L'analisi

Invesco spiega perché gli asset non statunitensi risultano sempre più interessanti

Ma nel breve termine restano incerte le stime su dove si stabilizzeranno i tassi tariffari, la tempistica dei cambiamenti dei tassi d’interesse e le previsioni dettagliate su inflazione e crescita

di Leo Campagna 13 Giugno 2025 08:00

financialounge -  Invesco investimenti politica monetaria
Nella prima metà del 2025 una costante nei mercati mondiali è stata l’incertezza mentre permangono molte incognite. In particolare, nel breve termine, restano incerte le stime su dove si stabilizzeranno i tassi tariffari, la tempistica dei cambiamenti dei tassi d’interesse e le previsioni dettagliate su inflazione e crescita.

INVESCO: PROSPETTIVE DI INVESTIMENTO


“Stiamo acquisendo una maggiore chiarezza sulla traiettoria di alcune tendenze globali chiave e sulle forze macroeconomiche,” ha dichiarato Brian Levitt, Global Market Strategist di Invesco, nell’ambito delle Prospettive di Investimento per la metà del 2025. Il manager non esclude dazi più elevati e politiche migratorie più restrittive negli Stati Uniti ma si aspetta anche maggiori investimenti fiscali in difesa e infrastrutture in Europa. Dinamiche che dovrebbero favorire un contesto più inflazionistico e una crescita moderata per gli Stati Uniti nel 2025, rispetto alle aspettative precedenti. “Una risoluzione costruttiva delle tensioni commerciali e i potenziali benefici di un allentamento normativo potrebbero continuare a sostenere la resilienza dei mercati” aggiunge Levitt.

SCENARIO DI BASE


Nello scenario di base dell’Outlook di Invesco, prevale un ambiente caratterizzato dalla volatilità e dall’incertezza della politica interna statunitense. Tuttavia, la proroga dei tagli fiscali e la deregolamentazione dovrebbero propiziare una traiettoria positiva dell’economia USA. “In ogni caso consideriamo gli asset non statunitensi sempre più attraenti e pronti a continuare a sovraperformare. Un’opzione favorevole per diversificare gli investimenti tra regioni e classi di attivi. Consente peraltro di ridurre le concentrazioni, affrontare la volatilità e di beneficiare di potenziali sorprese positive” spiega il manager di Invesco.

TASSI, POLITICHE MONETARIE DIVERGENTI


Nel frattempo, si legge nell’Outlook di Invesco, mentre i tassi statunitensi dovrebbero restare fermi ancora per un po’ (ma verranno poi tagliati in modo deciso in caso di un significativo rallentamento dell’attività), i percorsi di politica monetaria stanno divergendo a livello globale. Per esempio la Bce ha tagliato i tassi in misura più aggressiva del previsto, e sostiene la fiducia e la spesa dei consumatori. Al contrario, la Banca del Giappone rimane un’eccezione tra le principali banche centrali, mantenendo un orientamento restrittivo.

LE PREFERENZE IN AMBITO AZIONARIO E NEL REDDITO FISSO


“Nell’ambito azionario, preferiamo i fattori di bassa volatilità, qualità e alto dividendo negli Stati Uniti, limitando l’esposizione ai titoli mega-cap. Riteniamo che le azioni non statunitensi possano sovraperformare nel resto dell’anno, trainate dai mercati azionari europei e asiatici” rivelano gli esperti di Invesco. Gli stessi nel reddito fisso privilegiano le obbligazioni globali ex-USA e le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale. Mantengono inoltre una leggera sottoponderazione nella maggior parte dei settori del credito e adottano un approccio cauto nella gestione del rischio di portafoglio. Per quanto riguarda invece gli asset alternativi, le preferenze vanno al private credit e alle strategie hedged rispetto al private equity. Infine, a livello valutario, la prima scelta va all’euro e alla sterlina.

SCENARIO NEGATIVO


Data l’incertezza che circonda lo scenario di base, non si può escludere anche uno scenario negativo. Quello in cui la politica statunitense innesca dazi reciproci da parte di altre nazioni con un’escalation delle tensioni geopolitiche e un calo significativo delle importazioni verso gli Stati Uniti. Un contesto nel quale gli Stati Uniti potrebbero entrare in recessione con un forte rallentamento della crescita globale e prezzi al rialzo al di fuori degli USA per i dazi imposti. “In questo scenario, gli asset preferiti includono azioni difensive e a bassa volatilità non statunitensi, debito sovrano non statunitense, strategie hedged, oro e valute rifugio come lo yen giapponese e il franco svizzero” riferiscono i maganger di Invesco.

SCENARIO PRO-CRESCITA


E se invece l’amministrazione statunitense attenuasse le politiche su dazi e immigrazione favorendo politiche pro-crescita? “In questo scenario, la preferenza va alle azioni value di piccola e media capitalizzazione, alle obbligazioni investment grade e agli high yield statunitensi, ai private equity e al real estate, all’equity CLO, alle materie prime industriali, al dollaro USA e alle cosiddette “valute delle materie prime” come il dollaro canadese e australiano” concludono i professionisti di Invesco.

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