L'analisi
Mercato del credito: dove trovare opportunità tra tensioni tecniche e emotive
Candriam, in un commento di Charudatta Shenda, analizza i casi di default e fallen angels in USA e sottolinea prospettive di maggior resilienza europea rispetto alla situazione americana
di Stefano Caratelli 7 Giugno 2025 15:00

Le turbolenze sui mercati dell’ultimo mese e la divergenza delle politiche monetarie sulle due sponde dell’Atlantico hanno contribuito ad alimentare un contesto di volatilità, che ha creato tensioni incrociate nei mercati del credito, che dovevano già fare i conti con l'incertezza macroeconomica. L’instabilità ha lasciato il segno, i fondamentali si sono notevolmente indeboliti, e i manager delle società, turbati dall'imprevedibilità delle politiche tariffarie, hanno progressivamente sospeso le forward guidance sugli utili, con i settori retail e dell'automotive particolarmente esposti.
E’ la premessa da cui parte un commento su dove trovare opportunità di investimento nei mercati del credito, a cura di Charudatta Shenda, Fixed Income Strategist di Candriam, secondo cui negli USA i default aziendali stanno aumentando a un “ritmo allarmante”. Shenda cita S&P Global che nel primo trimestre del 2025 ha rilevato 188 default di aziende di grandi dimensioni, il dato trimestrale più alto dal 2010, notando che a rendere più complicata la situazione c’è il fatto che quest'anno dovranno essere rifinanziati 150 miliardi di dollari di debito con rating inferiore a Investment Grade, per cui si dovranno affrontare costi di finanziamento notevolmente più elevati.
Guardando al futuro, Candriam ritiene che le prospettive per i mercati del credito dipenderanno in larga misura da fattori tecnici, spiegando che da un lato i rendimenti elevati, pari a circa il 5% per gli IG USA e al 3% per gli IG europei, e al 6% e all'8% rispettivamente per gli High Yield europei e USA, offrono un carry interessante e un cuscinetto contro un ulteriore ampliamento degli spread. Il credito inoltre, prosegue Shenda, ha dimostrato una notevole resilienza rispetto ad altri asset di rischio da inizio, e sebbene i fondamentali si stiano indebolendo, questo avviene rispetto ai livelli relativamente solidi, il che suggerisce l'assenza di una crisi immediata. Ma la psicologia del mercato resta fragile, con titoli di giornale negativi o un sentiment risk off che potrebbero innescare ulteriori deflussi, esercitando pressione sugli spread ed esacerbando la volatilità.
Particolarmente preoccupante, secondo l’analisi di Candriam, è lo spettro dei fallen angels, ovvero grandi emittenti come Ford, che passano dallo status IG a quello HY, il che potrebbe mettere a dura prova la liquidità del mercato e amplificare le pressioni di vendita. Ma in un contesto di volatilità si celano anche opportunità: i mercati del credito stanno entrando in una fase di maggior dispersione, che favorisce gli investitori che selezionano attentamente settori ed emittenti. Quelli meno esposti agli shock macroeconomici, come le telecomunicazioni, probabilmente avranno performance migliori rispetto ai più ciclici come l'automotive e il retail.
Dal punto di vista geografico, secondo Candriam, il credito europeo potrebbe offrire una relativa resilienza, sostenuto dalla posizione accomodante della BCE, mentre quello USA potrebbe rivelarsi più vulnerabile, considerando l’inflazione e gli elevati livelli dei tassi. In questo contesto, sottolinea Shenda in conclusione, gli investitori devono monitorare attentamente i fattori tecnici, mantenendo e posizionando i portafogli per navigare, e persino trarre vantaggio dal panorama del credito globale.
IN AUMENTO I DEFAULT SOCIETARI RILEVATI DA S&P
E’ la premessa da cui parte un commento su dove trovare opportunità di investimento nei mercati del credito, a cura di Charudatta Shenda, Fixed Income Strategist di Candriam, secondo cui negli USA i default aziendali stanno aumentando a un “ritmo allarmante”. Shenda cita S&P Global che nel primo trimestre del 2025 ha rilevato 188 default di aziende di grandi dimensioni, il dato trimestrale più alto dal 2010, notando che a rendere più complicata la situazione c’è il fatto che quest'anno dovranno essere rifinanziati 150 miliardi di dollari di debito con rating inferiore a Investment Grade, per cui si dovranno affrontare costi di finanziamento notevolmente più elevati.
MAGGIOR RESILIENZA ANCHE SE I FONDAMENTALI SI INDEBOLISCONO
Guardando al futuro, Candriam ritiene che le prospettive per i mercati del credito dipenderanno in larga misura da fattori tecnici, spiegando che da un lato i rendimenti elevati, pari a circa il 5% per gli IG USA e al 3% per gli IG europei, e al 6% e all'8% rispettivamente per gli High Yield europei e USA, offrono un carry interessante e un cuscinetto contro un ulteriore ampliamento degli spread. Il credito inoltre, prosegue Shenda, ha dimostrato una notevole resilienza rispetto ad altri asset di rischio da inizio, e sebbene i fondamentali si stiano indebolendo, questo avviene rispetto ai livelli relativamente solidi, il che suggerisce l'assenza di una crisi immediata. Ma la psicologia del mercato resta fragile, con titoli di giornale negativi o un sentiment risk off che potrebbero innescare ulteriori deflussi, esercitando pressione sugli spread ed esacerbando la volatilità.
LO SPETTRO DEI FALLEN ANGELS E I SETTORI MENO ESPOSTI
Particolarmente preoccupante, secondo l’analisi di Candriam, è lo spettro dei fallen angels, ovvero grandi emittenti come Ford, che passano dallo status IG a quello HY, il che potrebbe mettere a dura prova la liquidità del mercato e amplificare le pressioni di vendita. Ma in un contesto di volatilità si celano anche opportunità: i mercati del credito stanno entrando in una fase di maggior dispersione, che favorisce gli investitori che selezionano attentamente settori ed emittenti. Quelli meno esposti agli shock macroeconomici, come le telecomunicazioni, probabilmente avranno performance migliori rispetto ai più ciclici come l'automotive e il retail.
IL CREDITO EUROPEO POTREBBE OFFRIRE RESILIENZA
Dal punto di vista geografico, secondo Candriam, il credito europeo potrebbe offrire una relativa resilienza, sostenuto dalla posizione accomodante della BCE, mentre quello USA potrebbe rivelarsi più vulnerabile, considerando l’inflazione e gli elevati livelli dei tassi. In questo contesto, sottolinea Shenda in conclusione, gli investitori devono monitorare attentamente i fattori tecnici, mantenendo e posizionando i portafogli per navigare, e persino trarre vantaggio dal panorama del credito globale.