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Il reddito fisso globale si consolida dopo un maggio stabile

Morgan Stanley Investment Management fa il punto sui diversi segmenti e mercati regionali: titoli di Stato Ue meglio posizionati dei Treasury, opportunità nel debito dei Mercati emergenti

di Stefano Caratelli 23 Giugno 2025 14:40

financialounge -  investimenti Morgan Stanley Investment Management reddito fisso
Il mese di maggio ha segnato una sostanziale stabilizzazione dei mercati globali del reddito fisso dopo gli scossoni di aprile, con gli asset a rischio che hanno proseguito il percorso di ripresa, grazie alla de-escalation nella guerra dei dazi tra Usa e Cina combinata a una minor volatilità. In questo quadro i rendimenti dei titoli di Stato dei Paesi sviluppati si sono mossi in contenuto rialzo. Dagli Usa alla Germania, al Regno Unito e al Giappone, mentre il reddito fisso dell’Area Emergente hanno mostrato un andamento misto, con Paesi come Ungheria, Polonia, Corea del Sud e Cina che hanno seguito il movimento al rialzo dei rendimenti mentre Thailandia, Brasile, Messico e soprattutto Sud Africa hanno preso la direzione opposta. Anche il dollaro ha evidenziato una certa stabilizzazione rispetto alle principali valute.

RECUPERO DIVERSIFICATO DEI SEGMENTI A SPREAD


Sono le principali indicazioni di Morgan Stanley Investment Management nel suo ultimo Global Fixed Income Bulletin che evidenzia nei segmenti a spread una restrizione di quelli dell’Investment Grade USA seguita da un analogo movimento di quelli europei, mentre nell’High Yield gli spread USA hanno performato meglio delle controparti europee. Anche gli spread del credito cartolarizzato e di quello legato ai mutui hanno registrato un restringimento, consentendo all’intero mercato legato agli spread di recuperare sostanzialmente rispetto alla caduta di aprile seguita all’annuncio di Trump sui dazi, in sintonia con l’’azionario.

TIMORI DI RIALZO DEI RENDIMENTI DEI TREASURY


In seguito, l’attenzione degli investitori in reddito fisso si è spostata sulle implicazioni dei tagli alle tasse che gli USA stanno preparando e sulle tematiche legate all’alto livello di debito e deficit federale americano. Dato che tra i Paesi del G7 solo la Francia è alle prese con problematiche simili, gli investitori esteri sono rimasti sostanzialmente fuori dal mercato dei Treasury USA. Gli investitori, infatti, si chiedono come l’elevato fabbisogno finanziario americano verrà finanziato senza spingere ulteriormente in rialzo i rendimenti dei titoli di Stato USA, con probabili impatti negativi anche su altre asset class, anche alla luce del downgrade deciso da Mppoody’s sul rating a stelle e strisce.

IN EUROPA SOSTANZIALE STABILITÀ DEI CONTI PUBBLICI


L’attenzione è rimasta concentrata sulla traiettoria futura di crescita e inflazione in USA, mentre il compito della Fed rimane complicato anche per i segnali misti che arrivano dal mercato del lavoro e dal comportamento dei consumatori, con il tema dazi che rimane comunque sullo sfondo. Al contrario, il quadro monetario e fiscale dell’Eurozona appare di più agevole lettura, con l’eccezione della Francia la stabilità dei conti pubblici non sembra un problema, anche se la recente svolta tedesca in direzione di maggior spesa difficilmente si concretizzerà prima dell’ultima parte del 2026.

IMPORTANTI OPPORTUNITÀ NEL DEBITO EMERGENTE


Il tutto si è rispecchiato nell’andamento differenziato dei mercati dei titoli sovrani nelle principali aree dei Paesi Sviluppati, mentre le incognite sul dollaro continuano a dominare il mercato valutario. In questo quadro il debito dei Mercati Emergenti continua a presentare importanti opportunità di investimento a livello di singoli Paesi, con spread attraenti rispetto all’area sviluppata e un dollaro relativamente debole che favorisce diverse valute. Questo ha consentito a diverse banche centrali di iniziare ad allentare i tassi già da inizio anno.

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