Sunday View
Pinocchio e Ponzi: così la Consob mette in guardia contro i “fuffa guru”
Una bella iniziativa dell’ente nazionale, con un video e tante informazioni per difendersi da chi promette (senza mantenere) soldi facili
di Lorenzo Cleopazzo 8 Giugno 2025 10:00

Quanti di noi passano almeno una manciata di minuti a scrollare i feed dei social? Probabilmente tutti, e per ben più di una manciata di minuti. Con tutto questo tempo trascorso sullo schermo, e i chilometri di contenuti fatti scorrere con il pollice sui vari Instagram & co., ci saremo sicuramente imbattuti in quei video che promettevano di svelarci un angolo di Thailandia a trenta minuti da Milano, la ricetta per una carbonara zero calorie, oppure la pancia piatta in due giorni e mezzo, e chi più ne ha più ne metta.
Sarà perché vengono da un canale – quello dei social – che non ha la stessa aura di affidabilità di altri, ma certi contenuti ci lasciano spessissimo con l’amaro in bocca. E non perché la carbonara zero calorie non sia buona, ma forse perché la ricetta non mantiene ciò che promette. Se però con gli esempi di prima, nel peggiore dei casi, si rimane delusi, quando parliamo di risparmi c’è chi può farsi davvero male.
Ascoltando chi promette soldi facili, chi decanta strategie d’investimento sicure e risultati sempre positivi, dovrebbero accendersi almeno un centinaio di campanelli d’allarme. Non è sempre così però. Proprio contro i cosiddetti “fuffa guru” è nata una nuova, bella, iniziativa di cui parliamo qui tra le righe del Sunday View.
Vivere perennemente in vacanza, guadagnando migliaia di euro, senza lavorare e senza correre alcun rischio. Cos’è, un sogno? No, una truffa. Anzi, una ‘fuffa’. E anche se a raccontarla è uno di quei “fuffa guru” che si trovano su internet, non la fa certo in barba a chi di queste cose se ne intende: Charles Ponzi in persona. Inizia così il video della nuova campagna della Consob, con il celebre truffatore italo-americano che scrolla i propri social, senza però lasciarsi “scrollare” di dosso i propri risparmi da chi racconta cose troppo belle per essere vere.
La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa annuncia così, con un testimonial d’eccezione, di aver pubblicato sul suo sito un vademecum proprio contro le truffe, usando un video breve, ma efficace. Proprio il formato che funziona meglio su quegli stessi social dove i sedicenti esperti di investimenti racimolano prede ignare. Ma questo è solo l’ultimo passo di un lungo percorso fatto di grande impegno e iniziative.
Oltre a promuovere l’importanza dell’educazione finanziaria, infatti, nel 2011 la Consob ha creato un organo interno con l’obiettivo specifico di combattere tutto ciò che rientra sotto la categoria dell’abusivismo finanziario. Questo campo semantico comprende le truffe che provengono da social, siti e telefonate poco raccomandabili,. Ma più in generale comprende anche tutte quelle attività promosse da soggetti non autorizzati, o attività che includano contemporaneamente l’offerta di prodotti finanziari e contenuti pubblicitari. Il motivo di questo impegno è dato – purtroppo – dai numeri molto alti che raccontano un fenomeno pericoloso. Per dare un’idea, nel 2023 la Polizia Postale ha registrato oltre 3.400 denunce per truffa finanziaria e legate al trading online, con un aumento del 12% rispetto al 2022. Si tratta di un giro losco che muoverebbe oltre 110 milioni di euro, per un valore di perdite tra 150.000 e 200.000 euro per persona. Cifre assurde, per le quali proprio la Consob è impegnata da anni in attività a tutela degli investitori, anche bloccando e oscurando moltissimi broker non autorizzati, per un totale di oltre 1200 profili segnalati in 5 anni.
Che poi, visto tutto l’impegno profuso dalla Commissione, dubitiamo che un certo truffatore avrebbe approvato di essere il volto della sua campagna.
Se la Consob lo usa come ‘testimonial’ del suo video, come possiamo noi non parlare di Charles Ponzi?
Il cognome lo tradisce: nacque Carlo, in Italia, ma si trasferì molto giovane negli Stati Uniti in cerca di lavoro e fortuna. Trovò sia l’uno che l’altra, anche se non nei modi che ci aspetteremmo. Il nostro Charles approdò in quel di Boston con appena 2 dollari e 50 centesimi in tasca, ma riuscì a raccogliere circa 15 milioni di dollari da migliaia di investitori in pochi mesi. Come ha fatto? Brevettando il celebre ‘Schema Ponzi’, la truffa finanziaria per eccellenza. In questo sistema, dietro alla promessa – e all’apparente risultato – di investimenti ad alto rendimento nel breve periodo e a basso rischio, c’è una catena di sant’Antonio. Nessun reale investimento, ma un castello di carte che si regge su sé stesso. Quello che viene spacciato come ‘guadagno’ ai primi investitori truffati, non è altro che l’incasso ricevuto dai secondi, e così via.
Ponzi stesso lo mise in atto speculando su degli strumenti postali dell’epoca. Un altro caso eclatante fu quello di Bernard Madoff, che mise in piedi una truffa in stile Ponzi da 50 miliardi di dollari lavorando sui titoli in Borsa. Ma cos’hanno in comune queste e altre truffe del genere?
Ponzi, Madoff e persino quei sedicenti esperti finanziari da strapazzo che appaiono sui nostri social, tutti hanno in comune almeno due cose: promettono cose incredibili, ma solo prima che qualcuno gli rompa le uova nel paniere. Ah, dimenticavamo una terza: prima o poi vengono beccati.
Sembrano un po’ il gatto e la volpe nel racconto di Pinocchio, figure poco raccomandabili che promettono il bene della vittima ignara, ma che poi si rivelano solo dei millantatori. Lo diceva bene Bennato: parlavano di occasioni, di un affare da non perdere, di essere impresari che si fanno in 4 pur di farci guadagnare.
Ma chi si fa davvero in 4 – e forse anche di più – è la Consob. La Commissione si prodiga da sempre per tutelare i risparmi e gli investimenti di tutti. Senza fare promesse campate per aria, dimostra coi fatti di come ci si possa fidare – e affidare – a chi di queste cose ne sa per davvero. Ecco perché la sua iniziativa è tanto importante: ribalta la retorica della truffa, smaschera i suoi interpreti e mette in scena la verità. Perché sì, “di noi ti puoi fidar” può essere una frase da truffatori in stile ‘il Gatto e la Volpe’, ma se a pronunciarla è un’autorità come la Consob, diventa davvero credibile.
In un mondo pieno di Gatti e di Volpi, per non farsi fregare è meglio ascoltare la Fata Turchina. Tutta quella storia della trasformazione in asini è meglio lasciarla a Pinocchio, non trovate?
Sarà perché vengono da un canale – quello dei social – che non ha la stessa aura di affidabilità di altri, ma certi contenuti ci lasciano spessissimo con l’amaro in bocca. E non perché la carbonara zero calorie non sia buona, ma forse perché la ricetta non mantiene ciò che promette. Se però con gli esempi di prima, nel peggiore dei casi, si rimane delusi, quando parliamo di risparmi c’è chi può farsi davvero male.
Ascoltando chi promette soldi facili, chi decanta strategie d’investimento sicure e risultati sempre positivi, dovrebbero accendersi almeno un centinaio di campanelli d’allarme. Non è sempre così però. Proprio contro i cosiddetti “fuffa guru” è nata una nuova, bella, iniziativa di cui parliamo qui tra le righe del Sunday View.
TRUFFE DI UN CERTO VALORE...
Vivere perennemente in vacanza, guadagnando migliaia di euro, senza lavorare e senza correre alcun rischio. Cos’è, un sogno? No, una truffa. Anzi, una ‘fuffa’. E anche se a raccontarla è uno di quei “fuffa guru” che si trovano su internet, non la fa certo in barba a chi di queste cose se ne intende: Charles Ponzi in persona. Inizia così il video della nuova campagna della Consob, con il celebre truffatore italo-americano che scrolla i propri social, senza però lasciarsi “scrollare” di dosso i propri risparmi da chi racconta cose troppo belle per essere vere.
La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa annuncia così, con un testimonial d’eccezione, di aver pubblicato sul suo sito un vademecum proprio contro le truffe, usando un video breve, ma efficace. Proprio il formato che funziona meglio su quegli stessi social dove i sedicenti esperti di investimenti racimolano prede ignare. Ma questo è solo l’ultimo passo di un lungo percorso fatto di grande impegno e iniziative.
CONSOB CONTRO L'ABUSIVISMO FINANZIARIO
Oltre a promuovere l’importanza dell’educazione finanziaria, infatti, nel 2011 la Consob ha creato un organo interno con l’obiettivo specifico di combattere tutto ciò che rientra sotto la categoria dell’abusivismo finanziario. Questo campo semantico comprende le truffe che provengono da social, siti e telefonate poco raccomandabili,. Ma più in generale comprende anche tutte quelle attività promosse da soggetti non autorizzati, o attività che includano contemporaneamente l’offerta di prodotti finanziari e contenuti pubblicitari. Il motivo di questo impegno è dato – purtroppo – dai numeri molto alti che raccontano un fenomeno pericoloso. Per dare un’idea, nel 2023 la Polizia Postale ha registrato oltre 3.400 denunce per truffa finanziaria e legate al trading online, con un aumento del 12% rispetto al 2022. Si tratta di un giro losco che muoverebbe oltre 110 milioni di euro, per un valore di perdite tra 150.000 e 200.000 euro per persona. Cifre assurde, per le quali proprio la Consob è impegnata da anni in attività a tutela degli investitori, anche bloccando e oscurando moltissimi broker non autorizzati, per un totale di oltre 1200 profili segnalati in 5 anni.
Che poi, visto tutto l’impegno profuso dalla Commissione, dubitiamo che un certo truffatore avrebbe approvato di essere il volto della sua campagna.
TRUFFATORI DI UN CERTO SPESSORE
Se la Consob lo usa come ‘testimonial’ del suo video, come possiamo noi non parlare di Charles Ponzi?
Il cognome lo tradisce: nacque Carlo, in Italia, ma si trasferì molto giovane negli Stati Uniti in cerca di lavoro e fortuna. Trovò sia l’uno che l’altra, anche se non nei modi che ci aspetteremmo. Il nostro Charles approdò in quel di Boston con appena 2 dollari e 50 centesimi in tasca, ma riuscì a raccogliere circa 15 milioni di dollari da migliaia di investitori in pochi mesi. Come ha fatto? Brevettando il celebre ‘Schema Ponzi’, la truffa finanziaria per eccellenza. In questo sistema, dietro alla promessa – e all’apparente risultato – di investimenti ad alto rendimento nel breve periodo e a basso rischio, c’è una catena di sant’Antonio. Nessun reale investimento, ma un castello di carte che si regge su sé stesso. Quello che viene spacciato come ‘guadagno’ ai primi investitori truffati, non è altro che l’incasso ricevuto dai secondi, e così via.
Ponzi stesso lo mise in atto speculando su degli strumenti postali dell’epoca. Un altro caso eclatante fu quello di Bernard Madoff, che mise in piedi una truffa in stile Ponzi da 50 miliardi di dollari lavorando sui titoli in Borsa. Ma cos’hanno in comune queste e altre truffe del genere?
DI NOI TI PUOI FIDAR
Ponzi, Madoff e persino quei sedicenti esperti finanziari da strapazzo che appaiono sui nostri social, tutti hanno in comune almeno due cose: promettono cose incredibili, ma solo prima che qualcuno gli rompa le uova nel paniere. Ah, dimenticavamo una terza: prima o poi vengono beccati.
Sembrano un po’ il gatto e la volpe nel racconto di Pinocchio, figure poco raccomandabili che promettono il bene della vittima ignara, ma che poi si rivelano solo dei millantatori. Lo diceva bene Bennato: parlavano di occasioni, di un affare da non perdere, di essere impresari che si fanno in 4 pur di farci guadagnare.
Ma chi si fa davvero in 4 – e forse anche di più – è la Consob. La Commissione si prodiga da sempre per tutelare i risparmi e gli investimenti di tutti. Senza fare promesse campate per aria, dimostra coi fatti di come ci si possa fidare – e affidare – a chi di queste cose ne sa per davvero. Ecco perché la sua iniziativa è tanto importante: ribalta la retorica della truffa, smaschera i suoi interpreti e mette in scena la verità. Perché sì, “di noi ti puoi fidar” può essere una frase da truffatori in stile ‘il Gatto e la Volpe’, ma se a pronunciarla è un’autorità come la Consob, diventa davvero credibile.
BONUS TRACK
In un mondo pieno di Gatti e di Volpi, per non farsi fregare è meglio ascoltare la Fata Turchina. Tutta quella storia della trasformazione in asini è meglio lasciarla a Pinocchio, non trovate?
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