Marketing del risparmio
Contro gli aumenti nasce a Milano il “poveritivo” , l’aperitivo low cost che lancia un nuovo trend
Di fronte al carovita, Milano risponde con creatività: ecco la lista dei bar dove bere a un prezzo economico. Un'idea che mescola convivialità, cultura del risparmio e strategia di marketing
di Davide Lentini 6 Giugno 2025 08:18

La proverbiale Milano da bere, diventata famosa in tutto il mondo per i suoi aperitivi serviti in location esclusive e ricchi di stuzzichini, sta per subire una profonda trasformazione. Segno dei tempi che cambiano, e delle tasche spesso più povere. In quella stessa Milano glam e modaiola è infatti nato il "poveritivo", ovvero l'aperitivo low cost. Un gioco di parole diventato trend metropolitano e specchio di un’Italia che sa reinventarsi anche nei momenti più complicati. Con l'inflazione ancora ben visibile nei bilanci familiari e un potere d’acquisto in calo, soprattutto tra i giovani, l’happy hour da 12-15 euro comincia a sembrare un lusso. Ed ecco che la città del fashion e della finanza lancia la risposta: aperitivi sotto gli 8 euro, tartine incluse.
A livello economico, il "poveritivo" è il sintomo di un’evoluzione interessante: la ricerca di esperienze sociali accessibili, che non rinuncino a qualità o atmosfera, ma che rispondano alle mutate disponibilità dei consumatori. I bar che aderiscono alla filosofia del poveritivo sono presenti in tutti i quartieri, da NoLo a Porta Venezia, da Primaticcio a Città studi. E non stanno semplicemente "abbassando i prezzi" rendendo l'aperitivo economico: stanno ricalibrando il proprio modello di business su volumi più ampi e margini ottimizzati. In molti casi, il menu viene semplificato, si punta su fornitori locali o su cocktail creativi ma con ingredienti meno costosi. Il risultato? Una proposta più democratica, che tiene viva la socialità e stimola un consumo più frequente.
Dal punto di vista finanziario, il poveritivo è un piccolo caso di micromarketing ad alto potenziale. Quello che parte come risposta al caro vita può diventare un format replicabile in altre città italiane, e non solo. Come già successo per il brunch o lo street food gourmet, l’elemento chiave è la narrazione: chiamarlo “poveritivo” è un colpo di genio comunicativo. Fa sorridere, ma anche riflettere. E attenzione: non è detto che l'aperitivo low cost sia un fenomeno solo per “chi ha meno”. Spesso è la scelta consapevole di chi preferisce destinare il proprio budget ad altre voci, dalla mobilità sostenibile ai viaggi, ma non vuole rinunciare alla dimensione sociale. In questo senso, il poveritivo rappresenta una forma di consumo responsabile, in linea con i nuovi valori delle generazioni Millennial e Gen Z.
Tutto è cominciato in zona Primaticcio, al Bar Leo, un locale di quartiere diventato quasi per caso l’epicentro di un piccolo fenomeno culturale. Da lì, grazie anche al passaparola digitale, il poveritivo è diventato virale. Come ogni tendenza che si rispetti, infatti, anche l'aperitivo economico milanese ha trovato casa sui social, in particolare su Instagram dove la pagina @poveritivo sta rapidamente guadagnando follower e visibilità. Non si tratta solo di foto di spritz e patatine: la pagina è una vera e propria mappa interattiva del risparmio, aggiornata con segnalazioni, recensioni e indicazioni su dove gustare aperitivi a prezzi accessibili.
Dietro al progetto dell'aperitivo low cost ci sono due giovani, Ginevra e Matteo, che hanno trasformato un'idea semplice in un contenuto virale, dando visibilità a locali che scelgono di aderire a una filosofia più inclusiva. Ecco alcuni dei locali che aderiscono alla filosofia del poveritivo: oltre al Bar Leo di Primaticcio, ci sono lo storico Love di porta Venezia, Casa Ramen Super e Dissapore in Isola, Trattoria della Madonnina in zona Ticinese, il Bar Quisibeve in zona Bocconi, ma anche La Balera dell’Ortica e il Frida, sempre in Isola.
Il successo del poveritivo ci racconta una verità semplice, ma importante: le persone vogliono continuare a uscire, a vivere, a incontrarsi, ma hanno bisogno di farlo in modo sostenibile, anche economicamente. I locali che sapranno interpretare questo bisogno non solo sopravvivranno alla crisi dei consumi, ma potranno ritagliarsi uno spazio significativo nel mercato post-pandemico. In definitiva, il poveritivo è molto più di una moda: è un indicatore sociale, uno specchio dell’economia reale e un piccolo laboratorio di resilienza urbana. Non sarà forse il drink a cambiare il mondo, ma può sicuramente dire molto su dove stiamo andando.
IL POVERITIVO COME EVOLUZIONE SOCIALE
A livello economico, il "poveritivo" è il sintomo di un’evoluzione interessante: la ricerca di esperienze sociali accessibili, che non rinuncino a qualità o atmosfera, ma che rispondano alle mutate disponibilità dei consumatori. I bar che aderiscono alla filosofia del poveritivo sono presenti in tutti i quartieri, da NoLo a Porta Venezia, da Primaticcio a Città studi. E non stanno semplicemente "abbassando i prezzi" rendendo l'aperitivo economico: stanno ricalibrando il proprio modello di business su volumi più ampi e margini ottimizzati. In molti casi, il menu viene semplificato, si punta su fornitori locali o su cocktail creativi ma con ingredienti meno costosi. Il risultato? Una proposta più democratica, che tiene viva la socialità e stimola un consumo più frequente.
UN TREND POTENZIALMENTE SCALABILE
Dal punto di vista finanziario, il poveritivo è un piccolo caso di micromarketing ad alto potenziale. Quello che parte come risposta al caro vita può diventare un format replicabile in altre città italiane, e non solo. Come già successo per il brunch o lo street food gourmet, l’elemento chiave è la narrazione: chiamarlo “poveritivo” è un colpo di genio comunicativo. Fa sorridere, ma anche riflettere. E attenzione: non è detto che l'aperitivo low cost sia un fenomeno solo per “chi ha meno”. Spesso è la scelta consapevole di chi preferisce destinare il proprio budget ad altre voci, dalla mobilità sostenibile ai viaggi, ma non vuole rinunciare alla dimensione sociale. In questo senso, il poveritivo rappresenta una forma di consumo responsabile, in linea con i nuovi valori delle generazioni Millennial e Gen Z.
DOV'È NATA L'IDEA DEL POVERITIVO
Tutto è cominciato in zona Primaticcio, al Bar Leo, un locale di quartiere diventato quasi per caso l’epicentro di un piccolo fenomeno culturale. Da lì, grazie anche al passaparola digitale, il poveritivo è diventato virale. Come ogni tendenza che si rispetti, infatti, anche l'aperitivo economico milanese ha trovato casa sui social, in particolare su Instagram dove la pagina @poveritivo sta rapidamente guadagnando follower e visibilità. Non si tratta solo di foto di spritz e patatine: la pagina è una vera e propria mappa interattiva del risparmio, aggiornata con segnalazioni, recensioni e indicazioni su dove gustare aperitivi a prezzi accessibili.
LA PAGINA SOCIAL CON L'ELENCO DEI BAR
Dietro al progetto dell'aperitivo low cost ci sono due giovani, Ginevra e Matteo, che hanno trasformato un'idea semplice in un contenuto virale, dando visibilità a locali che scelgono di aderire a una filosofia più inclusiva. Ecco alcuni dei locali che aderiscono alla filosofia del poveritivo: oltre al Bar Leo di Primaticcio, ci sono lo storico Love di porta Venezia, Casa Ramen Super e Dissapore in Isola, Trattoria della Madonnina in zona Ticinese, il Bar Quisibeve in zona Bocconi, ma anche La Balera dell’Ortica e il Frida, sempre in Isola.
ECCO PERCHÈ IL POVERITIVO HA SUCCESSO
Il successo del poveritivo ci racconta una verità semplice, ma importante: le persone vogliono continuare a uscire, a vivere, a incontrarsi, ma hanno bisogno di farlo in modo sostenibile, anche economicamente. I locali che sapranno interpretare questo bisogno non solo sopravvivranno alla crisi dei consumi, ma potranno ritagliarsi uno spazio significativo nel mercato post-pandemico. In definitiva, il poveritivo è molto più di una moda: è un indicatore sociale, uno specchio dell’economia reale e un piccolo laboratorio di resilienza urbana. Non sarà forse il drink a cambiare il mondo, ma può sicuramente dire molto su dove stiamo andando.
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