Contesto geopolitico

Prezzo del petrolio: ecco perché i mercati non credono alla chiusura di Hormuz e al rally

Per Nomura Energia l’opzione della chiusura dello Stretto, che porterebbe il petrolio oltre 100 dollari, è “estrema” ed “improbabile”

di Annalisa Lospinuso 23 Giugno 2025 12:24

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Il petrolio avvia la settimana in rialzo, ma senza grandi strappi. Finora, la reazione del petrolio è stata molto contenuta: nella settimana di bombardamenti incrociati Israele-Iran c’è stato un aumento delle quotazioni del 4-6%, mentre da inizio anni la differenza è del 3-5%. Il mercato sembra non credere all’ipotesi di chiusura dello Stretto di Hormuz come ritorsione dell’Iran per gli attacchi di Israele e degli Stati Uniti. A controbilanciare le tensioni concorre la strategia dell'Opec+, che da mesi ha avviato un processo di aggiustamento della produzione petrolifera.

PETROLIO IN RIALZO DOPO L'ATTACCO USA ALL'IRAN


Il nuovo contratto di settembre sul Brent scambia a 76,27 dollari al barile, in rialzo dell’1%, rispetto alla chiusura precedente, mentre il contratto per consegna agosto sul Wti scambia a 74,52 dollari al barile, in aumento dello 0,87%. A frenare l’impennata concorrono le ipotesi di caduta del regime di Ali Khamenei e l’intervento degli Stati Uniti con i bombardieri B2 in caso di chiusura dello Stretto di Hormuz. Un’ipotesi non remota e ventilata dallo stesso Trump.

IL TRANSITO DI PETROLIO IN HORMUZ


Teheran ha minacciato la chiusura dello stretto di Hormuz, da cui transita circa un quarto della domanda mondiale di petrolio, pari a circa 20 milioni di barili al giorno. Un’ipotesi che farebbe raddoppiare o anche triplicare i prezzi del petrolio, come avvenuto in passato ogni volta che la minaccia è stata anche solo ventilata. Jp Morgan ha parlato della possibilità di un rialzo del prezzo del greggio fra 130 e 170 dollari se un “catenaccio” dovesse concretizzarsi. Ma c’è chi crede che l’opzione è “estrema” ed “improbabile”. Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, sottolinea che la chiusura dello stretto di Hormuz potrebbe far lievitare il greggio fino a 200 dollari, ma si tratta di un’ipotesi per il momento non credibile.

USA: AZIONE SUICIDA LA CHIUSURA DI HORMUZ


“Su Hormuz è dagli anni ‘70 che arrivano minacce ma non è mai successo niente”, aggiunge Tabarelli. In realtà, l’ipotesi di chiusura dello Stretto di Hormuz appare alquanto improbabile, perché metterebbe in ginocchio per primo l’Iran. Il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, in una intervista, ha parlato di “un’azione suicida”. “La loro intera economia passa attraverso lo Stretto di Hormuz. Se vogliono distruggerla e causare disordini nel mondo, credo che sarebbe una loro scelta”, ha affermato Vance, aggiungendo “ma perché dovrebbero farlo? Non credo abbia alcun senso”.

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