Sunday View
Il Nucleare torna di moda: da tabù a nuova risorsa su cui investire
Dalla Banca Mondiale all’Europa: l’energia atomica si sta riprendendo la scena come un’alternativa più pulita e più efficace rispetto alle fonti tradizionali.
di Lorenzo Cleopazzo 15 Giugno 2025 10:00

Si chiamano ‘articoli determinativi’ perché determinano qualcosa. Ce l’hanno insegnato a scuola, no? Ma cosa determinano? Un sostantivo, ci verrebbe da dire, e lo fanno in modo perfetto. Lo determinano in modo così specifico e così definito, che non ci si può sbagliare. Pensiamo a quanti vocaboli della nostra amata lingua, sarebbero orfani di significato senza un articolo a definirle. Parole come capitale, radio, fronte... Avete già fatto il giochino di provare ad anteporgli “il” o “la”? Visto che magia? Non c’è trucco non c’è inganno, signore e signori. È solo il fascino dell’italiano, il senso delle parole, e la relativa percezione nel senso comune. Ci sono vocaboli, però, dove un singolo articolo può fare molta più differenza di quanto crediamo. Parole dove il femminile volge il termine al positivo e il maschile al negativo, o viceversa. Vocaboli che non sono negativi per sé, ma per l’utilizzo che ne viene fatto.
Ora facciamo un altro esperimento e torniamo assieme al titolo di questo episodio di Sunday View: avete capito qual è la parola di cui stiamo parlando?
Diciamocelo pure: la parola ‘nucleare’ non ci piace proprio. Spesso viene associata a quelle due bombe sganciate nel ’45 su Hiroshima e Nagasaki, o allo spauracchio montato durante la Guerra Fredda, o a una neanche tanto sussurrata corsa agli armamenti che sembra aver colpito nuovamente il mondo. “Avere il nucleare” indica spesso il grado di tecnologia militare raggiunto, senza tenere conto delle implicazioni positive – anzi, molto positive – che questa parola porta con sé. Dati alla mano, la produzione di energia derivata dal nucleare permette emissioni di CO₂ molto più basse di quella derivante dal carbone, i reattori hanno una capacità operativa molto più lunga rispetto agli impianti d’energia rinnovabile, senza contare l’incredibile potere energetico rispetto al fossile.
Ecco, forse è proprio per questi motivi che la Banca Mondiale comincerà a sostenere e a investire in realtà legate all’energia nucleare. L’organo finanziario dedicato allo sviluppo economico internazionale, sembra intenzionata a finanziare i progetti che permettano ai Paesi in difficoltà di dotarsi di impianti nucleari, favorendo così una maggiore autonomia energetica. Questa scelta è stata dettata anche dal pressing degli Stati Uniti, maggiore investitore della Banca, che chiedevano venissero tolti i precedenti divieti posti in questo senso, e anche la Germania – dapprima titubante sui possibili rischi per la sicurezza – ora caldeggia questa scelta.
In Belgio, poi, hanno le idee chiare: addio ai piani di chiusura delle centrali nucleari con 102 parlamentari a favore, 31 astenuti e solo 8 contrari. Dalle parti di Bruxelles vigeva un piano per la cessazione dei reattori da oltre vent’anni, ma il governo ha trovato pieno appoggio nell’abbandono di questa politica, con la prospettiva di costruire nuovi reattori. E rimanendo in Europa, ci sono ben 12 governi – tra cui l’Italia – che formano l’Alleanza Nucleare e che sostengono l’importanza di questa fonte nel piano energetico dell’Unione Europea, per permettere costi più accessibili e solidità energetica.
Le alterne fortune del nucleare non sono nulla di nuovo: ciò che un tempo era visto come un tabù, viene rivalutato e riabilitato a fronte di nuove conoscenze e nuove urgenze. E non è certo una novità nella storia.
Sappiamo tutti la storia dell’abiura di Galileo, no? Il pensatore italiano che nel XVII secolo fu uno dei primi sostenitori del modello eliocentrico copernicano, affermando che la Terra orbitasse attorno al Sole, e non viceversa. Tutto bello, tutto giusto. C’è solo un problema: non era quello che sostenevano le interpretazioni letterali delle Sacre Scritture. La Chiesa era molto affezionata al suo modello geocentrico tolemaico, tanto che era pronta a farsi sentire contro tutti coloro che osassero contraddirla. Non ultimo, il nostro Galilei. L’Inquisizione arrivò anche a lui, condannandolo per eresia e costringendolo all’abiura. Il risultato? Qualcuno dalle parti del Vaticano dovette ammettere di aver preso una cantonata tremenda, e la figura di Galileo venne riabilitata dopo quasi 400 anni dalla sua condanna.
Il nucleare ci ha messo decisamente meno.
Come le teorie di Galileo furono definite blasfeme per molto tempo, anche l’energia nucleare è stata a lungo trattata come tabù, specialmente se legata a nomi come Hiroshima, Nagasaki, Chernobyl e Fukushima. Era vista come un pericolo, che gli stati si guardavano bene dal mettersi in casa. Eppure oggi la parola ‘nucleare’ ha un’accezione molto positiva: stando alle analisi dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), bisognerebbe pianificarne uno sviluppo del 3 % annuo fino al 2030 per tenere fede agli impegni di decarbonizzazione, e sembra che tutto stia andando in quella direzione. Il settore è in grande fermento, non solo per le vecchie e nuove aperture dei governi, ma anche per gli sviluppi tecnologici che permetterebbero di avere dei reattori di nuova generazione, più piccoli, più sicuri, più economici, e più veloci da realizzare.
In quest’ottica, e visti anche tutti i dati positivi di cui abbiamo parlato sopra, si capisce bene perché la Banca Mondiale, il Belgio, l’Alleanza Nucleare europea e tantissime altre realtà governative e non, stiano decidendo di aderire a questo modello energetico, viste anche le nuove sicurezze che la tecnologia ci offre. Forse, allora, il problema non è tanto il nucleare in sé, ma lo sguardo con cui lo guardiamo. Un po’ come i pantaloni a zampa d’elefante, lo stile anni ’70 o tutte quei trend che fino a qualche tempo fa potevano sembrarci superati e da superare, ma che sanno come tornare in auge. Proprio come le mode, proprio come Galileo, anche il nucleare ha il suo processo, ha avuto i suoi momenti no e, oggi, la sua riabilitazione.
Dall'essere il cattivo della Guerra Fredda all'eroe green del 2025: il Nucleare ha fatto un twist degno delle migliori serie tv. Più incredibile dei pantaloni a zampa d’elefante che tornano di moda...
Ora facciamo un altro esperimento e torniamo assieme al titolo di questo episodio di Sunday View: avete capito qual è la parola di cui stiamo parlando?
FISSIONE
Diciamocelo pure: la parola ‘nucleare’ non ci piace proprio. Spesso viene associata a quelle due bombe sganciate nel ’45 su Hiroshima e Nagasaki, o allo spauracchio montato durante la Guerra Fredda, o a una neanche tanto sussurrata corsa agli armamenti che sembra aver colpito nuovamente il mondo. “Avere il nucleare” indica spesso il grado di tecnologia militare raggiunto, senza tenere conto delle implicazioni positive – anzi, molto positive – che questa parola porta con sé. Dati alla mano, la produzione di energia derivata dal nucleare permette emissioni di CO₂ molto più basse di quella derivante dal carbone, i reattori hanno una capacità operativa molto più lunga rispetto agli impianti d’energia rinnovabile, senza contare l’incredibile potere energetico rispetto al fossile.
Ecco, forse è proprio per questi motivi che la Banca Mondiale comincerà a sostenere e a investire in realtà legate all’energia nucleare. L’organo finanziario dedicato allo sviluppo economico internazionale, sembra intenzionata a finanziare i progetti che permettano ai Paesi in difficoltà di dotarsi di impianti nucleari, favorendo così una maggiore autonomia energetica. Questa scelta è stata dettata anche dal pressing degli Stati Uniti, maggiore investitore della Banca, che chiedevano venissero tolti i precedenti divieti posti in questo senso, e anche la Germania – dapprima titubante sui possibili rischi per la sicurezza – ora caldeggia questa scelta.
In Belgio, poi, hanno le idee chiare: addio ai piani di chiusura delle centrali nucleari con 102 parlamentari a favore, 31 astenuti e solo 8 contrari. Dalle parti di Bruxelles vigeva un piano per la cessazione dei reattori da oltre vent’anni, ma il governo ha trovato pieno appoggio nell’abbandono di questa politica, con la prospettiva di costruire nuovi reattori. E rimanendo in Europa, ci sono ben 12 governi – tra cui l’Italia – che formano l’Alleanza Nucleare e che sostengono l’importanza di questa fonte nel piano energetico dell’Unione Europea, per permettere costi più accessibili e solidità energetica.
Le alterne fortune del nucleare non sono nulla di nuovo: ciò che un tempo era visto come un tabù, viene rivalutato e riabilitato a fronte di nuove conoscenze e nuove urgenze. E non è certo una novità nella storia.
EPPUR SI MUOVE
Sappiamo tutti la storia dell’abiura di Galileo, no? Il pensatore italiano che nel XVII secolo fu uno dei primi sostenitori del modello eliocentrico copernicano, affermando che la Terra orbitasse attorno al Sole, e non viceversa. Tutto bello, tutto giusto. C’è solo un problema: non era quello che sostenevano le interpretazioni letterali delle Sacre Scritture. La Chiesa era molto affezionata al suo modello geocentrico tolemaico, tanto che era pronta a farsi sentire contro tutti coloro che osassero contraddirla. Non ultimo, il nostro Galilei. L’Inquisizione arrivò anche a lui, condannandolo per eresia e costringendolo all’abiura. Il risultato? Qualcuno dalle parti del Vaticano dovette ammettere di aver preso una cantonata tremenda, e la figura di Galileo venne riabilitata dopo quasi 400 anni dalla sua condanna.
Il nucleare ci ha messo decisamente meno.
IL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE
Come le teorie di Galileo furono definite blasfeme per molto tempo, anche l’energia nucleare è stata a lungo trattata come tabù, specialmente se legata a nomi come Hiroshima, Nagasaki, Chernobyl e Fukushima. Era vista come un pericolo, che gli stati si guardavano bene dal mettersi in casa. Eppure oggi la parola ‘nucleare’ ha un’accezione molto positiva: stando alle analisi dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), bisognerebbe pianificarne uno sviluppo del 3 % annuo fino al 2030 per tenere fede agli impegni di decarbonizzazione, e sembra che tutto stia andando in quella direzione. Il settore è in grande fermento, non solo per le vecchie e nuove aperture dei governi, ma anche per gli sviluppi tecnologici che permetterebbero di avere dei reattori di nuova generazione, più piccoli, più sicuri, più economici, e più veloci da realizzare.
In quest’ottica, e visti anche tutti i dati positivi di cui abbiamo parlato sopra, si capisce bene perché la Banca Mondiale, il Belgio, l’Alleanza Nucleare europea e tantissime altre realtà governative e non, stiano decidendo di aderire a questo modello energetico, viste anche le nuove sicurezze che la tecnologia ci offre. Forse, allora, il problema non è tanto il nucleare in sé, ma lo sguardo con cui lo guardiamo. Un po’ come i pantaloni a zampa d’elefante, lo stile anni ’70 o tutte quei trend che fino a qualche tempo fa potevano sembrarci superati e da superare, ma che sanno come tornare in auge. Proprio come le mode, proprio come Galileo, anche il nucleare ha il suo processo, ha avuto i suoi momenti no e, oggi, la sua riabilitazione.
BONUS TRACK
Dall'essere il cattivo della Guerra Fredda all'eroe green del 2025: il Nucleare ha fatto un twist degno delle migliori serie tv. Più incredibile dei pantaloni a zampa d’elefante che tornano di moda...
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