Politica monetaria

Verso il ritorno dei tassi zero, la Svizzera fa da apripista

La Banca centrale svizzera ha abbassato il costo del denaro per la sesta volta consecutiva, portandolo allo zero per cento. Stiamo andando verso il ritorno dei tassi negativi?

di Antonio Cardarelli 19 Giugno 2025 11:54

financialounge -  Banca Centrale Svizzera economia politica monetaria Tassi d'interesse
I tassi zero, o addirittura negativi, sembrano un lontano ricordo. Ma la mossa della Banca centrale svizzera, che ha tagliato il costo del denaro di 25 punti base, riporta alla memoria quanto accadeva non più di tre anni fa circa.

PERCHÉ LA SVIZZERA HA PORTATO I TASSI A ZERO


Complice l’apprezzamento del franco, la Bns ha deciso di tagliare i tassi di interesse per la sesta volta consecutiva, portando i tassi principali allo zero per cento. A marzo 2024 i tassi di interesse svizzeri erano all’1,75%. Una decisione in contrasto con il calo dell’inflazione rispetto al trimestre precedente, ma motivata dalla corsa del franco, sempre più valuta rifugio in un periodo di incertezza dovuto alle guerre in corso e alle tensioni commerciali.

VERSO IL RITORNO DEI TASSI NEGATIVI?


È presto, ovviamente, per dirlo, ma alcuni osservatori cominciano a chiedersi se la Svizzera possa fare da apripista a un ritorno dell’era dei tassi zero, o addirittura negativi. Qualche settimana fa lo stesso interrogativo era comparso sulle pagine del Financial Times. Negli ultimi anni, prima con la ripresa post-Covid e poi con i problemi di approvvigionamento energetico provocati dalla guerra in Ucraina, l’inflazione è cresciuta rapidamente. Da circa un anno a questa parte, principalmente in Europa, il costo della vita è rientrato verso l’obiettivo della Bce del 2%. E la stessa Bce ha inaugurato un importante percorso di taglio dei tassi, ora arrivati al 2% dal 4, 25% di maggio 2024.

LA SITUAZIONE DELLA FED E DELLE ALTRE BANCHE CENTRALI


Discorso diverso per gli Stati Uniti, dove la Fed ha effettuato solo un paio di tagli e da diverse riunioni è ferma al 4,25%-4,50%. Le pressioni di Trump su Powell, spesso condite da offese dirette, non hanno finora avuto l’effetto desiderato. La Federal Reserve ha fatto sapere che l’incertezza economica negli Stati Uniti è diminuiti, ma non ancora abbastanza. Così, anche nel meeting concluso il 18 giugno, i tassi sono rimasti fermi. Ma altre banche centrali nel mondo si stanno muovendo sull’esempio della Svizzera e della Bce. È il caso della Cina, dove i tassi sono al 3%, dell’Australia (3,85%), del Canada (2,75%) e della Svezia (2%).

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