le più pronunciate dall’inizio del conflitto in Ucraina. Riflettendo l’ansia generalizzata per potenziali interruzioni di un corridoio energetico cruciale, mentre con l’azione militare USA gli investitori stanno iniziando a incorporare un “premio al rischio” per proteggersi da possibili shock all’offerta a breve termine.
LO STRETTO DI HORMUZ E LA DOMANDA DI PETROLIO
L’esperto di Neuberger Berman sottolinea anche il punto critico dello Stretto di Hormuz, anche se una chiusura totale è improbabile grazie alla presenza della Quinta Flotta USA, i ischi di ritorsione dell’Iran, che potrebbe adottare tattiche indirette, e l’incertezza su un cambio di regime, che potrebbe causare conseguenze simili a quelle registrate in Libia, Iraq e Venezuela. Inoltre la domanda di petrolio è forte e le scorte sono basse, con la capacità di riserva concentrata nel Golfo e vulnerabile, per cui l’attesa è che i mercati si muoveranno in modo prudente, prezzando scenari negativi prima di dati ufficiali.
IRAN, SITUAZIONE ANCOR VOLATILE E INCERTA
Al quadro si aggiungono fattori imprevedibili mentre la situazione resta altamente volatile e incerta, per cui non si può assumere che i recenti avvenimenti abbiano dissipato i rischi. Oltre agli aspetti legati a offerta e domanda, l’analisi di Neuberger Berman sottolinea che gli investitori devono valutare i rischi geopolitici più ampi legati al programma nucleare iraniano: Teheran potrebbe tentare di minimizzare i danni, spostare le attività nucleari in siti non dichiarati, o riconsiderare l’adesione ai trattati internazionali, incluso un possibile ritiro da quello di non proliferazione.
PREPARARSI A POSSIBILI SHOCK CON UN PORTAFOGLIO DIVERSIFICATO
La diplomazia resta comunque una via percorribile e una risoluzione pacifica è auspicabile, ma la speranza non può sostituire una strategia di investimento solida. Per questo, sottolinea in conclusione Kaya, gli investitori devono prepararsi a uno scenario in cui gli shock possono emergere all’improvviso e da più fronti: mantenere un portafoglio ben diversificato, con esposizione a materie prime come oro e asset dell’energia, costituisce un approccio prudente per navigare l’incertezza presente e futura.