La view
Dazi e tensioni commerciali, l'approccio di Amundi agli investimenti
Il Group CIO Vincent Mortier fa il punto sullo shock da dazi e il successivo rimbalzo indicando un posizionamento bilanciato sulle azioni con una preferenza regionale per UE e Regno Unito
di Stefano Caratelli 14 Giugno 2025 10:00

All’annuncio dei dazi estremi al “Liberation Day” di Trump i mercati hanno reagito con preoccupazione, ma poi la resilienza del mercato del lavoro Usa, trimestrali migliori delle attese e la de-escalation commerciale hanno migliorato il sentiment, e gli attivi rischiosi hanno registrato una ripresa e i rendimenti obbligazionari sono saliti. Non sappiamo se il rimbalzo sarà duraturo. Nelle obbligazioni la pressione sul segmento lungo della curva permarrà, ma per ora sono state riviste al rialzo le stime di crescita per Usa, Eurozona e Cina, e ritoccate al ribasso le stime sull’inflazione americana. Sono le indicazioni di Amundi in una Global Investment View a cura del Group CIO Vincent Mortier dal titolo “Inversione di rotta sui dazi, inversione di rotta sui mercati”. (L'analisi è stata pubblicata prima dell'attacco israeliano all'Iran del 12 giugno, ndr)
L’esperto di Amundi aggiunge però che l’economia Usa è ancora in frenata con una crescita che rimarrà sotto il potenziale e consumi deboli, mentre nell’Eurozona le proiezioni sono state riviste al rialzo con marcate differenze tra Spagna, Italia, Francia e Germania. Le contromosse di Fed e Bce a eventuali debolezze saranno decisive per i mercati. La prima adotterà unicamente una politica reattiva, i mercati hanno rivisto al ribasso le aspettative di tagli dei tassi di entrambe a differenza di Amundi, che ha rivisto al ribasso le proiezioni sull’inflazione Usa a circa al 3% perché lo shock da dazi sarà meno pesante del previsto, anche se i consumi potrebbero risentirne.
Mortier ritiene che il disallineamento tra USA e Cina prosegua anche se i due cercheranno di gestire il peggioramento delle relazioni, sottolineando che l’incertezza sulla politica commerciale è ancora notevole e peserà sulla fiducia del settore privato in USA, facendo presagire un quadro più complicato di quello indicato dai mercati. Le spinte inflazionistiche sembrano ridursi, ma i dettagli sulle decisioni di lungo periodo sulle politiche commerciali le influenzeranno. Inoltre, le trimestrali sono state migliori del previsto sia in Usa che in Europa, il che potrebbe indicare prospettive più rosee a breve, ma Mortier non prevede un re-rating strutturale del rischio.
In questo scenario segnato dal focus sui dazi, le convinzioni principali di Amundi quattro. La prima è che i timori fiscali e di bilancio degli Usa avranno ripercussioni sulle obbligazioni globali, Giappone incluso, per cui adotta una posizione quasi neutrale sulla duration americana e segue con attenzione l'eventuale volatilità dei rendimenti derivante da aspettative su inflazione elevata, dazi e offerta di debito, restando positiva su Eurozona e Regno Unito, ma più prudente sul Giappone, e privilegiando l’UE agli Usa nel credito. Quindi un posizionamento bilanciato sull'azionario, con una preferenza regionale per Europa e Regno Unito, mentre in Usa i titoli growth appaiono fortemente guidati dal sentiment.
La terza convinzione è che l’allentamento delle tensioni commerciali stia avendo un effetto positivo sui Mercati Emergenti, grazie anche all'allentamento della Fed e all’indebolimento del dollaro. Infine, Amundi ritiene che le prospettive di crescita economica non siano molto promettenti ma ancora discrete, mentre la crescita degli utili, anche se più debole, rimane positiva, il che consente di mantenere un atteggiamento costruttivo sugli attivi rischiosi attraverso le azioni, leggermente più positivo sui titoli Usa in un’ottica di breve periodo. In conclusione, Mortier sottolinea che Amundi ha in parte modificato le sue view per tener conto delle mutevoli condizioni macroeconomiche e di mercato, ma nel complesso il suo orientamento verso il rischio rimane invariato e positivo.
CRESCITA IN EUROZONA CON DIFFERENZE MARCATE
L’esperto di Amundi aggiunge però che l’economia Usa è ancora in frenata con una crescita che rimarrà sotto il potenziale e consumi deboli, mentre nell’Eurozona le proiezioni sono state riviste al rialzo con marcate differenze tra Spagna, Italia, Francia e Germania. Le contromosse di Fed e Bce a eventuali debolezze saranno decisive per i mercati. La prima adotterà unicamente una politica reattiva, i mercati hanno rivisto al ribasso le aspettative di tagli dei tassi di entrambe a differenza di Amundi, che ha rivisto al ribasso le proiezioni sull’inflazione Usa a circa al 3% perché lo shock da dazi sarà meno pesante del previsto, anche se i consumi potrebbero risentirne.
QUADRO PIÙ COMPLICATO DI QUELLO INDICATO DAI MERCATI
Mortier ritiene che il disallineamento tra USA e Cina prosegua anche se i due cercheranno di gestire il peggioramento delle relazioni, sottolineando che l’incertezza sulla politica commerciale è ancora notevole e peserà sulla fiducia del settore privato in USA, facendo presagire un quadro più complicato di quello indicato dai mercati. Le spinte inflazionistiche sembrano ridursi, ma i dettagli sulle decisioni di lungo periodo sulle politiche commerciali le influenzeranno. Inoltre, le trimestrali sono state migliori del previsto sia in Usa che in Europa, il che potrebbe indicare prospettive più rosee a breve, ma Mortier non prevede un re-rating strutturale del rischio.
AMUNDI SUI DAZI: RIPERCUSSIONI SULLE OBBLIGAZIONI GLOBALI
In questo scenario segnato dal focus sui dazi, le convinzioni principali di Amundi quattro. La prima è che i timori fiscali e di bilancio degli Usa avranno ripercussioni sulle obbligazioni globali, Giappone incluso, per cui adotta una posizione quasi neutrale sulla duration americana e segue con attenzione l'eventuale volatilità dei rendimenti derivante da aspettative su inflazione elevata, dazi e offerta di debito, restando positiva su Eurozona e Regno Unito, ma più prudente sul Giappone, e privilegiando l’UE agli Usa nel credito. Quindi un posizionamento bilanciato sull'azionario, con una preferenza regionale per Europa e Regno Unito, mentre in Usa i titoli growth appaiono fortemente guidati dal sentiment.
EFFETTO POSITIVO SUI MERCATI EMERGENTI
La terza convinzione è che l’allentamento delle tensioni commerciali stia avendo un effetto positivo sui Mercati Emergenti, grazie anche all'allentamento della Fed e all’indebolimento del dollaro. Infine, Amundi ritiene che le prospettive di crescita economica non siano molto promettenti ma ancora discrete, mentre la crescita degli utili, anche se più debole, rimane positiva, il che consente di mantenere un atteggiamento costruttivo sugli attivi rischiosi attraverso le azioni, leggermente più positivo sui titoli Usa in un’ottica di breve periodo. In conclusione, Mortier sottolinea che Amundi ha in parte modificato le sue view per tener conto delle mutevoli condizioni macroeconomiche e di mercato, ma nel complesso il suo orientamento verso il rischio rimane invariato e positivo.