Risiko bancario

Mediobanca: l’ops su Banca Generali passa o no? Del Vecchio come voterà il 16 giugno?

Dopo che Caltagirone è salito al 10% e si oppone all'operazione, e con Delfin che resta silente, Enpam e i fondi potrebbero essere l’ago della bilancia. Ecco gli scenari

di Davide Lentini 6 Giugno 2025 14:30

financialounge -  Banca Generali Banca Mps Del vecchio Delfin Francesco Gaetano Caltagirone Mediobanca
La domanda che sta animando il già complicato risiko bancario italiano ruota attorno a un dubbio che negli ultimi giorni si è fatto via via più concreto: l'assemblea dei soci di Mediobanca riuscirà ad approvare l'ops su Banca Generali il prossimo 16 giugno? Oppure Francesco Gaetano Caltagirone, che si oppone, consoliderà la maggioranza dei voti attorno a sè per far naufragare l'operazione? La notizia di ieri secondo la quale è salito al 9,9% del pacchetto societario ha rafforzato questa ipotesi. Sono in molti, infatti, a pensare che abbia incrementato le sue azioni proprio nel tentativo di farcela a far saltare l'ops. Tutto dipenderà dal ruolo di alcuni soci, Del Vecchio in primis, e da quanti andranno a votare. 

COSA SUCCEDE SE DEL VECCHIO VOTA A FAVORE


Se si tiene conto dell'affluenza più alta registrata in passato, il 76,8% raggiunto in un'assemblea Mediobanca del 2023, si può ipotizzare che il 16 giugno la maggioranza da raggiungere per approvare l'ops possa essere attorno al 40%. Se Delfin di Del Vecchio decidesse di appoggiare l'operazione unendosi all'Accordo di Consultazione che si è già detto a favore e che detiene l'11,9% del capitale, si raggiungerebbe una percentuale favorevole di circa 31,71%. Con l'aggiunta di altri azionisti istituzionali e retail si potrebbe superare il quorum del 40%. Se così fosse l'operazione sarebbe approvata.

CALTAGIRONE POTRÀ CONTARE SU DELFIN?


Ma il voto di Delfin non è scontato. Anzi. A chi ieri gli ha chiesto se si esprimerà a favore o contro l'ops, Leonardo Maria Del Vecchio (in foto) ha risposto con un laconico "No comment". Se quindi Delfin dovesse schierarsi assieme a Caltagirone, votando contro, la percentuale contraria all'ops nell'assemblea Mediobanca sarebbe del 29,81%. Anche in questo caso il risultato dipenderebbe dal voto degli altri azionisti, inclusi quelli istituzionali e retail. Ed è in questo ambito che pare si stia muovendo lo stesso Caltagirone, per convincere fondi soci come Fidelity (3%), Vanguard (2,7%), Norges Bank (1,4%) e Amundi (0,8%) a votare contro.

IL RUOLO DEI FONDI NELL'OPS DI MEDIOBANCA


Proprio i fondi, infatti, si erano espressi a favore dell'altra ops, quella lanciata su Mediobanca da Montepaschi. Ops che l'ad di Mediobanca, Nagel, sta cercando di contrastare con questa operazione su Banca Generali. Ma il fatto che i fondi abbiano appoggiato l'offerta di Mps non vuol dire che automaticamente siano contrari alla scalata su BG. Il loro ruolo appare comunque decisivo e anche per questo nelle ultime settimane l'ad di Piazzetta Cuccia li ha incontrati per garantirsi l'appoggio in assemblea il 16 giugno. Soci minori come i fondi New York City Comptroller e Calvert Research and Management si sono già detti pronti a votare l'ops.

ENPAM POSSIBILE AGO DELLA BILANCIA?


In uno scenario simile anche Enpam, che è arrivata all'1,98% del capitale di Mediobanca, può giocare un ruolo decisivo nel determinare l'esito dell'operazione, sebbene non sia ancora chiaro con chi si schiererà l'ente nazionale di previdenza di medici e dentisti. Al momento, quindi, l'esito dell'assemblea del 16 giugno non è così scontato come qualcuno pensa. Caltagirone da una parte e Nagel dall'altra hanno 10 giorni per tentare di costruire un solido consenso sulle rispettive posizioni e decidere il futuro di Mediobanca.

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