
Investimenti per la longevità
Longennial stories: Italia benchmark mondiale della longevity
Gianluca Marchesini di Azimut e Luca Simoncelli di Invesco, nel corso del format di Financialounge.com, sottolineano come il nostro Paese possa far da scuola per applicare nuovi modelli che accompagnino le persone ad affrontare al meglio la longevità, soprattutto in termini di investimenti
di Paolo Gila 17 Giugno 2025 12:17

Italia benchmark mondiale della longevità. Tra i Paesi con la più lunga aspettativa di vita, la Penisola può far da scuola su come affrontare la longevità, anche in termini di investimenti. Bisogna ragionare sempre più in termini di pianificazione, che è un po’ la parola d'ordine del prossimo futuro. Lo sottolineano Gianluca Marchesini, ceo Business di Area 4 TNB Project di Azimut, e Luca Simoncelli, Investing strategist di Invesco, ospiti della nuova puntata di Longennial Stories, il format di Financialounge.com.
“Per quanto riguarda il futuro, la speranza di vita si allunga e quindi le persone devono ragionare su orizzonti temporali diversi rispetto al passato. La previdenza è un nodo fondamentale perché probabilmente non basterà la struttura pubblica e quindi bisogna pensare in termini integrativi, facendo delle scelte per tempo, soprattutto anche con una logica fiscale. Gli aspetti sanitari sono un altro aspetto fondamentale, il long term care. Le coperture assicurative non sono più qualcosa di teorico di extra, ma diventano fondamentali”, ha sottolineato nel corso della puntata Marchesini.
Simoncelli di Invesco ha sottolinea una sorta di “miopia dell’investitore e del risparmiatore italiano” che sono ancora poco proattivi nel pianificare nel lungo periodo. “Per poter effettivamente cercare di sposare meglio quelle esigenze che ognuno di noi si troverà a vivere nella terza età – ha aggiunto Simoncelli – e gestire il trasferimento intergenerazionale oppure nuove fasi imprenditoriali, bisogna cambiare visione. Noi dobbiamo accompagnare i nostri clienti in un percorso difficile, dove il metodo è quello che farà la differenza”.
Secondo l’Ocse, nel 2050 saranno 31 i Paesi che avranno una situazione demografica analoga a quella che oggi presenta la nostra nazione. Da qui l’idea di considerare la Penisola come la palestra mondiale della longevity economy. Una proposta che Invesco e Azimut accolgono e ritengono sfidante
Letta da una parte la medaglia è un rischio. Ma vista dall’altra faccia è una vera opportunità. Il soggetto è la longevità mondiale prossima futura. Pensiamoci un attimo. Secondo una delle più prestigiose istituzioni internazionali, l’Ocse, l’Organizzazione della cooperazione e dello sviluppo economico, nel 2050 saranno 31 i Paesi, compresa la Cina, che presenteranno un’alta incidenza di longevi all’interno della popolazione. Da qui la necessità di ripensare come favorire la crescita del Pil, come gestire le risorse previdenziali e sanitarie, come responsabilizzare le generazioni di fronte ai cambiamenti.
Sulla base delle previsioni Ocse, tra poco meno di 30 anni saranno un miliardo e 200 milioni gli abitanti della terra con più di 65 anni. Un vero e proprio continente sparso. Per questa parte della popolazione si dovranno studiare e adottare scelte strategiche sia per favorire la sostenibilità dei sistemi previdenziali e sanitari, sia per garantire la trasmissione delle conoscenze e delle attività. Tutti problemi che in Italia stiamo affrontando già oggi. Nel nostro piccolo, il 25% dei concittadini ha più di 65 anni. Sono 14,5 milioni di abitanti, di cui 4,6 milioni sono ultraottantenni. Questa è la nostra fotografia, oggi. Numeri e tendenze si ritroveranno entro tre decenni in altre nazioni.
Ciò che noi siamo oggi, gli altri saranno domani. E se gli altri vogliono comprendere come affrontare il loro futuro è meglio che si attrezzino a studiare chi nel presente sta cercando strumenti e conoscenze per offrire soluzioni alle questioni legate alla longevità. Dunque, attenzione concentrata sul nostro paese, un laboratorio vivente in grado di suggerire tendenze, analisi, prospettive, come hanno sottolineato Gianluca Marchesini, ceo Business di Area 4 TNB Project di Azimut e Luca Simoncelli, Investing strategist di Invesco, in Longennial Stories. Un’opportunità da cogliere. Perché il germe del futuro nasce qui, da noi. E chi lo studia in anticipo avrà in anteprima anche le risposte e le soluzioni da replicare laddove se ne presenterà l’occasione.
PREVIDENZA E LONG TERM CARE
“Per quanto riguarda il futuro, la speranza di vita si allunga e quindi le persone devono ragionare su orizzonti temporali diversi rispetto al passato. La previdenza è un nodo fondamentale perché probabilmente non basterà la struttura pubblica e quindi bisogna pensare in termini integrativi, facendo delle scelte per tempo, soprattutto anche con una logica fiscale. Gli aspetti sanitari sono un altro aspetto fondamentale, il long term care. Le coperture assicurative non sono più qualcosa di teorico di extra, ma diventano fondamentali”, ha sottolineato nel corso della puntata Marchesini.
MIOPIA DELL'INVESTITORE
Simoncelli di Invesco ha sottolinea una sorta di “miopia dell’investitore e del risparmiatore italiano” che sono ancora poco proattivi nel pianificare nel lungo periodo. “Per poter effettivamente cercare di sposare meglio quelle esigenze che ognuno di noi si troverà a vivere nella terza età – ha aggiunto Simoncelli – e gestire il trasferimento intergenerazionale oppure nuove fasi imprenditoriali, bisogna cambiare visione. Noi dobbiamo accompagnare i nostri clienti in un percorso difficile, dove il metodo è quello che farà la differenza”.
ITALIA BENCHMARK DELLA LONGEVITÀ
Secondo l’Ocse, nel 2050 saranno 31 i Paesi che avranno una situazione demografica analoga a quella che oggi presenta la nostra nazione. Da qui l’idea di considerare la Penisola come la palestra mondiale della longevity economy. Una proposta che Invesco e Azimut accolgono e ritengono sfidante
LA CLASSIFICA DELL'OCSE
Letta da una parte la medaglia è un rischio. Ma vista dall’altra faccia è una vera opportunità. Il soggetto è la longevità mondiale prossima futura. Pensiamoci un attimo. Secondo una delle più prestigiose istituzioni internazionali, l’Ocse, l’Organizzazione della cooperazione e dello sviluppo economico, nel 2050 saranno 31 i Paesi, compresa la Cina, che presenteranno un’alta incidenza di longevi all’interno della popolazione. Da qui la necessità di ripensare come favorire la crescita del Pil, come gestire le risorse previdenziali e sanitarie, come responsabilizzare le generazioni di fronte ai cambiamenti.
ITALIA, UNA POPOLAZIONE SEMPRE PIÙ LONGEVA
Sulla base delle previsioni Ocse, tra poco meno di 30 anni saranno un miliardo e 200 milioni gli abitanti della terra con più di 65 anni. Un vero e proprio continente sparso. Per questa parte della popolazione si dovranno studiare e adottare scelte strategiche sia per favorire la sostenibilità dei sistemi previdenziali e sanitari, sia per garantire la trasmissione delle conoscenze e delle attività. Tutti problemi che in Italia stiamo affrontando già oggi. Nel nostro piccolo, il 25% dei concittadini ha più di 65 anni. Sono 14,5 milioni di abitanti, di cui 4,6 milioni sono ultraottantenni. Questa è la nostra fotografia, oggi. Numeri e tendenze si ritroveranno entro tre decenni in altre nazioni.
SOLUZIONI LEGATE ALLA LONGEVITÀ
Ciò che noi siamo oggi, gli altri saranno domani. E se gli altri vogliono comprendere come affrontare il loro futuro è meglio che si attrezzino a studiare chi nel presente sta cercando strumenti e conoscenze per offrire soluzioni alle questioni legate alla longevità. Dunque, attenzione concentrata sul nostro paese, un laboratorio vivente in grado di suggerire tendenze, analisi, prospettive, come hanno sottolineato Gianluca Marchesini, ceo Business di Area 4 TNB Project di Azimut e Luca Simoncelli, Investing strategist di Invesco, in Longennial Stories. Un’opportunità da cogliere. Perché il germe del futuro nasce qui, da noi. E chi lo studia in anticipo avrà in anteprima anche le risposte e le soluzioni da replicare laddove se ne presenterà l’occasione.
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