Risiko bancario
Dalla Bce via libera l'ops di Mps su Mediobanca, la palla ora passa al mercato
La notizia anticipata da Reuters. L’offerta mira a rilevare tutte le azioni di piazzetta Cuccia attraverso uno scambio che, al momento dell’annuncio, è stato valutato 14,6 miliardi di euro. Titoli in rialzo
di Davide Lentini 24 Giugno 2025 10:55

Il Consiglio di vigilanza della Bce avrebbe dato il via libera all’ops di Mps su Mediobanca. La notizia, anticipata da Reuters, segna un passaggio decisivo in una delle operazioni finanziarie più ambiziose e sorprendenti degli ultimi anni nel panorama bancario italiano. Immediato l'effetto in Borsa: il titolo di Monte dei Paschi guadagna oltre il 5,7%, quello di Mediobanca il 4%.
La mossa di Montepaschi rappresenta una svolta clamorosa nel processo di rilancio della banca. Secondo quanto riferito da Reuters, la Bce ha espresso parere favorevole nella riunione del 21 giugno. Ora si attende la ratifica formale da parte del consiglio direttivo. L’offerta mira a rilevare tutte le azioni Mediobanca attraverso uno scambio azionario che, al momento dell’annuncio, è stato valutato complessivamente 14,6 miliardi di euro. Una cifra significativa, considerando che la capitalizzazione di mercato di Mps si aggira intorno agli 8,7 miliardi di euro, contro i circa 16 miliardi di Mediobanca. Il superamento del via libera della Bce, ovvero l'ostacolo regolamentare più rilevante dell’iter, dà ora a Mps il margine per proseguire con la prossima fase dell’operazione: il lancio ufficiale dell’ops, subordinato alle eventuali autorizzazioni residue da parte delle autorità italiane e della Consob, e ovviamente al giudizio del mercato.
L’offerta su Mediobanca non è solo un’operazione finanziaria. È un attacco simbolico e strategico a uno dei centri nevralgici del potere economico italiano. Fondata nel 1946, Mediobanca ha rappresentato per decenni il crocevia delle relazioni tra banche, imprese e istituzioni. L'istituto di piazzetta Cuccia aveva provato a evitare l'ops, lanciando a sua volta un'offerta su Banca Generali, ma ogni decisione in merito è stata rinviata a dopo l'estate, vista la contrarietà manifestata da alcuni dei soci di Mediobanca che hanno quote anche in Mps. Caltagirone e Delfin su tutti. Ora l'acquisizione da parte di Mps, una banca con un passato tormentato e solo recentemente tornata in utile, segna un possibile cambio di paradigma negli equilibri finanziari del Paese.
Non mancano però i nodi da sciogliere. Intanto l'inchiesta aperta dalla procura di Milano e su cui ora anche la Commissione Ue vuole vederci chiaro, relativa alla cessione di alcune quote di Mps. E poi sul piano industriale restano da valutare le sinergie tra due realtà con modelli di business diversi: da una parte Mps, orientata alla banca retail e commerciale, dall’altra Mediobanca, più focalizzata su attività di investment banking e wealth management. Sul fronte politico ed economico, inoltre, l’operazione potrebbe incontrare resistenze tra gli azionisti istituzionali e sollevare interrogativi sull’equilibrio del sistema bancario italiano post-fusione. Tutti gli occhi sono ora puntati sulle prossime tappe dell'ops e, soprattutto, sulla risposta del mercato.
L'OFFERTA DI MPS PER RILEVARE MEDIOBANCA
La mossa di Montepaschi rappresenta una svolta clamorosa nel processo di rilancio della banca. Secondo quanto riferito da Reuters, la Bce ha espresso parere favorevole nella riunione del 21 giugno. Ora si attende la ratifica formale da parte del consiglio direttivo. L’offerta mira a rilevare tutte le azioni Mediobanca attraverso uno scambio azionario che, al momento dell’annuncio, è stato valutato complessivamente 14,6 miliardi di euro. Una cifra significativa, considerando che la capitalizzazione di mercato di Mps si aggira intorno agli 8,7 miliardi di euro, contro i circa 16 miliardi di Mediobanca. Il superamento del via libera della Bce, ovvero l'ostacolo regolamentare più rilevante dell’iter, dà ora a Mps il margine per proseguire con la prossima fase dell’operazione: il lancio ufficiale dell’ops, subordinato alle eventuali autorizzazioni residue da parte delle autorità italiane e della Consob, e ovviamente al giudizio del mercato.
COME CAMBIA L'ASSETTO BANCARIO ITALIANO
L’offerta su Mediobanca non è solo un’operazione finanziaria. È un attacco simbolico e strategico a uno dei centri nevralgici del potere economico italiano. Fondata nel 1946, Mediobanca ha rappresentato per decenni il crocevia delle relazioni tra banche, imprese e istituzioni. L'istituto di piazzetta Cuccia aveva provato a evitare l'ops, lanciando a sua volta un'offerta su Banca Generali, ma ogni decisione in merito è stata rinviata a dopo l'estate, vista la contrarietà manifestata da alcuni dei soci di Mediobanca che hanno quote anche in Mps. Caltagirone e Delfin su tutti. Ora l'acquisizione da parte di Mps, una banca con un passato tormentato e solo recentemente tornata in utile, segna un possibile cambio di paradigma negli equilibri finanziari del Paese.
I NODI DELL'OPS MPS SU MEDIOBANCA
Non mancano però i nodi da sciogliere. Intanto l'inchiesta aperta dalla procura di Milano e su cui ora anche la Commissione Ue vuole vederci chiaro, relativa alla cessione di alcune quote di Mps. E poi sul piano industriale restano da valutare le sinergie tra due realtà con modelli di business diversi: da una parte Mps, orientata alla banca retail e commerciale, dall’altra Mediobanca, più focalizzata su attività di investment banking e wealth management. Sul fronte politico ed economico, inoltre, l’operazione potrebbe incontrare resistenze tra gli azionisti istituzionali e sollevare interrogativi sull’equilibrio del sistema bancario italiano post-fusione. Tutti gli occhi sono ora puntati sulle prossime tappe dell'ops e, soprattutto, sulla risposta del mercato.
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